di Luigi
Scardigli
Attendibili voci di corridoio, offertemi non certo per pure
confidenze, ma perché poi le riporti qui, su questo seguitissimo blog, danno,
come proiezione di voto, Samuele Bertinelli Sindaco al primo turno, con una
maggioranza che oscillerebbe – condizionale obbligatorio, non foss’altro per
evitare figuracce – tra il 52 e il 54%.
C’è da fidarsi, ma non tanto perché sulle fonti – ricche di
intellettuali, falliti (che non son la stessa cosa, attenti), alternativi,
egocentrici, gente che frequento, del resto – e sulla loro attendibilità ci si
potrebbe scommettere, ma perché è così e in città: lo sanno tutti, quelli che
aspettano con trepidazione di festeggiare, e quelli che sanno – prima di concorrere – che non
ce la potranno fare, che sarà Bertinelli, il giovane-vecchio funzionario di
partito – checché ne dica l’amico comune Andrea Betti – ad indossare la fascia
tricolore per i prossimi cinque anni.
Nonostante i taciti ricatti, gli apparentamenti obliqui (mio
padre avrebbe detto in tralice) e gli equilibri che verranno. Perché questo
non certo roboante, ma comunque rassicurante, margine di superiorità – e che darebbe a Samuele la gioia di esultare la sera del 7
maggio senza dover aspettare la passione, rischiosissima, di un eventuale
ballottaggio contro chi sa chi, poi – potrebbe
decisamente irrobustirsi e trasformare l’esiguità della superiorità in un
consenso pseudo plebiscitario, come anche ridursi drasticamente e aprire così
l’inquietante scenario dello spareggio se Samuele, ad una settimana dal segreto
dell’urna, facesse i quattro nomi e i relativi cognomi dei suoi assessori.
Credetemi, non è cosa da poco. E visto che ribadisco, dalle
antenne di questa teleferica, per l’ennesima volta l’urgenza dell’identità
della squadra, colgo l’occasione per allargare la preghiera anche agli altri
sette candidati, anche a coloro che si accontenterebbero – e lo faranno – solo
di poter raggiungere quella percentuale numerica in grado di squilibrare le
promesse.
Insomma, a sette giorni dall’evento più importante di
Pistoia – e non me ne voglia Tafuro –, chiedo pubblicamente agli otto candidati
di fare altrettante schede dei loro eventuali assessori, con nome, cognome,
età, professione e un breve curriculum per sapere, così, alla rinfusa, cosa
abbiano fatto fino ad ora, come lo abbiano fatto e dove credano di poterlo
andare a fare.
Sarebbe carino, veramente e credo anche parecchio
importante, sul filo del percento che forse guiderà lo spoglio, una conquista
democratica ed elettorale davvero importante, convincente e decisamente più incisiva,
determinante e profondamente democratica del voto disgiunto, che continuo a
ritenere blasfemo.
Bertinelli muto collaborando…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 29 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
In una epoca in cui i sondaggi elettorali sono falliti, anche e spesso per i flop, andare a fare una previsione è impossibile e folle. L'unico dato di fatto è che almeno il 40% dei pistoiesi sia indeciso se andare a votare, chi votare, se fare o meno il voto disgiunto. Oltre a quelli che sicuramente hanno deciso di andare a votare. In mezzo a questo ci sta tutto, che Bertinelli prenda il 55% dei voti o che arrivi al 45%. Che i Grillini facciano un modesto risultato o con il loro successo portino al ballottaggio, come seconda o terza forza. Nessuna certezza tranne che tutto è incerto.Buena suerte Pistoia.
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