venerdì 20 aprile 2012

PD PISTOIESE IN ARROCCO. ASPETTANDO UNA NOTA DAL CREMLINO


Una raffica di domande irritanti al Pd



PISTOIA. In cauda venenum: il significato lo potete trovare facilmente su internet.
Ma immaginatevi la sorpresa quando, aperto Il Tirreno, il 17 aprile, ci siamo visti rappresentati in primissima persona. E con tanto di nome e cognome: quindi – concluderebbe Bertinelli – “siamo considerati, ergo sumus”, esistiamo davvero.
Una scoperta rassicurante.

Ma rileggiamo Il Tirreno:

Pd, nessun espulso per quote non versate

Non bastasse il caso Bartoli con relativa fuoriuscita degli iscritti, nel Pd starebbe per scoppiarne un altro. Quanto meno presunto, visto che il partito e gli interessati – anzi le interessate – smentiscono seccamente. A sollevarlo è il blogger quarratino Edoardo Bianchini, che ieri ha dedicato al caso un ampio articolo. In sostanza, nel blog Quarrata News si afferma che alcuni amministratori Pd non stiano pagando da tempo la quota dovuta al partito: si citano gli assessori comunali Silvia Ginanni e Barbara Lucchesi e Francesca Barontini, rappresentante del Comune di Pistoia nella Centrale del latte. Le tre amministratrici del Pd, sempre secondo il blog di Bianchini, sarebbero state espulse dal partito. La prima a smentire direttamente è l’assessore alle attività produttive.
«Io sono in regola – dice Barbara Lucchesi – non solo non sono stata espulsa, ma ho versato regolarmente le quote al partito». La voce si è sparsa velocemente ieri mattina, tanto che sono trascorse solo poche ore perché dal Partito democratico arrivasse una secca smentita sulla vicenda.
«In merito ad indiscrezioni di stampa relative al lavoro compiuto dal consiglio di tesoreria a questa commissione – scrive il presidente della commissione provinciale di garanzia del Pd, Aldo Bartoli – per quanto concerne il rispetto dello statuto nazionale, del regolamento finanziario nazionale e del regolamento finanziario del Pd di Pistoia, approvato all’unanimità dalla direzione provinciale il 30 marzo 2011, si precisa che, ai sensi degli stessi, sono in corso le verifiche previste con il coinvolgimento diretto degli interessati, ma non corrisponde assolutamente al vero che sia stato applicato alcun tipo di provvedimento di tipo sanzionatorio o disciplinare verso alcuno».

Tutto l’apparato del Pd – dopo il mio intervento – si è lì riunito, sulla Piazza Rossa di Bonelle, a smentire tre nomi fatti da un povero blogger. È sceso in campo anche l’assessore Lucchesi e ha negato.
Negava anche Berlusca quando doveva fare le manovre. Ha negato in qualche caso anche Monti – che piace comunque tanto al Pd pronto a sostenere lacrime e sangue purché non gli si tocchino i 180,2 milioni di euro che deve prendersi come rimborso spese ‘non-elettorali’.
Hanno sempre negato anche in Urss: specie quando dovevano fare qualcosa che non andava o che non piaceva. Ci volle Krusciov per sentir dire che Zio Stali (come scrive il Sommo Proeta del Vernacoliere) aveva fatto un po’ di casino. Non ha ancora smentito – credo – la Ginanni, come qualcuno mi ha opportunamente fatto notare.
E comunque, diciamocelo chiaro e fuori dei denti:

  1. per anni la gente non paga e il Pd sta lì a grattarsi e a girare i pollici
  2. e non mette fuori nemmeno la lista dei furbetti
  3. e… per loro (che sono ‘organici’) media, mentre per chi parla a chiare note adotta le espulsioni come con Bartoli.
I compagni non si rendono conto di cosa dicono e pretendono di prenderci per dei pòeri piri sprovveduti, come si dice a Pistoia.
Con tutto il loro modernizzarsi e diventare liberal; con il reggere il passo con i tempi; con il loro democratizzarsi, si sono messi delle fette di salame sugli occhi alte almeno tre dita. Non hanno capito che il vento è cambiato: anche quello dell’informazione, piaccia o no.
Loro che sono storicisti per natura, non riescono a vedere le trasformazioni storiche ed epocali che stanno vivendo? Non hanno compreso che oggi la notizia passa anche, e soprattutto, attraverso altri mezzi oltre la carta e la radio-tv?
È un peccato. E a proposito di peccati (dato che molti sembra che ne abbiano), pur col rischio di irritare la suscettibile signora Garante, Cristina Donati, vorremmo sapere:

  1. che c’è di vero nel fatto che il Pd non vorrebbe prendere decisioni di espulsioni per non rischiare di andare a ballottaggi inopportuni
  2. e perché la Commissione di Garanzia ha stabilito una data entro cui regolarizzarsi con le quote dovute, favorendo, in buona sostanza, chi ha sinora fatto il furbetto, anziché operare con il rasoio come da statuto senza tanti rigiri
  3. e se le tre persone citate, hanno o non hanno pagato entro la data fissata
  4. e se il Pd può dimostrarlo che sono in piena regola, o le sue sono solo vuote parole (che stanno in poco posto)
  5. e se il Pd sarebbe pronto a dare prova certa di ciò che sta negando facendo vedere e rendendo pubblici i bonifici di pagamento dei furbetti.
Lo sanno anche i muri, a Pistoia, che un sacco di gente non era in regola con le quote: fare ordine e pulizia nel partito sanando le loro posizioni a posteriori e fuori tempo massimo, e poi pretendete di fare i censori con e degli altri, non è molto igienico e serio. La questione morale e la trasparenza sarebbero queste?
E infine, a rischio di far saltare la polveriera, ecco l’ultima, rischiosissima domanda della giornata:
che c’è, di vero, sul fatto che una parte del Pd avrebbe avuto un mezzo ripensamento su Bertinelli e starebbe raccogliendo anche voti disgiunti e non in linea con il diktat delle segreterie?
Ovviamente ho già ben sentito anche nomi e cognomi della fronda e dei frondisti, ma – per carità – non vorrò certo scoprire un altro “vaso di Pandora” di marca Pd pistoiese…
Si aspetta una nota dal Cremlino.
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 20 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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