mercoledì 25 aprile 2012

ANDREA BETTI. DA TRISTOIA A PISTOIA, MA COME?


di Luigi Scardigli

PISTOIA. «Mi farebbe piacere raccontarti qualcosa, per il tuo blog», mi ha detto, oggi pomeriggio, Andrea Betti, che ho incontrato a passeggio tra i banchi del mercato di Primavera, allo stadio, in compagnia della moglie e della figlia. «E perché no?», gli ho risposto.

Politica la fai da un bel po’, se non sbaglio…

«Ho iniziato con i giovani socialisti, una breve ma fondamentale esperienza, poi sono passato a fare attività quotidiana e tangibile in Circoscrizione. Dopo di che ho creduto opportuno mollare un attimo e vedere di piantare a dovere i semi dei miei progetti: mi sono avvicinato al mondo della lavoro e mi sono laureato, in Giurisprudenza».


Ti ho conosciuto come punta di diamante di Rifondazione, a Pistoia, anche se, con il comunismo, sembra tu abbia davvero poco da spartire!

«Ho creduto nel progetto riformista idealizzato da Rifondazione, ma quando la diaspora tra veterani e riformaroli ha preso il sopravvento, ho preferito mollare».

Mollare Rifondazione, non la politica, perché sei transitato direttamente nelle stanze dell’Idv.

«La delusione morale, ideologica e partitica mi ha suggerito di accasarmi in un movimento che avesse ancora forte il senso della politica: l’Italia dei valori mi è parso il movimento che più di ogni altro incastonasse queste gemme».

E credi che Samuele Bertinelli, che hai fortemente caldeggiato nelle Primarie e ora, in campagna elettorale, incarni i tuoi ideali resuscitati?

«Sì, credo proprio di sì. Samuele, che conosco da una vita e al quale, da sempre, sono legato da profonda amicizia, sarà proprio il Sindaco del rinnovamento, che spazzerà tutto il vecchio e lo stantìo per dare vita ad una vera e propria nuova era politica cittadina».

Parole così forti e convinte perché sei uno dei papabili alla poltrona di un assessorato?

«A me Samuele non ha mai detto nulla a riguardo, né mi ha promesso nulla (lo dice senza riuscire a trattenere il sorriso, però ndr). Sono uno dei futuribili consiglieri comunali presenti nelle liste che appoggiano il suo percorso: sarò felicissimo di fare l’assessore, se così fosse, ma anche di essere un consigliere di maggioranza».

Parli come se le elezioni fossero solo una semplice formalità…

«Non voglio peccare di presunzione, ma credo che non ci saranno sorprese, che Samuele ottenga la nomina a Sindaco al primo turno, con una maggioranza numerica confortante e che gli consentirà, a lui e alla sua squadra, di lavorare al meglio».

Già, la sua squadra… Se la conosci, faresti meglio a dirmela: io continuo a chiedergli di fare nomi e cognomi; ma lui, come tutti gli altri candidati, continua a tacere.

«Da una parte hai ragione: sarebbe bello dividere e condividere con il voto a Sindaco anche un’intera formazione di assessori. Però occorre anche essere un po’ pragmatici e pensare che occorrerà aspettare il voto e i suoi futuri equilibri per sapere da chi potersi far accerchiare».

Questo però è un segnale di vero rinnovamento.

«Si, ribadisco, hai ragione, ma non si possono non fare i conti con le percentuali e tirare a diritto. So per certo che Samuele, la sua squadra, la comporrà a suo unico piacimento, senza dare peso a quelli che già ora stanno provando a tirargli la giacca».

Con Bartoli, però, ha perso una bellissima occasione, anzi due: la prima di democrazia, la seconda di opportunità.

«Parli di un’altra persona alla quale sono legato da tempo da stima reciproca. Dopo le Primarie, l’accordo tacito, ma nemmeno tanto, era quello che gli sconfitti, chiunque fossero, avrebbero tirato la corsa al vincitore. Roberto non ha fatto così. Mi dispiace sapere che si voglia ritirare dalle scene: una persona degna e capace come lui non può che giovare. Alla politica, ma non solo».

Progetti?

«Altri cinque anni di politica, che mi auguro impegnativi, densi, importanti, faticosi, ma utili. Dopo, torno al mio lavoro, alla Coop».

Lo conosco, Andrea Betti, c’è da fidarsi.
È un ragazzo intelligente, duttile, onesto, ma anche sufficientemente scaltro. Sa aspettare: una bella dote, in politica.
Perché si sa: in politica, come nella vita, del resto, non si sa mai…

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[Mercoledì 25 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Bertinelli l'uomo del rinnovamento. Ah, beh. Se lo dice Andrea Betti, allora...

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