PISTOIA. Con la solita sua puntualità, Lorenzo Cristofani ci ricorda,
oltre all'appuntamento di oggi (ore 15:30) con i candidati a sindaco, alla
Biblioteca San Giorgio, anche le
richieste ai candidati consiglieri da parte di Legambiente su http://www.legambientepistoia.it/archives/748
Q/n
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Le proposte di Legambiente e WWF di
Pistoia
per tutti i candidati a sindaco del comune di Pistoia
Premessa
Legambiente e WWF hanno inteso
presentare una loro “lista delle cose da fare a Pistoia” a tutti i candidati a
sindaco del nostro comune. Come verrà esplicitato nei dieci punti che seguono,
il nostro interesse è quello di vedere una città migliore, dal punto di vista
ambientale, sanitario e sociale.
A Pistoia come del resto in tutta
Italia, intendiamo indicare i presupposti per la CRESCITA della QUALITÀ della
vita, non di una crescita economica fondata esclusivamente sul Pil, strumento
privo di senso se ignora una contabilità ecologica.
Del resto, anche nella nostra città, la
questione ambientale coincide con quella economica. Ci sono settori importanti
della nostra economia locale che pongono problematiche ambientali e sanitarie
ormai irrinunciabili da affrontare, come nel caso specifico dell’attività
vivaistica.
Noi crediamo fortemente che il futuro
sindaco possa, anzi debba, porre come primo punto del proprio programma il bene
comune, inteso come difesa dei bisogni essenziali di tutti (l’acqua) ma anche
la difesa dell’ambiente che parte innanzitutto dal rispetto del territorio e
della salute pubblica.
1) No alla terza corsia dell’A 11
La terza corsia autostradale della A11
non è una priorità né tanto meno un’opportunità secondaria: vogliamo che sia
categoricamente abbandonata. Con l’impoverimento generalizzato dei cittadini a
seguito della crisi, l’aumento del prezzo dei carburanti, nonché la loro
progressiva riduzione, quest’opera rappresenterebbe infatti un dannoso spreco
di risorse dei pistoiesi (e non solo).
Vogliamo che il comune mantenga solo la
parte del protocollo regionale che prevede il secondo casello autostradale.
Vogliamo invece il raddoppio ferroviario Pistoia – Lucca - Viareggio, magari
realizzato soltanto con scambi ad alta tecnologia che consentano, come in
Svizzera, il traffico di 90 convogli al posto dei nostri attuali 45, e vogliamo
il potenziamento del trasporto pubblico locale, da anteporre a qualsivoglia
infrastruttura al servizio della mobilità privata.
2) Ferrovia Porrettana
La strada ferrata Porrettana deve
rimanere un servizio per i residenti della montagna e per il rilancio della
attività produttive di quel territorio. Accettiamo la riduzione delle corse in
cambio dell’accettazione delle proposte dei cittadini che lì risiedono e delle
associazioni montane, il cui protocollo è ancora in attesa di risposta. Quindi
rifiutiamo qualsiasi servizio sostitutivo su gomma, già rivelatosi peraltro
fallimentare: chiediamo che siano rispettate le corse fondamentali nella
riorganizzazione di questo servizio, per chiamarlo ancora in questo modo e per
non precluderne la dismissione.
3) Territorio e Urbanistica
Stop al consumo di suolo, sì ad una
edilizia di RECUPERO dell’esistente e di trasformazione delle aree dismesse. Ricostruire,
come in tanti comuni, gli edifici vecchi. Oggi l’assalto al suolo non è
giustificato da una crescita demografica come negli anni Settanta, ma è
motivato da sole ragioni speculative: il comune di Pistoia ha subito in questi
ultimi anni una cementificazione sconsiderata che deve cessare (la Costituzione
tutela il paesaggio!). Abbiamo delle leggi sbagliate che cambiano il valore del
suolo da agricolo a edificabile. Perciò l’area dell’Ospedale del Ceppo deve
essere protetta da nuove costruzioni e valorizzata a verde: orto botanico,
orticoltura urbana. Chiediamo che venga preso quanto prima l’impegno di
vincolarla urbanisticamente così come tutto il centro storico. Vogliamo altresì
che si dichiari la volontà concreta di riqualificare l’ampio spazio del campo
di volo in cui sorge l’Ospedale nuovo. Ormai esiste, per questo urge bloccare
ogni possibilità di ulteriore costruzione nella zona circostante e realizzare aree
verdi anche con ricorso a privati.
Le periferie da “non luoghi” o al
massimo quartieri dormitori, o zone commerciali, devono tornare ad essere spazi
di relazione e socialità. Servono attrezzature ludiche e servizi, recupero di
spazi. Vogliamo un giardino e un orto in ogni quartiere. Chiediamo dunque anche
una mobilità al servizio dei quartieri, delle periferie, delle frazioni
collinari, meglio se concertata con i cittadini. Attendiamo, per esempio, un
percorso della salute in Bosco in città, prima citato, come dei progetti
compensativi per il degrado e la cementificazione di viale Adua: quella è una
zona satura, inutile negarlo. Chiediamo inoltre un occhio particolare per
valorizzare Montesecco.
4) Mobilità e Spazi Urbani
Crediamo che sia urgente la creazione
di un tavolo tra istituzioni e categorie di utenti, partecipato da
interlocutori veri, per ripensare completamente il modo con cui cose e persone
possano razionalmente spostarsi a Pistoia. Le premesse ovviamente sono la
tutela delle categorie più svantaggiate, anziani e portatori di handicap, e il
rispetto della piramide della mobilità che privilegia pedoni e ciclisti,
incentiva il mezzo pubblico lasciando quello privato come residuale. L’
orizzonte cui tendere è poi quello di una centrale della mobilità per la
rimodulazione del traffico, anche cambiando alcuni sensi di percorrenza, per l’informazione
di utenti e per rendere più duttile e potenziare il trasporto pubblico. Coinvolgere
eventualmente privati per cercare di far decollare il car sharing, anche questo
diffuso in molte città. L’idea è quella che nessuna zona di Pistoia debba
essere trasformata in parcheggio a cielo aperto: tutto lo spazio urbano, periferie
incluse, è un bene comune, pertanto chiediamo una maggiore pedonalizzazione del
centro e la creazione di strisce gialle per residenti nei quartieri limitrofi, proprio
per scoraggiare abuso e invasione del mezzo privato. Nel dettaglio per il
centro è opportuna la revisione sistematica dei permessi ZTL con forti
disincentivi per i permessi alle seconde auto: la città murata fu costruita per
le persone e per mantenere la qualità della vita tutti devono fare un piccolo
sacrificio. Si tratta poi di pochi minuti a piedi e in tutta Europa è un fatto
acquisito. La rivoluzione culturale parte anche da queste cose. Potenziare
quindi i parcheggi scambiatori esistenti magari dotarli di bike sharing e
abbandonare assurde idee di nuovi ed inutili parcheggi come quello di san
Bartolomeo. L’area Pupilli, ora discarica di materiali elettromeccanici, si
inserirebbe in questa logica strategica: lì, peraltro, un parcheggio
superficiale è anche previsto.
Conseguentemente si potrà procedere nel
favorire la mobilità ciclabile con rastrelliere e tanti piccoli parcheggi coperti
per biciclette, gli unici che riteniamo utili in città. Ci preme rimarcare poi
che buona parte delle attuali piste ciclabili di Pistoia non ha alcun senso,
specialmente quelle che corrono nella zona settentrionale del Viale Adua
(interrotte da posti auto, cassonetti e alberi). Non è sufficiente dire di
avere le piste ciclabili: occorre farle bene per far sì che i cittadini le
usino. Riteniamo inoltre indispensabile la costituzione di un fondo, finanziato
dalle multe per l’abbattimento delle barriere architettoniche e segnaliamo che
via Ciliegiole costituisce di fatto un ghetto urbano.
Vogliamo poi ribadire la necessità di
un progetto per le mura urbane di Pistoia: sono state trascurate così a lungo
che sono crollate. Il piano Cervellati prevedeva percorsi pedonali e ciclabili,
parco fluviale in alcuni tratti lungo la Brana; è il momento di realizzare idee
e rendere le mura quel gioiello che possono diventare.
5) Acquedotto e Risparmio Idrico
Vogliamo l’adeguamento fognario in
città e in campagna. Tempi certi e ferrea volontà. Nel complesso “il Bosco in
città” è stato costruito di tutto, case e strade faraoniche, fuorché quello che
serviva per non avere ciò che oggi continuiamo a vedere: il Brusigliano
trasformato in una fogna a cielo aperto! (un torrente che tra l’altro raccoglie
gli scarichi di tutta Pistoia) Purtroppo anche Bure, Rio Diecine, Brana e anche
l’ Ombrone hanno subito parzialmente la medesima e sciagurata sorte ed è
necessario quindi intervenire con urgenza.
Vogliamo l’allacciamento idrico delle
frazioni montane.
Vogliamo l’acquedotto per il risparmio
idrico nel vivaismo, cisterne e raccoglitori di acqua piovana. Riduttori di
flusso in impianti sportivi comunali. Vogliamo erogatori d’acqua di qualità in
tutti gli edifici pubblici ad alta frequentazione e nelle scuole, anche come
strumento pedagogico.
Nella gestione di questo bene comune
vogliamo, come chiesto dal popolo italiano espressosi nel referendum di giugno,
che siano introdotti elementi di partecipazione vera: è il presupposto per uscire
dalla dicotomia publico-privato. È necessaria poi la volontà, da parte dell’
amministrazione, di controllare la tariffa idrica, che si basa sul principio
del full recovery cost, perché è determinata a preventivo, ma non sempre i dati
reali collimano con quelli previsti: il parametro MALL permette infatti di
ricalibrare le bollette proporzionalmente agli investimenti effettuati e al
rispetto dei piani d’ambito.
6) Rifiuti Solidi Urbani
È più che mai urgente creare le
condizioni per un impianto di compostaggio a Pistoia coinvolgendo i cittadini,
non ha senso portare a Montespertoli i sacchetti dell’organico.
Per quanto riguarda gli imballaggi, l’accordo
quadro Anci-Conai garantisce le risorse per raggiungerne il recupero: niente più
scuse quindi; è indilazionabile trovare forme e modalità. Il settore
industriale delle materie prime seconde è nato in tante realtà, pertanto
vogliamo che la selezione e la valorizzazione di questi imballaggi siano
considerate strategiche.
La tariffa puntuale, pagare cioè l’indifferenziato
che si produce, non è utopia: in due comuni serviti da Publiambiente è realtà! È
impellente installare, come in tutta la Toscana, i raccoglitori di olio
alimentare esausto da avviare al consorzio apposito. Sono necessarie stazioni
ecologiche (ed è quindi necessario prevedere sin da subito dove collocarle) per
incentivare il conferimento dei cittadini ed eventuali meccanismi incentivanti.
E, soprattutto, chiediamo con forza l’allargamento
del sistema di raccolta differenziata porta-a-porta a tutta la città. Non ha
senso mantenere dei quartieri “spot” (centro storico ed area commerciale di
Sant’Agostino), oltretutto in zone non particolarmente antropizzate. La
raccolta porta-a-porta (PAP) ha senso solo se attivata nell’intero comune; è
inutile ed anzi rischia di essere controproducente, avere, nella stessa città,
cassonetti stradali in alcune zone e raccolta PAP in altre. Questo provoca
fenomeni di migrazione indesiderata e dannosa (rifiuti che vengono portati
altrove). Inoltre, come chiederà il prossimo Piano Interprovinciale di Area
Vasta (A.T.O. Toscana Centro), tutti i comuni dell’area Firenze-Prato-Pistoia
devono attivarsi per una raccolta differenziata massiccia (i termini attuali
sarebbero stati quelli del 65% entro il 2012 ma è pura utopia) attraverso la
generalizzazione della PAP. Per Pistoia – che attualmente ha una raccolta
assestata sul 40% con il sistema dei cassonetti stradali- restare indietro
sarebbe deleterio. La raccolta dei rifiuti attraverso la PAP comporta un’intercettazione
puntale, famiglia per famiglia, che può e deve avere riscontri economici
positivi in termini di Tia.
Auspichiamo la prassi del riuso e del
risparmio, quindi grande distribuzione organizzata, negozi, ambulanti del
mercato e clienti devono usare per gli acquisti le sporte riutilizzabili: a
Capannori ci sono riusciti, è semplice, lo facevano i nostri genitori, lo
possiamo fare anche noi, basta volerlo.
7) Impronta Ecologica
L’amministrazione comunale deve
pubblicare ogni 6 mesi i risultati conseguiti in termini di acquisti verdi, cioè
i prodotti che ri-utilizzano la materia proveniente dalla raccolta
differenziata e che sono obbligatori per legge. Devono essere pubblici anche
gli acquisti fatti conseguire alla galassia delle aziende pubbliche e
pubblico-private specificando quantitativi di compost, attrezzature in plastica
e carta riciclata acquistata.
Chiediamo che tutti gli anni sia
pubblicato e consultabile il bilancio dell’elettricità e del gas consumati
negli edifici pubblici e che siano evidenziati i risparmi conseguiti
annualmente. Si impongono, infatti, il taglio degli sprechi e il risparmio energetico,
a parità di servizi: occorrono soluzioni intelligenti, domotica, Led ai
semafori e nelle rotonde, ricaricabili con batterie solari. Sono alcune delle principali
azioni da intraprendere su questa strada.
Vogliamo i servizi sociali siano
fondati sulla responsabilità sociale d’impresa sul Last Minute Market, una
organizzazione di derivazione universitaria ed esperienza già praticata con
successo in molte città: anche il volontariato deve essere partecipe dell’economia
reale.
8) Energia e Fonti Rinnovabili
La dipendenza energetica del nostro
territorio è imbarazzante. Lo sviluppo e l’implementazione delle biomasse per
produzioni energetiche da affiancare al distretto forestale da un lato e
risparmio energetico dall’altro, sono le linee guida per la nostra realtà.
Tecnologia led, sperimentazione di
costruzioni in legno, coibentazione diffusa degli edifici, minireti di
teleriscaldamento anche in pianura al servizio dei distretti scolastici e
sportivi, sono solo alcuni esempi.
Grazie alla sostituzione delle
coperture con impianti fotovoltaici possiamo provare a liberarci dall’amianto
in 5 anni coinvolgendo i cittadini con forme di azionariato diffuso. Partiamo
dai cantieri comunali e dall’area ex Martinelli, quest’ultima adatta a esser
riqualificata, con destinazione manifatturiera. Ugualmente è opportuno riconvertire,
bonificare, riqualificare, dove possibile, i capannoni della zona sud, ex
Lipidol in primis, e tanti altri sparsi sul territorio.
Il sogno: dalla città del verde alla
città dei 1000 tetti verdi perché un minor scetticismo ed una maggiore
competenza possono celebrare il matrimonio tra esigenze energetiche e bellezza
del territorio
9) Agroalimentare, Zootecnia e Orti
Vogliamo incentivare filiere locali ed
allevamenti estensivi. Parallelamente al distretto vivaistico e a quello
forestale vogliamo un distretto agroalimentare montano: è un fallimento
culturale quello di una società che vede nell’agricoltura qualcosa di marginale
e di non moderno per lo sviluppo economico. Prevenzione del rischio
idrogeologico, politiche precise per la “custodia” dei boschi e per la pulizia
dei fiumi.
Parallelamente vogliamo che Pistoia ritorni
città degli ORTI: inventario di tutti i terreni urbani e marginali, pubblici e
privati. Favorire orti per anziani, didattici e sociali in consorzio con
privati e cooperative. Investire cioè davvero nell’orticoltura urbana anche
come approvvigionamento ortofrutticolo e recupero dei frutti antichi locali.
Coinvolgere la Curia in questi progetti: ha la proprietà di tanti terreni che
rischiano di diventare parcheggi, precludendo così un valore aggiunto a
Pistoia. Ritornino belli e coltivati come al tempo dei frati che li
custodivano!
10) Biodiversità e Vivaismo
Investire nella biodiversità,
specialmente per quanto riguarda la valorizzazione delle aree montane del
comune di Pistoia, con l’istituzione di vere aree protette, nel senso moderno
di questo termine: creazione di reti di sentieri, trekking e ippovie, con
preventiva pulizia dei boschi (via Francigena e antiche vie di valico) e di
prodotti DOC (castagne) che fungano da attrattiva turistica sostenibile.
Crediamo che i tempi siano maturi per una nuova riflessione sulle politiche
territoriali anche alla luce della decisione della Regione Toscana che,
applicando la metodologia di Conservazione Ecoregionale proposta dal WWF
Italia, ha deliberato di dotarsi di un ampio programma regionale per la
conservazione della biodiversità. Per una corretta tutela della biodiversità, è
altresì indispensabile la necessità di una limitazione immediata all’utilizzo
di anticrittogamici e geodisinfestanti nel settore vivaistico.. Non è più
rinviabile un piano del verde (censimento e interventi di ri-piantumazione): l’ordine
degli agronomi ne aveva presentato uno, gratuitamente, è il caso di riprenderlo
in considerazione. Alla luce poi della creazione del distretto forestale,
vorremmo che il comune si doti di un piano di un piano di utilizzazione
boschiva che diffonda una filiera del legno secondo lo standard FSC. È urgente
infine rispettare la legge Rutelli, fino ad oggi disattesa: un albero per ogni
nuova nascita, dire però dove e cosa si pianta.
Ultimo, ma non certo per importanza, il
vivaismo per le nostre due associazioni è e rimane un settore economicamente
rilevante della nostra Provincia, ma deve essere considerato alla stregua di
una attività industriale o commerciale e pertanto ne deve essere monitorato
attentamente l’impatto ambientale.
A parere di queste Associazioni,
infatti, le aziende vivaistiche sono profondamente cambiate negli ultimi anni e
la necessità di superfici semi-impermeabilizzate, piazzali di carico e serre,
le fa somigliare sempre più ad imprese industriali. Aver chiesto ed ottenuto,
fino al 2001, dal Comune di Pistoia un Osservatorio sul Vivaismo è stato un
nostro successo come peraltro lo è stato l’apertura dello Sportello Biologico a
Quarrata. Purtroppo ci sono ancora questioni impellenti da portare all’attenzione
dell’opinione pubblica: il consistente utilizzo di diserbanti, disseccanti e
geodisinfestanti; l’aumento della vasetteria, che ha fatto crescere il
fabbisogno idrico con la proliferazione di pozzi privati e il conseguente
abbassamento della falda idrica; la prospettiva di vedere l’infiltrazione delle
acque superficiali sature di residui chimici in quelle più profonde, utilizzate
per finalità idropotabile.
Si è sempre discusso molto poco di
questo tema sia perché il vivaismo, come già detto, è la principale attività
economica dell’ area pistoiese, sia perché mancano o non sono divulgati dati
tecnici che permettono di inquadrare compiutamente il fenomeno. L’obiettivo
delle nostre due Associazioni non è la sterile polemica, ma vorremmo
confrontarci disponendo di precisi dati di riferimento affinché non ci si debba
affidare più a percezioni.
Legambiente Circolo Pistoia
Comitato per il WWF di Pistoia
LE INDICAZIONI
Comunque tu la pensi, vota il Cigno
associazione ambientalista trasversale
LEGAMBIENTE sostiene ed invita a votare
i candidati al Consiglio Comunale di Pistoia di tutte le liste iscritti
all’associazione che si dichiareranno motivati a lavorare attivamente sui
seguenti profili, qui brevemente ma concretamente indicati:
Porrettana. Rimodulazione del servizio ripristinando le corse dei treni
ed eliminando quelle dei pullman. Attivazione di un collegamento
Firenze-Pistoia-Porretta-Bologna, con uno snodo centrale a Pracchia. Tutelare
la Porrettana significa anche rilanciare la montagna con tutte le sue attività:
filiera del legno, turismo sostenibile,
zootecnia e raccolta dei prodotti del sottobosco. Nel 1° anno.
Acqua. Rispetto dell’esito referendario – come da sentenza della
Corte Costituzionale- attivando tutte le procedure per avviare la
ripubblicizzazione del servizio idrico ed assicurando immediatamente che sia
effettivamente eliminato il 7% dalla tariffa di Publiacqua, dei cittadini e
degli enti pubblici. Installazione in luoghi e uffici pubblici di erogatori di
acqua potabile e creazione di acquedotti ad uso dei vivai che riutilizzino le
acque reflue come misure per il risparmio idrico. Subito.
Ospedale. Pianificazione al campo di volo di interventi che evitino
ulteriori cementificazioni ma prevedano un parco urbano in quella zona,
attuando la previsione urbanistica di un parco all’interno dell’area
dell’ex-campo di volo secondo quanto previsto dal progetto vincitore del bando
nazionale indetto dal Comune. Stop al consumo di territorio e no a nuovi volumi
nell’area del Ceppo: si dovrà costruire solo recuperando il patrimonio edilizio
esistente. Monitoraggio continuo. Pensare al futuro: restituiamo ettari
alla terra!
Mobilità/Viabilità. Istituzione di un fondo dalle entrate delle multe per
finanziare opere per il superamento delle barriere architettoniche. Mini
parcheggi per le biciclette e nuove rastrelliere nelle piazze e luoghi
nevralgici. Nuovo piano della mobilità ed estensione della ZTL, anche nelle
periferie, dove necessario. Limite di 30km/h alle auto nelle zone residenziali.
No al parcheggio in San Bartolomeo ma sì ad un parcheggio sostenibile all’area
Pupilli. Restituzione al trasporto pubblico il ruolo di servizio, degno di
questo nome. Costituzione di una rete territoriale di piste ciclabili che dalle
zone periferiche consenta di raggiungere il centro della città in modo da
integrarle con le aree a traffico limitato od assente del centro storico.
Iniziare appena insediati.
Rifiuti. Rispetto del protocollo sottoscritto dal comune nel 2008 su:
riduzione degli imballaggi generati
dalla piccola e grande distribuzione, predisposizione degli acquisti verdi.
Estensione della raccolta differenziata “Porta a Porta” a tutto il comune e
parallela individuazione di almeno tre isole ecologiche. Attivazione della TIA
(tariffa igiene ambientale) PUNTUALE: si paghi solo l’indifferenziato conferito,
come previsto dall’Europa. Riconsiderare la fattibilità di un impianto di
compostaggio. Liberare la fantasia al fine di produrre meno rifiuti. Nel 1°
anno.
Verde. Elaborazione di un piano del verde con la collaborazione
dell’ordine dei dottori agronomi e forestali e dell’ordine degli architetti.
Accordi con privati per la predisposizione di un arredo urbano in città anche
come promozione di Pistoia. Piantiamo insieme 5000 alberi in 5 anni nei quartieri
più urbanizzati del territorio comunale, ponendo particolare attenzione alle
piante melliflue. Certificazione ambientale di tutti i vivaisti.
Riqualificazione degli spazi verdi pubblici esistenti e creazione di nuovi
parchi e giardini in città e nella periferia affinché Pistoia possa essere
conosciuta come città del verde non solo di quello privato ma anche di quello
pubblico. Nei 5 anni. 1000 alberi l’anno.
Orti Sociali Urbani. Attuazione del regolamento comunale ed individuazione di
aree pubbliche e/o private da destinare al progetto dislocate in quattro zone
strategiche dell’immediata periferia nord, est, sud ed ovest della città. Nei
primi 6 mesi.
Energia. Bonifica della copertura dei capannoni, anche dismessi,
sostituendo l’eternit con moduli fotovoltaici. Elaborazione di un piano di
risparmio energetico dei consumi dell’Ente e pubblicazione dei risultati
conseguiti. Nel 1° anno, dopo 5 anni aver dimezzato le spese energetiche
dell’Ente.
Partecipazione. Messa in atto di processi partecipativi strutturati che
coinvolgano concretamente gli abitanti nelle decisioni e nei progetti che
riguardano interventi strategici e di rilevanza pubblica per la città ed il
territorio comunale. Creazione di una nuova commissione consiliare composta dai
5 consiglieri comunali più giovani, indipendentemente dalla loro collocazione
politica, al fine di creare un canale di comunicazione istituzionale con le
nuove generazioni. Inserire nello statuto comunale il diritto al divertimento
in ogni età. Nel 2° anno.
I
candidati che hanno sottoscritto il documento sono:
Monica Bani (PD)
Franca Baldini (IDV)
Ilaria Ballotti (Insieme per Pistoia)
Alessio Bartolini (Per un’altra
Pistoia)
Alessio Bartolomei (Pistoia Futura)
Andrea Betti (IDV)
Laura Biggi (Federazione della
Sinistra)
Rosalia Billero (Federazione della
Sinistra)
Riccardo Chelucci (Insieme per Pistoia)
Leonardo Ciuti (Pistoia Futura)
Andrea Fusari (Verdi Arcobaleno)
Fabrizio Geri (SEL)
Massimo Lissa (PDL)
Lorenzo Lombardi (Verdi Arcobaleno)
Franco Matteoni (Un’altra Pistoia)
Rita Monari (Federazione della
Sinistra)
Giampaolo Pagliai (Per il Terzo polo)
Daniela Sgambellone (IDV)
Alessandro Tomasi (PDL)
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 28 aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Trovo emblematico che il sindaco Bertinelli, abbandonate le ecologiche biciclette, abbia adottano per la fine della campagna elettorale un inquinante bus a due piani bandito da anni da Londra. La grancassa val bene qualche rinuncia per il maggior scopo. Bottegone docet......
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