venerdì 20 aprile 2012

BREDA. IL DILEMMA DELL’ESSERE O NON ESSERE AL TEMPO STESSO


Contraddizioni insanabili: non si può essere ‘liberal & statualisti’ a giorni alterni – Bruni sembra non essere pienamente coerente nelle sue scelte

PISTOIA. Fra il commovente e il grottesco.
Basta leggere poche righe tratte dal Tirreno. Bruni si arrampica sugli specchi per dirci cosa vorrebbe e cosa non vorrebbe – secondo lui – e per informarci di quello di cui sappiamo già: che tutto il Pd (che ora ha da pensare ai suoi ‘rimborsi elettorali’ e non sembra avere molto tempo) sta lavorando per la soluzione del problema; e Baldi ci racconta del miliardo e 711 milioni di buco della azienda pistoiese, auspicando che i sedili dei treni vengano fatti a Quarrata invece che in Puglia,
come se questo fosse la soluzione per l’agonia della Breda:

«Noi – continua Bruni – abbiamo già chiamato in causa i vertici del Partito Democratico: da Bersani a Franceschini che sarà a Pistoia il 2 maggio, fino a D’Alema in città il 24 aprile». Sì ad accordi commerciali, industriali, partnership, dunque. E persino alla vendita di quote azionarie, ma sotto il 50%, e con un piano industriale che garantisca lavoro e mantenimento in attività degli stabilimenti per molti anni: è questa la posizione espressa da Enrico Baldi. «Ci rendiamo conto che da soli non sarà possibile andare avanti per molto – spiega – il bilancio del 2011 si chiuderà con un buco di 711 milioni di euro che si andranno a sommare con il miliardo di perdite accumulato negli anni scorsi a causa di un decennio di scelte sbagliate dei vertici dell’azienda. Abbiamo fornitori lontanissimi: i sedili ce li facciamo fare in Puglia. Perché non farli fare a Quarrata? Questi sono punti critici che da tempo denunciamo e che anche i giapponesi hanno fatto notare. C’è poi il problema dei fornitori che non danno più il materiale perché devono ancora riscuotere».

Si conclude facendo sapere ai lettori che i giapponesi hanno spulciato anche l’elenco fornitori e il locale caldaie. Ed è anche credibile che lo abbiano fatto come chi sta per acquistare un appartamento e vuole in ogni maniera rendersi conto dello stato di ciò che acquista.
Fra il commovente e il grottesco, si diceva.
Con un miliardo e 711 milioni di buco, è difficile fare il discorso di Bruni: lui, segretario del Pd comunale, investirebbe in una azienda che finora ha fatto acqua da tutte le parti? O se dovesse comprarla, lo farebbe solo in modo da poter decidere – con una propria indiscutibile maggioranza – cosa tagliare e cosa salvare, per sanarla? Ragioniamo in modo molto concreto: cosa ha fatto Bruni da segretario Pd? Si è portato in casa i crediti di Bartoli o ha, invece, tagliato i bartoliani che, metaforicamente, rappresentano una sorta di caso-Breda in casa Bertinelli?
Il male del nostro Paese è anche questo, pretendere di essere sempre doppi: catto & comunisti, liberal & statualisti, industrial-finanzieri & sociali, pubblici & privati e altro ancora.
Ma non si può essere due cose al tempo stesso, non si può essere liberal & statualisti a giorni alterni, come i parcheggi lungo le vie cittadine: non si può, insomma, servire a due padroni, come disse Cristo, senza amarne uno e odiarne un altro.
Essere e non essere non è ammesso per la medesima cosa, il medesimo animale e la medesima persona.
Lo dice anche Aristotele che la terza via non è possibile…
Edoardo Bianchini
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[Venerdì 20 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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