Contraddizioni insanabili: non si può
essere ‘liberal & statualisti’ a giorni alterni – Bruni sembra non essere pienamente
coerente nelle sue scelte
PISTOIA. Fra il commovente e il grottesco.
Basta leggere poche righe tratte dal Tirreno.
Bruni si arrampica sugli specchi per dirci cosa vorrebbe e cosa non vorrebbe –
secondo lui – e per informarci di quello di cui sappiamo già: che tutto il Pd (che
ora ha da pensare ai suoi ‘rimborsi elettorali’ e non sembra avere molto tempo)
sta lavorando per la soluzione del problema; e Baldi ci racconta del miliardo e
711 milioni di buco della azienda pistoiese, auspicando che i sedili dei treni vengano
fatti a Quarrata invece che in Puglia,
come se questo fosse la soluzione per l’agonia
della Breda:
«Noi – continua Bruni – abbiamo già
chiamato in causa i vertici del Partito Democratico: da Bersani a Franceschini che
sarà a Pistoia il 2 maggio, fino a D’Alema in città il 24 aprile». Sì ad
accordi commerciali, industriali, partnership, dunque. E persino alla vendita
di quote azionarie, ma sotto il 50%, e con un piano industriale che garantisca
lavoro e mantenimento in attività degli stabilimenti per molti anni: è questa la
posizione espressa da Enrico Baldi. «Ci rendiamo conto che da soli non sarà
possibile andare avanti per molto – spiega – il bilancio del 2011 si chiuderà
con un buco di 711 milioni di euro che si andranno a sommare con il miliardo di
perdite accumulato negli anni scorsi a causa di un decennio di scelte sbagliate
dei vertici dell’azienda. Abbiamo fornitori lontanissimi: i sedili ce li
facciamo fare in Puglia. Perché non farli fare a Quarrata? Questi sono punti
critici che da tempo denunciamo e che anche i giapponesi hanno fatto notare. C’è
poi il problema dei fornitori che non danno più il materiale perché devono ancora
riscuotere».
Si conclude facendo sapere ai lettori
che i giapponesi hanno spulciato anche l’elenco fornitori e il locale caldaie.
Ed è anche credibile che lo abbiano fatto come chi sta per acquistare un appartamento
e vuole in ogni maniera rendersi conto dello stato di ciò che acquista.
Fra il commovente e il grottesco, si
diceva.
Con un miliardo e 711 milioni di buco,
è difficile fare il discorso di Bruni: lui, segretario del Pd comunale,
investirebbe in una azienda che finora ha fatto acqua da tutte le parti? O se
dovesse comprarla, lo farebbe solo in modo da poter decidere – con una propria
indiscutibile maggioranza – cosa tagliare e cosa salvare, per sanarla? Ragioniamo
in modo molto concreto: cosa ha fatto Bruni da segretario Pd? Si è portato in
casa i crediti di Bartoli o ha, invece, tagliato i bartoliani che,
metaforicamente, rappresentano una sorta di caso-Breda in casa
Bertinelli?
Il male del nostro Paese è anche
questo, pretendere di essere sempre doppi: catto & comunisti, liberal &
statualisti, industrial-finanzieri & sociali, pubblici & privati e
altro ancora.
Ma non si può essere due cose al tempo
stesso, non si può essere liberal & statualisti a giorni alterni,
come i parcheggi lungo le vie cittadine: non si può, insomma, servire a due
padroni, come disse Cristo, senza amarne uno e odiarne un altro.
Essere e non essere non è ammesso per
la medesima cosa, il medesimo animale e la medesima persona.
Lo dice anche Aristotele che la terza
via non è possibile…
Edoardo Bianchini
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[Venerdì 20 aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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