Alla fine sono arrivate. In ritardo, ma ancora, più o meno,
in clima pasquale.
Sto parlando delle uova per il signor Profumo e per la
signora Fornero, il ministro che pianse, ma che poi si ravvide e che portò dignitosamente
a termine le sue operazioni di ‘macelleria’ scientifica del mondo del lavoro e
delle pensioni.
Non sto dicendo cose assurde. Lei stessa ha ribadito più
volte che ‘loro’, i salvatori della patria, sono stati chiamati lì a compiere
opera di chirurgia sommaria per condurre in porto (più realisticamente: al
cimitero) questo Paese di santi, navigatori e poeti.
E come, allora, poter sperare che questi grandi uomini,
piovùtici da Marte e accolti da tutti a braccia aperte (tanto che perfino il Pd
è riuscito, più o meno, ad andare d’accordo con il Pdl) piacciano? Che la gente
– quella del Paese reale, quella che lotta per la pagnotta, quella che perde
pensioni e lavoro e vede il trattamento riservato agli esodati – possa
amare personaggi come questi, che nuotano, come zio Paperone, nel loro deposito
d’oro, ma fanno nuotare gli altri nel bidet di casa propria?
Si meraviglia, la stampa, che, nella loro città, Fornero e
Profumo non siano stati accolti bene o comunque civilmente. Sarebbe meglio
meravigliarsi meno e pretendere maggior rigore da questi aggiustatori
dei disastri dell’antipolitica dei partiti.
Giunti per fare, si sono seduti e ascoltano le dritte dei
partiti stessi: non fanno nulla, né niente hanno fatto, se non finire di
schiacciare la gente con un cumulo di tasse che provocano (nel sociale) la
stessa micidiale tensione che si crea lungo una faglia, quando due continenti
si pigiano a vicenda, finché non schianta un terremoto devastante.
Difficile non ricordare i suicidi dei disperati. E non
pensare che chi ha una seconda casa debba entrare nell’ordine di idee che
presto dovrà s-vendere per il famelico bisogno di uno Stato mangione e senza
rispetto per nessuno.
Difficile pensare che questi cittadini della classe media,
della media borghesia, non siano stati sbeffeggiati da un Governo di dazieri
(i giovani non ricordano cos’erano, ma i sopravvissuti come me sì) dopo che,
con l’investimento dei propri risparmi, dal 60 all’80, hanno tenuto in moto l’economia
della nazione acquistando seconde case e facendo girare il settore delle
costruzioni, con benefìci per tutti. Non solo: ma hanno pagato più tasse, più
luce, più telefono e perfino la nettezza urbana per tutto l’anno, pur abitando
solo pochi mesi nelle loro seconde case del tempo libero, oggi prese selvaggiamente
di mira.
Non lo saranno altrettanto le case dei palazzinari e
delle grandi proprietà immobiliari: e questa è la giustizia equitativa di Monti
e della signora Fornero, che può portarsi a casa le sue uova di Pasqua in piena
soddisfazione.
La situazione è un macello. Non va niente e altro ci aspetta
con il signor SuperMario: lo sappiamo e lo sanno tutti, anche se tutti
tacciono. Tutti quelli che fanno il bagno nel deposito di Paperone e non nel
bidet di casa propria.
Si sarebbe dovuto scegliere il taglio del superfluo e la
vendita del patrimonio statale.
Si è battuta la via opposta: sovraccaricare di tasse (regola
che fu assai cara anche al Pd di Padoa-Schioppa), secondo l’ottica del
bottegaio di quartiere.
Perché questo governo è, sostanzialmente, un Forn(ero) di
idee da massaie, che mette molta carne al fuoco, ma che, alla fine, altro non è
che tanto (Pro)fumo e niente arrosto.
Edoardo Bianchini
P.S. – Ma la Fornero lo sa cosa significa umiltà?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 22 aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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