lunedì 30 aprile 2012

SUICIDI. UNA CRESCITA DEL PAESE, MA VERSO GLI INFERI


di Luigi Scardigli

Credo che il nostro Presidente del Consiglio, nella sua manovra tecnica tesa a risanare un paese sull’orlo del precipizio – burrone nel quale precipiteremo, a prescindere, vien fatto di immaginare – si sia lasciato ispirare, nel progetto, anche da alcune profetiche lungimiranze di Emile Durkheim, il sociologo e antropologo alsaziano, circa l’autoselezione naturale.
Sosteneva infatti, lo studioso ebreo-transalpino, che durante le grandi crisi sono i suicidi a livellare la percentuale degli esclusi e a riequilibrare così il mercato, nel suo grande e inestirpabile contraltare di domanda-offerta.

Da quando il Paese ha infatti delegato a questo illustre scienziato le sue sorti, l’Italia è decisamente rovinata verso il basso, una discesa agli inferi che sta assumendo dimensioni bibliche e a velocità supersoniche.
In questa rovinosa caduta verso gli inferi – proprio come sosteneva Durkheim – i soggetti più deboli, non riuscendo a fronteggiare la crisi, preferiscono alzare bandiera bianca e certificare, con il suicidio, la propria impotenza. Non tutti, beninteso: catalogare l’omicidio di noi stessi in questa sola accezione sarebbe, oltre che riduttivo, terribilmente inesatto, approssimativo, superficiale, presuntuoso e, perché no, sciocco.
L’ultimo, ultimo in ordine di tempo, ma purtroppo non certo ultimo, ahituttinoi, è il 56enne portiere di uno stabile di corso Garibaldi a Napoli che, stamani, ha preferito togliere il disturbo dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento e conseguente perdita dell’immobile nel quale viveva, ormai senza più moglie e figli dal giorno della separazione.
Certo, i vicini di casa e di strazio raccontano che l’uomo era già mentalmente provato dall’improvvisa perdita della madre e che il suo gesto estremo, probabilmente, non sia unicamente riconducibile alla perdita del lavoro.
Ma sempre in questi giorni, casi analoghi, dalla Val Brembana alla Sicilia, senza bypassare la Sardegna, ne son successi molti, tanti veramente, forse troppi, probabilmente anche oltre ogni funerea previsione dell’arguto e lungimirante Durkheim.

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[Lunedì 30 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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