domenica 22 aprile 2012

SIMIONATO. IMMIGRAZIONE, CONTRAFFAZIONE


PISTOIA. Se un nostro concittadino, uno dei tanti Fedi, Tesi, Bonacchi, Niccolai, per citare i nomi più comuni, ci avvicinasse per strade e, con insistenza, ci apostrofasse con un “ciao fratello, come stai? dammi la mano”, nella migliore delle ipotesi gli chiederemmo che cosa ha bevuto di recente, nella peggiore lo manderemmo a quel paese.

Invece a Pistoia è diventata una consuetudine il venire avvicinati da persone di colore che dopo aver recitato il loro triste copione concludono con una richiesta di denaro.
È una realtà di grande tristezza, ed io per prima provo un profondo dolore nel vedere questi giovani uomini, umiliarsi in questa triste pantomima per un tozzo di pane.
Il lasciar fare, tipico di un perbenismo del non intervenire, non fa altro che aggravare la situazione della nostra città. Se percorrete via Cavour in certe ore, vi potrà capitare di essere fermati da tre o quattro “fratelli neri” che chiedono l’elemosina. Esiste una dignità per questa povera gente, ma esiste anche una dignità del cittadino, un diritto all’essere lasciato in pace, già preda di tante preoccupazioni per cause proprie.
Pistoia è diventata zona franca per tanti immigrati illegali. Troviamo conferma di questo anche nel rifiorire di tanti tappetini del falso. Al mercato sono tornati senza alcun timore. Ed i vigili, o si voltano dall’altra parte, o hanno seri problemi alla vista. L’abbiamo detto e ripetuto, che la filiera criminale della contraffazione trova nel tappetino l’ultimo anello. Combattere questa illegalità significa combattere la criminalità organizzata. Significa togliere ossigeno alla malavita e stroncare questo turpe mercato che arruola sventurati clandestini a interpretare sé stessi.
Ci sono norme ben precise che sanzionano e puniscono la vendita di merci false, sia per il venditore sia per l’acquirente.
Non esiste un’altra città della nostra regione che abbia ancora questo tipo di illegalità così diffusa. Tolleranza? Neanche per idea. Ipocrisia e codardia. L’incapacità di assumersi delle responsabilità da parte della nostra amministrazione. Continuare su questa strada del lassismo significa condannare Pistoia a diventare (forse lo è già) il ricettacolo di tutta l’immigrazione illegale della Toscana e dintorni. Confermando la profonda pietà per queste situazioni umane, ritengo assolutamente necessario un intervento serio e rigoroso per ripristinare la legalità.
Anche questo è uno dei punti fondamentali del mio programma come sindaco di Pistoia.
Daniela Simionato
capogruppo LegaNT
[comunicato]
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[Domenica 22 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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