ROMA-PISTOIA. Ieri
l’amministratore delegato di Finmeccanica Pansa è venuto a riferire in
Commissione Attività Produttive, commissione della quale faccio parte. L’amministratore
delegato ha confermato a chiare lettere quello che aveva avuto modo di dire già
a mezzo stampa precedentemente. La commissione, che doveva proseguire con gli
interventi dei commissari, è stata aggiornata ad una nuova seduta (causa lavori
in aula) per consentire le domande da parte dei deputati. La seduta dovrebbe
tenersi quanto prima e in quella sede, essendomi già iscritta a parlare, ho
intenzione di porre con grande nettezza alcune questioni.
Pansa parla di nanismo dell’azienda.
Questione senz’altro vera rispetto a tutti i principali competitors europei e
mondiali. Come mai, visto che dieci anni fa circa eravamo tra i principali
players a livello internazionale, le altre aziende sono cresciute a dismisura e
noi siamo rimasti fermi facendo crescere solo il debito? Di chi sono le
responsabilità? Degli operai o di chi l’azienda l’ha guidata? Per anni abbiamo
visto management susseguirsi, sostenere che la colpa era dei precedenti e
lasciare le cose peggio di come le avevano trovate. Perché Finmeccanica, al
netto dell’amministratore delegato Manfellotto che pare di altra qualità, ha
mandato sempre alla guida di questa azienda persone a fine carriera, non dando
la sensazione di investire realmente in questa impresa e limitandosi in modo
assistenzialistico a ripianare il debito, solo per tenere un ramoscello di
civile per abbellire il vero business, quello militare?
Pansa ha detto che non esiste
distinzione tra settore civile e settore militare perché i due settori sono misti
all’interno di quasi tutti le imprese di Finmeccanica. Se è così come mai
allora si lavora per disfarsi degli unici rami che sono totalmente “civili”?
Pansa ha dichiarato che Finmeccanica è
partecipata dal governo per il 35% e per la parte restante da investitori
esteri che ovviamente guardano anche ai profitti. Ci si dimentica forse che il
governo detiene la golden share? È una semplice dimenticanza? In questi anni
abbiamo visto susseguirsi governi di vari colori politici e nessuno ha mai dato
con nettezza la sensazione che questo settore potesse avere un peso nella
strategia industriale del Paese. Parole tante, fatti pochi. Il settore dei
trasporti cresce a livello mondiale. Possiamo permetterci, vista la crisi che
stiamo vivendo, di disfarci di questo settore senza colpo ferire come se si
vendesse una proprietà a “Monopoli”?
Finmeccanica sente di dover guardare
anche alla politica industriale del paese nelle sue strategie oppure solo ai
profitti degli azionisti esteri?
E il governo cosa pensa?
In questi ultimi anni abbiamo letto a
più riprese dichiarazioni da parte di Finmeccanica che hanno parlato di
vendita, di partnership, di bad e new company, di holding con il settore dell’energia
e con Fincantieri, di polo nazionale dei trasporti. Per ora nessuna risposta
precisa. Pansa si limita a dire che questa azienda è piccola, che non guadagna
e che quindi Finmeccanica se ne vuole disfare. Ma come? È lecito saperlo? Si può
vedere un piano industriale? Si può chiedere che ci sia un confronto con le
istituzioni e che non si parli solo a mezzo stampa? Si può chiedere se prima di
vendere si vuole risanare o se si vuole svendere? Noi non pensiamo che le cose
possano rimanere così. Sarebbe follia. Chiediamo però un po’ di chiarezza e di
approfondimento, se è lecito. A Finmeccanica e al governo. Queste cose le
chiederò a Pansa in commissione appena sarà riconvocata. Spero di avere delle
risposte.
[comunicato
on. bini]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 22 gennaio 2014 | 19:31 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.