di PAOLA FORTUNATI
In Consiglio Comunale Tomasi solleva il
problema della restituzione delle somme indebitamente percepite dall’azienda – E
il Vicesindaco difende la partecipata a scàpito del popolo
PISTOIA. Publiacqua ci riempie di giubilo dalla sua pagina
web con annunci entusiastici del tipo “Dal rubinetto di casa tua acqua fresca
di giornata!”
E meno male!
IL MIO PAESE
NON ERA QUESTO
NON HO MAI visto
un casino come questo di questi anni e di queste sinistre, tra porcelli,
maiali (metaforici e reali) e ladri istituzionali. Né mai ho sentito un politico
parlare come sembra abbia parlato la Belliti, pur se la legge possa prevedere
simili amenità – ma la legge non ci ha dato anche un Parlamento illegittimo e
Governi inventati da un Presidente che non ha mai avuto, di diritto, poteri
straordinari?
Va
bene che la Belliti è filosofa e che – come dice Guicciardini – i filosofi
son tutti matti! Ma sostenere che, se si restituisce quel che si è tolto
a forza dalle tasche della gente, si deve ricaricare il tutto sul groppone di
tutti, è davvero una sottigliezza eristica che solo alla filosofia è
permessa. Alla filosofia intesa come scienza del rendere difficile il facile
attraverso l’inutile, beninteso.
Pensate
a quel che ha detto Rodotà ieri sera da Fazio sulla corrottissima Prima
Repubblica (che io rimpiango ogni giorno e ogni ora).
In
uno Stato di diritto normale, il solo fare affermazioni come queste,
comporterebbe la sollevazione del popolo e la messa alla gogna. Ve le
ricordate le sommosse del post-68-anni 70? Ripensateci!
Ma
noi non siamo in uno Stato di diritto normale, perché altrimenti, dopo la
sentenza della Costituzionale (2008! Ben 5 anni fa!) qualsiasi Procura
della Repubblica avrebbe dovuto vegliare per monitorare se le cifre
indebitamente percepite venivano tempestivamente restituite o invece anche
solo trattenute troppo a lungo. Senza menare il can per l’aia, senza
lasciare quel popolo, nel cui nome si sentenzia, alla balìa di chi ha la
cassa in mano.
È
qui, infatti, il nodo della nostra Italia. Il nodo scorsoio.
È
in una giustizia che non sorveglia e non funziona – e in una serie di leggi
(a iniziare dalla Bassanini) che ha fatto, dell’illecito, il lecito: pensate
solo a un Dirigente che decide, senza controllo, di attribuirsi il premio di
produzione; o che nomina se stesso responsabile di un procedimento qualsiasi,
come un Napoleone che si autoincorona!
In
una giustizia affiancata da schiere di politici che – come improvvidamente il
Vicesindaco – invece di tacere o di scandalizzarsi, sostengono non il diritto
secondo cui giustamente nessuno è tenuto a pagare per quel che non riceve, ma
la finanza, che non può essere castrata nei propri obiettivi di
profitto, mentre invece andrebbe addirittura decapitata.
Questo
non è il mio Paese. Quello della Costituzione e in cui mi hanno fatto
crescere e pagare le tasse per nulla, perché tutto andasse a… gallina.
Cari
politici, della filosofia me ne frego, se permettete. Date retta: studiate
meno e vivete di più a fianco della gente vera!
Edoardo Bianchini
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Chi conosce la sentenza n° 335/2008
della Corte Costituzionale? Di certo la conosce Publiacqua che però si
guarda bene dal restituire quando indebitamente riscosso dagli utenti che non
hanno usufruito della depurazione. Né i rappresentanti politici si attivano per
correggere tale ingiustizia.
12216 consumatori pistoiesi hanno
diritto al rimborso, ad oggi ne hanno fatto richiesta solo 524! Somma spettante
agli aventi diritto 2.700.000 euro circa; la possibilità di ricorso scade alla
fine del 2014.
Intanto almeno chi legge sappia che
basta accedere alla pagina web di Publiacqua e cliccare sulla casella relativa,
Restituzione tariffa
depurazione sentenza 335 (basta cliccare sulla scritta celeste), inserire
il numero utente e così vedere se si ha il diritto al rimborso o meno.
Poi eventualmente, si deve fare la
richiesta presso Publiacqua, ma velocemente perché il tempo stringe.
Ma è normale che il consumatore utente
si debba far carico di richiedere quanto gli è dovuto? Chi non ha familiarità o
proprio non ha accesso alla rete, chi non ha avuto notizia dei fatti di cui si
tratta, deve subire una perdita ingiustificata e stringersi nelle spalle?
Sulla questione c’è stata un’interpellanza
del Consigliere Tomasi, oggi in consiglio comunale.
Risposta politica del vicesindaco: le
restituzioni non devono pesare sulla realizzazione del piano d’ambito (cioè
sulla qualità del servizio acqua) e quindi devono essere spalmate su tutti gli
altri consumatori non riguardati dalla sentenza della Corte Costituzionale,
insomma Publiacqua per far fronte ai dovuti rimborsi può aumentare le tariffe
di tutti gli altri.
Di un errore e quindi di un indebito
arricchimento non risponde nessuno tranne i cittadini che si vedono aumentare
le tariffe: becchi e bastonati (come troppo spesso in questa Italia delle
meraviglie accade).
Tomasi chiede l’inserimento del link
per ottenere i rimborsi, sulla pagina del Comune, la proposta è accettata:
almeno quello…
Replica di Tomasi: «Abbiamo creato un mostro! Publiacqua: ha diritto a
sbagliare addebitando costi ai cittadini che niente devono, non ha il dovere di
restituire in bolletta quanto percepito indebitamente ed anzi può aumentare le
tariffe a piacimento. Che i rappresentanti politici in Publiacqua si facciano
interpreti dello sdegno contro questa mostruosità, oppure vadano a fare un
altro mestiere».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 20 gennaio
2014 | 19:21 - © Quarrata/news]
Il rimborso deve essere fatto su 10 anni e non su 5 anni, come raccontato in modo truffaldino da Publiacqua e soci. (Sentenze del giudice di Pace di Arezzo n. 342/2013; 341/2013, 344/2013, 343/2013, 331/2013)
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