giovedì 7 giugno 2012

IL DIO MITRA, ARTE RUPESTRE E SPIRITUALITÀ A PISTOIA


di Lorenzo Cristofani

PISTOIA. Scendendo lungo le curve che avvolgono Saturnana, da cui la città di Pistoia appare, incastonata nella piana, come in una tela veneziana, si è portati a credere davvero che la valle del Piestro sia stata sede, nell’antichità, di un importante centro di culto, la cui aura può ancora evocare qualcosa in chi si lascia trasportare, per un attimo, dall’immagine del serpente scolpito nella roccia.

Un sincero ringraziamento va a tal proposito a Giuseppe Benini e Simone Fagioli, che agli inizi degli anni Novanta scoprirono il masso durante la ricerca di quarzi nel torrente Piestro, tributario del torrente Ombrone, elargitore di acqua tutto l’anno e sovrano di una angusta vallecola, popolata e brulicante di attività fino a qualche decina d’anni addietro.
Il grande masso di arenaria, su cui è inciso il lungo serpente, è stato oggetto, di recente, di alcune ipotesi di spiegazione. La più accreditata vorrebbe che il luogo in questione fosse legato al culto misterico del Dio Mitra, fosse cioè un mitreo. In effetti il macigno si trova in un luogo isolato al limite dell’inaccessibilità, caratteristica dei mitrei, luoghi chiusi, artificiali o naturali, molto spesso ipogei. Qui la natura veniva sacralizzata e si fondeva in un culto misterico, ricco di sorprendenti analogie col cristianesimo (vedi).
Il culto di questa divinità è documentato nella religione persiana e in quella indiana e viene introdotto nel mondo ellenistico prima e romano poi. Mitra è dunque un dio molto antico, primordiale, nato da un masso e legato a molti elementi astronomici (il sole, la costellazione del toro, la precessione degli equinozi…), che in occidente scompare ufficialmente nel 394 d.C. – quando per editto imperiale vennero banditi tutti i culti pagani in favore del Cristianesimo. Tuttavia non si esclude che nella periferia dell’impero, come poteva essere la valle del Piestro, il radicamento di questo essere soprannaturale sia perdurato ancora a lungo.
A suffragare la credibilità delle ipotesi fin qui riportate ci sono svariati indizi, qui solo in parte brevemente menzionati. Nella organizzazione delle sette mitraiche  il livello più alto raggiungibile dagli adepti era sotto la protezione di Saturno, e il toponimo di Saturnana, antico presidio da epoca storica, sembra testimoniare il legame della zona con la presenza del mitraismo. Infine l’acqua, che in questa religione sembra svolgere un ruolo purificatorio importante: spesso nelle vicinanze del santuario c’era una sorgente, naturale o artificiale. Nel nostro caso, appunto, in una dimensione atemporale ed eterna, scorre perenne il Piestro, come a lanciare un monito a quanti, accecati dall’ansia della crescita perenne, sono convinti di trasformare e ribaltare il rapporto necessariamente di sudditanza dell’uomo nei confronti del pianeta. Il pianeta vivo, che ci nutre e che se proprio non deve essere sacralizzato, come al tempo dei culti misterici e di Mitra, che ne era in un certo senso manifestazione, almeno potrebbe avere riconoscenza e un po’ più di rispetto.
Interessanti approfondimenti sul culto di Mitra sono qui consultabili.

Per chi fosse interessato ad effettuare un sopralluogo basta contattare Lorenzo Cristofani attraverso questo blog, che intende riportare all’attenzione dell’opinione pubblica questo singolare e dimenticato reperto. Che merita di essere conosciuto, studiato e approfondito scientificamente dai cultori dell’archeologia e dell’arte rupestre, nonché dagli specialisti delle discipline ad esse afferenti.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 7 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

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