sabato 25 gennaio 2014

STORIE DI ORDINARIA BUROCRAZIA. QUANDO UN COMUNE FUNZIONA VIOLANDO LE REGOLE DEL GIOCO


di EDOARDO BIANCHINI

La controversa storia degli sfalci del 2013 – Come si creano aspettative che si traducono in danno per chi ha bisogno di lavorare per vivere Uno spaccato di meccanismi anomali in senso al Comune di Pistoia?

PISTOIA. È una storia, questa, di ordinaria burocrazia. E una narrazione circostanziata che mette a nudo violazioni di norme e abusi figli di uno strapotere di dirigenti e funzionari che scoprono il nervo della fragilità del nostro sistema per niente democratico, per niente trasparente e per niente controllato da chi, per quel controllo, riscuote lauti stipendi anche in tempi di magra come questi.

La storia è semplice. C’è una cooperativa, a Pistoia, che ha sempre effettuato gli sfalci dell’erba su verde pubblico: e per affidamento diretto. Una cooperativa sociale, con quasi 30 operai che traggono, dalla sua attività, i mezzi minimi per vivere e per sbarcare il lunario con le famiglie.
Il Comune di Pistoia, grazie a Dirigenti con fin troppo potere (lo sapete cosa pensiamo della Bassanini e dei suoi effetti), ha sempre affidato i lavori di sfalcio e potatura a questa cooperativa, ma – come vedrete leggendo il documento che pubblichiamo – saltando a piè pari le procedure di legge: lo ha fatto con affidamenti diretti.
Eppure, anche se è sempre stato così, improvvisamente il vento smette di tirare dalla solita parte. Forse perché arriva Bertinelli sulla sedia di primo cittadino, o forse perché, al suo arrivo, è scoppiato il caso degli Untouchables, ai vertici della cooperativa – che all’inizio della primavera ha iniziato gli sfalci pur senza ordini precisi di nessuno, per evitare che Pistoia venisse invasa dall’erba di savana – viene detto che le cose non andranno più come prima: e invece di un grazie, nemmeno una parola; anzi, un sonoro rimprovero. E tuttavia qualcuno rassicura: «Ad ogni modo, vedremo che tutto torni ad essere come prima». E come?
Attenzione: a questo punto la cooperativa di cui stiamo parlando ha già rasato 150mila metri quadri dei 400mila della città: ha ripulito Bottegone, il giardino Pertini, via Annona, Candeglia e varie scuole pubbliche.
Nonostante tutto, e mentre dal Comune  qualcuno fa credere alla gente della cooperativa che tutto riprenderà come al solito (ad affidamento diretto), le cose non vanno così.
La cooperativa partecipa a una gara ad offerta e, in base al prezzo pattuito a metroquadro, esegue lavori per 63mila euro: finché, di colpo, il treno deve fermarsi.
La cooperativa viene chiamata e le viene detto che le saranno liquidati e pagati i lavori, ma solo per 50mila euro: 13mila euro in meno. Ma non si preoccupi – aggiungono – perché la compensazione dei 13mila euro in meno, ci sarà con i tagli successivi.
Tutto questo sulla parola, tutto di sottobanco, tutto non scritto – da quanto si capisce – e, soprattutto, tutto violando le regole del gioco. Non vi pare? Di solito un’amministrazione pubblica non dovrebbe funzionare così.
Di fatto, il Dirigente incaricato del servizio, al rientro dalla malattia, tira un bel crocione sopra i 13mila euro non pagati alla cooperativa. La pratica viene passata ad altro Dirigente che non risolve niente. La cooperativa si rivolge a Tuci, Assessore ai lavori pubblici, che però non vuole saperne: e il tutto finisce nella lettera indirizzata al Sindaco Bertinelli, che potete leggere per intero qui a fianco.
Ecco: ora c’è da chiedersi se sia possibile che un’amministrazione pubblica possa operare in questo modo – e questo non è che uno dei mille simili che ogni giorno vengono a galla come dei cadaveri dalla palude del pubblico.
C’è da chiedersi se per i cittadini – angariati, oppressi, perseguitati dalla fiscalità e dal fiscalismo della pubblica amministrazione – sia accettabile che la macchina funzioni in questi termini e finisca per creare danni e malestri di ogni sorta.
C’è da chiedersi di dare una definizione dello stile di questi sistemi operativi che albergano nelle nostre case comunali: affidamenti diretti e pasticciacci che abbiamo già visto anche nella storia degli Untouchables e che finiscono, dopo avere creato aspettative vitali, con il danneggiare ingiustamente lavoratori e famiglie sempre più senza fiato dinanzi alle pretese delle amministrazioni che strangolano tutti con prelievi che fra poco non saranno nemmen più pensabili, data la povertà e la miseria che avanzano da ogni parte e per tutti – e anche grazie a tanta buona amministrazione democratica.
Detto questo e letta la lettera che sembra sufficientemente chiara e dimostrativa di una certa preoccupante situazione, dovremo aspettarci ancora bassi profili da parte dei custodi dell’ordine e della legalità?
Se tutto ciò che leggiamo nel documento pubblicato qui a fianco, è vero e non è, al contrario, il primo passo di una calunnia, sbagliamo, forse, a concludere che i metodi di palazzo (affidamenti diretti e chiacchiere di sottobanco: mormorate, sussurrate, sottaciute e sottintese) non sono altrimenti definibili se non con il termine di mafiosi?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 25 gennaio 2014 | 18:41 - © Quarrata/news]

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