MONTALE. Sarà stasera a Montale, ore 21.15, l’ultimo segretario
nazionale del Partito Comunista Italiano, che guidò la svolta storica del
congresso della Bolognina con la trasformazione del partito in Pds, ovvero l’on.
Achille Occhetto, storico rivale di Massimo D’Alema, per presentare presso il
circolo Arci il suo libro “La gioiosa macchina da guerra, veleni sogni e
speranze della sinistra”, scritto assieme a Pierpaolo Farina e pubblicato da
Editori Riuniti.
Modera Aldo Fedi, coordinatore
provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, con la presenza di Farina e di
Michele Ventura componente della direzione nazionale Pd. Nell’opera Occhetto
parla della svolta del 1991, che sancisce la fine della politica italiana
intesa come epopea collettiva, lasciando spazio progressivamente ai
partiti-persona degli ultimi vent’anni, e della lunga fase di incertezze
affrontata dalla sinistra post-comunista alla ricerca di un “nuovo inizio”.
Con la mente fredda degli anni
trascorsi, il politico torinese analizza le tappe del percorso intrapreso e le
cause degli avvenimenti conseguenti. Parla anche della sua biografia politica,
dell’approdo al Pci da giovane di famiglia borghese, unendo agli ideali
marxisti ed a una visione di classe il radicalismo democratico dei borghesi
antifascisti di stampo gramsciano e gobettiano, con un doppio azionismo tra
Azione Cattolica e Partito d’azione comune a moltissimi italiani di quell’epoca.
Sullo sfondo della sua formazione lo
scenario spirituale, psicologico e politico di Torino, la realtà editoriale
Einaudi dove lavorava suo padre, gli scrittori amici di famiglia. Anche con una
rilettura critica della natura “chiesastica” del Pci, Occhetto da un contributo
per capire la ragione storica della svolta, secondo lui non frettolosa ed
improvvisata come alcuni a suo tempo gli rimproverarono, ovvero riunire le
varie matrici culturali del progressismo italiano, rendendo il partito
permeabile al movimentismo di una società in evoluzione, con una libertà d’introspezione
non comune in un leader politico, favorita dal suo distacco dalla politica
attiva.
Come ha osservato il giornalista
Michele Serra, dal volume emerge di Occhetto una personalità impetuosa ed
emotiva, non “tutta d’un pezzo” come vorrebbe la retorica del comando, conscio
dei dubbi avuti e delle contraddizioni vissute, le cui caratteristiche
personali forse proprio lo aiutarono a dare una speranza a milioni di suoi
compagni, nonostante la parodia bellica della “gioiosa macchina da guerra”
addossatagli dai suo detrattori.
[Leonardo
Soldati]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 18 ottobre 2013 | 15:55 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.