di GRILLO
PARLANTE
Un’ampia carrellata di personaggi che narrano la storia del fu famoso
Comune della Montagna pistoiese fino all’idea peregrina del Comune Unico
CUTIGLIANO. Cutigliano,
antico e nobile paese e fino agli anni 80 del secolo scorso centro assai
frequentato da villeggianti e turisti, si trova ora in una sorte di palude da
cui non riesce ad uscire. Una realtà assai penosa e che per tanti versi ripete
comportamenti seguiti da chi – nato nobile – non si rassegna alla forzata
decadenza. «Colpa dei cutiglianesi – sostiene qualcuno – che con assai discutibili
comportamenti nelle ultime tre/quattro tornate elettorali hanno messo sugli
scranni del Comune persone inadatte». Giudizio severo e che, non essendo
corretto, mette tutti i sindaci buoni o cattivi a bollire nello stesso calderone,
merita qualche distinguo.
Per elencare i reggitori del Comune dal dopoguerra in
poi abbiamo utilizzato la Guida storico-turistica edita da Polistampa-Firenze
del giornalista Silvio Lenzini in cui si riporta: Il 1° ottobre 1944 il locale Comitato di Liberazione Nazionale, nomina
Sindaco il signor Francesco Fosco Chiti che verrà poi sostituito dal signor
Luigi Bandini. A seguito delle elezioni amministrative del 31 marzo 1946 è eletto
l’avvocato Giuseppe Niccolai-Lazzerini che, al termine del mandato viene
riconfermato. Nel 1954, a seguito di alcuni screzi nati per futili motivi nella
sua stessa maggioranza, rassegna le dimissioni. Il Comune per un breve periodo
è retto dall’assessore anziano Gorino Gori fin quando, calmate le acque e dopo
alcune fumate nere, il Consiglio elegge sindaco il cavaliere Foresto Petrucci,
un democristiano, che nella tornata amministrativa del 1956 non verrà
ricandidato dal suo stesso partito. A vincere con larga maggioranza ed eletto
Sindaco è il senatore democristiano Giorgio Braccesi, che riesce a dirottare
su Cutigliano sostanziosi fondi pubblici per costruire le funivie
Cutigliano-Doganaccia e Doganaccia-Croce Arcana e altri destinati a tutta una
serie di lavori pubblici affidati in gran parte al neo costituito Consorzio di
Bonifica Montana del Lima Pistoiese e ai Comuni.
Ma le chiare benemerenze del
sindaco-senatore, non riescono a spegnere una faida sorta all’interno della sua
stessa maggioranza e alcuni dei più accesi contestatori alla scadenza del
mandato daranno vita ad una lista di disturbo che, senza tanti riguardi, manda
il senatore Braccesi in minoranza. E così, nella tornata del 6 novembre 1961, l’amministrazione
del Comune passa ad una formazione Pci-Psi che elegge sindaco un socialista: il
Maestro del Lavoro, cavalier Giovanni Micheli. Come in casa democristiana anche
in casa Pci-Psi i rapporti si incrinano e nelle elezioni amministrative di quattro
anni dopo il giovanissimo Massimo Braccesi, figlio del senatore Giorgio, spodesta
il candidato a sindaco delle sinistre e, da allora, per un ininterrotto
venticinquennio di volta in volta è chiamato a reggere le sorti del Comune. Fin
quando nelle amministrative del 1990, Braccesi viene eletto consigliere
regionale e la carica di sindaco passa ad Enzo Lenzini, esponente della D.C.
locale. Cinque anni dopo nelle elezioni amministrative del 23 aprile 1995 il
Comune passa di nuovo nelle mani di un sindaco di sinistra, Graziano Nesti,
nominato – pochi mesi dopo il suo insediamento – cavaliere su proposta del Prefetto
di Pistoia. Nesti, al termine del mandato è di nuovo rieletto il 13 giugno
1999.
Trascorso il quinquennio è intenzionato a ripresentarsi ma, negli ultimi
giorni della scadenza del mandato, viene a sapere che una legge di carattere
generale gli impedisce di candidarsi. Tenta di presentarsi nel vicino Comune di
Abetone ma non ci riesce perché non si è dimesso nei tempi stabiliti dalla
legge da sindaco di Cutigliano. Decide di entrare nella lista civica, formata
da gente di sinistra e da altri non schierati, capeggiata dalla indipendente
Marina Lauri che il 16 giugno 2004 viene eletta sindaco. Anche Nesti è eletto
consigliere ma, circa un anno dopo, si dimette.
Ultimato il suo quinquennio da sindaco, Giorgio
Braccesi, senatore Dc e Sottosegretario di Stato al Tesoro, a seguito della
presentazione di una terza lista formata da missini viene sconfitto da Giovanni
Micheli, un galantuomo cutiglianese, socialista ed ex dirigente dell’azienda
automobilistica Lazzi e Govigli che capeggia una lista Pci-Psi. Dai Govigli, il
sindaco Micheli, ottiene un sostanzioso contributo che utilizza per la
costruzione della palestra scolastica comunale e riceve aiuti governativi
procacciati dalla fraterna amicizia dell’allora ministro Pieraccini.
Nel 1964 i cutiglianesi, rivedono la loro ultima
scelta, ed eleggono sindaco Massimo Braccesi, il giovane figlio del senatore
Giorgio che ininterrottamente regge la carica per 25 anni. Il sindacato dei due
Braccesi consente al Comune la costruzione di scuole, acquedotti, fogne, abitazioni
destinate all’edilizia popolare, ambulatori, strutture sportive e ricettive come
la realizzazione del grande complesso turistico Rondò Priscilla con albergo,
piscina, cinema, ristorante, dei campi da tennis e per il calcio.
L’azione del Comune stimola alla grande i privati che
costruiscono nuovi alberghi (uno per tutti il Grande Hotel Piandinovello con
piscina coperta ed annessi campi da tennis, impianti e piste di risalita di
proprietà della famiglia pratese dei Poccianti). È tutto un fiorire di
iniziative per migliorare i negozi, aprirne di nuovi, si ristrutturano le
abitazioni private, si costruiscono case per villeggiature alla Doganaccia e
nelle cinque frazioni.
Nel 1990 Massimo Braccesi è rieletto consigliere
comunale e, contemporaneamente, consigliere regionale; sceglie la Regione ed
affida il bastone di sindaco (compresi circa 600 milioni di lire per debiti
fuori bilancio) a Enzo Lenzini, storico esponente Dc che – forbici in mano – comincia con
il tagliare i debiti e pretende che assessori e dipendenti comunali operino
anche essi economie.
L’operazione riesce in pieno e alla scadenza del
mandato i debiti risultano eliminati e i conti chiudono con un avanzo di circa
180 milioni. Nonostante questi indubbi meriti Lenzini – che si è inimicata
la corte dei locali pretoriani – non riceve alcun aiuto da Braccesi, passato con altri
esponenti democristiani al seguito di Prodi perde le elezioni del 1995 (si dice
anche per un inciucio tra il Pds e An locale che implica all’Abetone il sostegno
al candidato An e a Cutigliano al candidato Pds) – perde le elezioni ed il Comune
finisce nelle mani del sindaco Graziano Nesti, un diessino senza alcuna
precedente esperienza amministrativa.
Il neoeletto sindaco parte alla grande mettendo in
cantiere tanti progetti ambiziosi che gli faranno guadagnare la successiva
rielezione. Di questi progetti sono andati a buon fine: la costruzione della
grande aula verde del Melo, di due piccole centrali idroelettriche, l’acquisto
dalla Regione della storica residenza della principessa russa Basilesky, l’allargamento
del campo sportivo comunale, l’illuminazione della Torre del Fattucchio ed uno
fortemente sostenuto che ottiene dalla Regione Toscana i soldi per il
rifacimento della nuova funivia per la Doganaccia.
Svaniscono nel nulla: i progetti per un consistente
impianto d’imbottigliamento acqua minerale ed un avveniristico grosso impianto
per produrre elettricità con energia eolica. Sono invece gettate al vento
notevolissime risorse ingoiate dall’abortito ed incompiuto Centro Benessere di
Ponte Sestaione che oltre ad aver prosciugato le casse comunali costringe il
Comune a vendere il Rondò Priscilla centro motore del turismo cutiglianese ed
ora ridotto a discarica.
Altri inciampi sono determinati da sentenze di
condanna del Tar per la strana lottizzazione di Vergaia mai partita e da
contenziosi con alcuni progettisti, con il gestore del Rondò Priscilla e con
privati cittadini.
A Nesti – a cui va riconosciuto il merito di essersi
assai adoperato per l’agricoltura e per il turismo – subentra
quindi la neolaureata Marina Lauri, suo assessore esterno nel trascorso
quadriennio. Nesti continua a far parte del Consiglio comunale come capogruppo
di maggioranza ma la convivenza con Lauri – attraente, volitiva ma mano d’acciaio
in guanto di velluto – non funziona anche per le tante complicazioni connesse alla disastrata
gestione dei lavori del Centro Benessere, tant’è che Nesti si dimette.
Poco dopo il segretario comprensoriale montano Ds,
Franco Fini, in una sua lettera “tira gli orecchi” a Lauri che immediatamente
defenestra il vice-sindaco Ds Renzo Martino. L’episodio rompe il gruppo e causa
l’uscita di alcuni consiglieri diessini che danno vita ad un gruppo autonomo.
Lauri resta in sella favorita anche dal disinteresse della fiacca minoranza
consiliare e termina il suo sindacato senza aver messo troppa carne al fuoco.
Si barcamena come può tra inaugurazioni e premi letterari e cerca in tutti i
modi – ricorrendo ad ardite procedure amministrative ed elargendo favori – di far
ripartire gli interrotti lavori al Rondò Priscilla.
La frattura insanabile tra chi in Consiglio appoggia
Lauri e i dissidenti Ds cutiglianesi viene poi alla luce quando alla scadenza
del mandato tanto lei che i Ds presentano due liste rispettivamente capeggiate
dai due contendenti che pescano i voti tra l’elettorato di centro sinistra.
La loro scelta nelle elezioni del maggio 2009 apre la
strada a Carluccio Ceccarelli, attuale sindaco di Cutigliano che sarà poi
proiettato a presidente della Comunità Montana Appennino pistoiese.
Ceccarelli al suo insediamento – novello Capitan
Fracassa – minaccia ferro e fuoco nei confronti di chi “ha così mal amministrato
rovinando il Comune”. Poi altrettanto rapidamente si blocca , non nomina il suo
vice, limita a 3 gli assessori e nomina assessori i consiglieri Paolo
Pistolozzi e Rossella Petrucci con l’assessore esterno il dottor Angelo Fausto
Gonfiantini, un commercialista di Pistoia.
Quest’ultima scelta non trova buona accoglienza tra l’elettorato,
anzi fa nascere i primi rumor a carico del sindaco Ceccarelli per i
paletti posti alla combattiva Rosella che si dimette da assessore e da
consigliere. Va a sostituirla in Consiglio la terz’ultima candidata e
Ceccarelli chiama a far parte della Giunta Giuliano Sichi come assessore
esterno.
La scelta pochi mesi dopo si manifesta infelice poiché
scoppia l’eclatante caso dell’ammanco in Comunità Montana, di cui Giuliano
Sichi si dichiara colpevole. Si addiviene al rimpasto di giunta che, con l’entrata
di Lorenzo Pieracci, ora è articolata su 4 componenti: il sindaco e gli
assessori Gonfiantini, Pieracci e Pistolozzi tutti assessori esterni in quanto si sono dimessi da consiglieri
comunali per far posto agli ultimi due candidati presenti in lista. Ma anche queste
iniziative non riescono a rimettere in movimento la bolsa macchina comunale
rimasta senza soldi, senza idee tant’è che ora la gente si è resa conto di non
poter più fare affidamento su Carluccio Ceccarelli, giudicato inefficiente come
sindaco perché non interessato al bene comune e perché – come presidente della
Comunità Montana – non ha per nulla contribuito a svelare i pasticciacci in cui è caduto
questo Ente.
Ora Ceccarelli manovra per far confluire Cutigliano in
un Comune Unico (soluzione perseguita da Roberto Orlandini, Adamo Bugelli,
Valerio Sichi ed altri capataz più o meno coinvolti nella sciagurata conduzione
della Comunità Montana) comprendente Abetone, Piteglio ed anche San Marcello
pistoiese nonostante la sfiducia che la gente riserva nella dirigenza politica
cui è attribuita l’attuale agonia della montagna.
La scelta, che Ceccarelli persegue da solo, è
inspiegabile in un uomo che per anni ha militato nelle file degli ex fascisti per
poi confluire in qualche modo mimetizzato nelle braccia accoglienti della Dc e,
successivamente, del Pdl. E, nel contempo inspiegata che però, al momento, ha
fruttato il dimezzamento del centro destra i cui voti – assieme a quelli ceduti
dal centro sinistra – hanno portato in alto il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e
comporteranno al centrodestra ed al centrosinistra ulteriori cali elettorali e a
contribuire così a porre fine alla carriera dell’ambizioso Carluccio.
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[Domenica 17 marzo 2013 | 15:58 - © Quarrata/news]
Caro Grillo,
RispondiEliminavedo che è molto a conoscenza del tutto. Dovrebbe,allora, anche sapere che Massimo Braccesi ha fatto il Sindaco di Cutigliano con accordi scritti con i missini di allora. In virtù di quei voti potè vincere e governare.Forse questo gli è sfuggito......
Grillo parlante, tu parli troppo ma dici cose vere, l'unica cosa che non narri è quanto raccontato da Alessandro ossia il vero motivo che ha tenuto in piedi Cutigliano negli anni di Massimo Braccesi: la D.F. ... ossia la democrazia fascista così definito l'accordo tra la DC e i MSI. Di quanto narri hai omesso anche molte altre cose che hanno portato al dissesto attuale, i soldi spesi per i lavori fatti male al Rondo prisicilla, la voragine del centro benessere, etc. etc. Ma chi vive a Cutigliano certe cose le sa, com'è possibile che abbia creduto in tante incompetenza? Svegliatevi e quando arriverà il comitato comunale del M5S allora se ne vedranno delle belle, se prima non si saranno autodistrutti in parlamento. ... alla prossima puntata.
RispondiEliminaBla Bla Bla ... però tutte considerazioni giuste, anche se in parte da arricchire. Fuori la faccia, uscite dall'anonimato dei nomi di fantasia. Cutiglianesi che leggete, non avete proprio niente da aggiungere? La rassegnazione e la fiducia nelle istituzioni è ormai tale da disinteressarsi del tutto? Ricordate che chi non è partecipe al cambiamento è responsabile della situazione attuale. Allora SVEGLIA ...
RispondiEliminaIl problema non è il nome di fantasia, l’importante è che si dicano cose vere e in questo come in altri scritti, credo siano vere al 100%, ma di arricchirle ulteriormente con particolari importanti per smascherare tutti questi personaggi ambigui della politica delle nostre amministrazioni.
RispondiEliminaChi conosce questi particolari, non gli possono essere sfuggiti quelli veri degli inciucci e delle spartizioni.
L’importante poi è che chi partecipa, o tenta di partecipare al cambiamento non lo faccia per il solo suo interesse, con il fine che nulla cambi, come quelli che amministrano ora.
Bene, Montanaro, accetto la sfida e preparerò delle puntate su cosa è successo dal 1990 in poi ... Ci vuole un po' di tempo ma verrà fuori una storia interessante soprattutto se partecipata da diversi soggetti.
RispondiEliminaPer fortuna che c’è uno che sa – ma sarebbe bene che parlassero tutti i ben informati - e accetta la sfida e ne vuole mettere a conoscenza i cittadini, quelli che hanno subito le spartizioni a vantaggio di pochi.
RispondiEliminaSe per raccontare quanto è successo, sarà fatto a puntate, vuol dire che gli argomenti sono tanti e corposi.
All’ora forza, è il momento di iniziare per conoscere tutti gli inciucci, - per esempio, Energreen - consumati tra maggioranze e opposizioni che vanno ben oltre quelli del Comune di Cutigliano, uno tra i tanti, quello trattato pochi giorni fa dal Blog, i BIM, http://quarratanews.blogspot.it/2013/03/comunita-montana-e-bim-due-parole-per.html
che riporta alla Comunità Montana, la madre di tutti gli scandali e di tutti gli inciucci.
Ma uno in particolare: come è possibile che nessuno fosse a conoscenza degli intrallazzi del Sig. S.G. e l’abbiano nominato assessore al Comune di Cutigliano?
Oh Vai! Oggi è sabato, parliamo un po' di cosa è successo tra il 1990 e il 1995! La montagna pistoiese ha assistito a 2 gravi perdite: la chiusura degli impianti di Campolino e di Pian di Novello. A parte i tanti discorsi, oggi possiamo affermare, a mio giudizio, che è stato il prezzo da pagare in termini ambientali per lo sviluppo di Abetone. Ma non ci dobbiamo rammaricare, pare che all'epoca Carluccio Ceccarelli, oggi Sindaco di Cutigliano, era consigliere in provincia di Pistoia. Mi raccontò un'indagine fatta proprio dalla Provincia sull'utilità degli impianti sportivi di Pian di Novello e Campolino e sull'eventuale utilità di una collegamento con Abetone con gli sci. Il risultato, sempre nel racconto, venne fuori che per Pian di Novello le infrastrutture erano importanti e vitali, mentre per Pian degli Ontani sarebbero state importanti ma non determinanti. Provate a tirare oggi una riga? Cosa ha fatto il Comune di Cutigliano: ha dato il via alla trasformazione dell'Albergone (Hotel Piandinovello) in tanti appartamenti disabitati e contemporaneamente al fallimento (di fatto e poi anche di diritto) degli impianti sportivi Pian di Novello. Credo che ogni commento sia superfluo ... alla prossima puntata.
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