giovedì 28 marzo 2013

ABATI: «NESSUNO VUOLE SOPPRIMERE L’OSPEDALE DI SAN MARCELLO»

di EDOARDO BIANCHINI

Conferenza stampa convocata d’urgenza – Per l’Asl le decisioni prese porteranno a un potenziamento dei servizi La Zeno Colò invitata a colloquio?

PISTOIA. È stata una conferenza stampa lampo nel senso che è stata fissata improvvisamente alle 10:41 di stamattina per le 12 in punto. E a quell’ora il Direttore Generale Abati ha esordito dicendo che nessuno ha in mente di cancellare l’ospedale di San Marcello. Con Abati erano presenti anche Simone Fini, il dottor Roberto Biagini e la dottoressa Gabriella Bellagambi, direttamente impegnati in ciò che è stato più volte definito – nel corso della conferenza – un processo di riqualificazione della struttura ospedaliera della Montagna.

Di fatto – è stato spiegato – il riordino ha cancellato il servizio di chirurgia, ma questo non comporta che in séguito debbano scomparire anche gli altri servizi: «Non è un “effetto carciofo” – ha sottolineato Abati – da sfogliare piano piano fino a far scomparire la struttura: resta il pronto soccorso e il servizio ambulanze; resta un chirurgo a disposizione per 12 ore al giorno; ci sarà un ortopedico per 6 ore al giorno durante il periodo invernale; rimarranno gli ambulatori specialistici, prima situati in via Roma, ma trasferiti nella struttura ospedaliera; resteranno e saranno estese le cure domiciliari; si manterrà la dialisi mentre i medici di base, riuniti e concentrati al Pacini, avranno maggiori possibilità di contatto con i medici ospedalieri, con un beneficio complessivo per la loro professione e quindi per gli assistiti».
In altre parole, la riqualificazione ristruttura nel suo complesso le prestazioni ospedaliere tenendo d’occhio i numeri e i dati emersi dalla realtà degli ultimi anni, e potenziando quella che è – nella nuova ottica della sanità regionale integrata – la medicina ritenuta più adatta alla popolazione locale. Ci saranno, infine, due letti per l’osservazione e due per le cure intermedie, le prestazioni – nella fattispecie – che non possono essere eseguite in casa, ma che richiedono un’attenzione e un servizio più attento, svolto, anche, attraverso la presenza del medico di base, quel medico di famiglia che, di per sé, costituisce una realtà rassicurante per il paziente.
Fra 6 mesi – ha sottolineato Abati – ci sarà una verifica: e se necessario si arriverà anche a una rimodulazione del servizio, a seconda dei numeri che in concreto potranno emergere.
Tra i servizi che restano c’è anche la radiologia, per la quale è previsto – a breve – un incontro con Oreste Giurlani dell’Uncem alla ricerca di risorse economiche aggiuntive per migliorare il servizio stesso: «E intanto – ha aggiunto il Direttore Generale – per incrementare le prestazioni assistenziali sul territorio, ci sono già 10 infermieri e 4 operatori sanitari in più».
Inoltre è stato chiarito anche che nella ex-sala operatoria sarà collocato il servizio di endoscopia, ma si è parlato anche di odontoiatria, cure palliative e formazione del personale.
Cenni a questi aspetti specifici sono stati fatti da Simone Fini – che ha delineato una brevissima cronistoria del biennio di analisi che ha portato al riordino del Pacini – e dai medici, il dottor Biagini e la dottoressa Bellagambi.
Personalmente ho chiesto ad Abati di cosa avrebbe discusso domani mattina con il Presidente dell’associazione Zeno Colò, dato che si era diffusa la voce che Emiliano Bracali era stato espressamente ‘convocato’ all’Asl.
Abati è un po’ caduto dalle nuvole e ha detto che, sì, gli aveva informalmente telefonato l’altro pomeriggio, verso le 17: ma solo per invitarlo, un giorno o l’altro, a uno scambio amichevole di idee sui temi del Pacini. Nient’altro.

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[Giovedì 28 marzo 2013 | 16:30 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Come al solito e nella normalità delle cose promesse in 70 anni di Repubblica,

    per i Montanini che vivono in Montagna, i verbi


    “non smantellare, ma riqualificare,

    potenziare,
    adeguare,
    rivitalizzare,
    professionalizzare,
    revisionare,
    attribuire,
    specializzare,
    sponsorizzare,
    collocare,
    e
    riorganizzare,

    hanno sempre avuto un significato sinistro

    ed hanno sempre rappresentato le foglie del medesimo carciofo,
    defogliato giorno dopo giorno,
    sino ad arrivare al cuore,

    che si è sempre chiamato ……………. CHIUSURA!

    Se fosse vero quello che dice il dott. Abati,
    sarebbe la prima volta che le parole date,
    avrebbero un significato diverso,

    cioè,

    “per i Giusti le promesse sono debiti”

    così c’era scritto su un cartello a difesa dell’Ospedale Lorenzo Pacini di San Marcello Pistoiese 26 anni fa.

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