di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Ho guardato attentamente, tra i miei indumenti, prima di
andare a salutarle e ringraziarle, alla libreria Lo Spazio, in via dell’Ospizio, a Pistoia – il loro quartier
generale – se avessi ancora qualcosa da sottoporre alla loro cura. Purtroppo
no, tutto in ordine: bottoni ben saldi, cerniere lampo perfettamente scorrevoli
e camicie senza strappi, nemmeno lungo le cuciture.
È finita oggi pomeriggio – ma avrà un
seguito, me lo auguro – la prima esperienza di Care, quest’associazione – pericolosissima: danno e non chiedono,
nulla, se non attenzione; straordinario! – dedita alla rinascita degli
indumenti, vettovaglie, coperte e tutto quello che con un briciolo di
professionalità, ma soprattutto tanta fantasia e parecchia voglia di riuscire a
riuscire, torna a far parte della vita di tutti i giorni del suo possessore.
I
nomi delle magnifiche sei che si sono
messe all’anima questa iniziativa li ho già scritti, su questo blog, il giorno
della presentazione e poi, visto che nessuna di loro ha bisogno di pubblicità
da inserire nel proprio curriculum, posso sorvolare.
Mi preme invece, ma parecchio, ribadire
il concetto frutto della prima emozione ricevuta, che con il trascorrere dei
mercoledì – è questo il giorno nel quale si sono messi in moto aghi e filo, con
un seguito numerico sensazionale: sessanta partecipanti, oltre cento
visitatori, alcuni dei quali, invece di chiedere soccorso, l’han no dato, portando alle lavoratrici
solidarietà attiva, fatta di dolci preparati a casa, ombrelli antichi
riscoperti per caso e il sorriso di chi ha voglia di dire grazie, con il gusto
di farlo – si è andato inorgogliendo, dandomi l’impressione di potermene
vantare di essere passato sotto la loro attenzione. Ma non solo per lo
straordinario, visibile risultato ottenuto – i bottoni, colorati, hanno
trasformato il mio loden in una giacca da soldato, di pace –, ma soprattutto
perché è una cosa che mi ha fatto bene: ha abbassato, di poco, eh, la mia
presunzione e sollevato, anche se con altrettanta avarizia, la stima verso gli
altri. In particolare verso Linda Tonti, che è una del cast di Care che si è presa cura del mio loden.
La conosco, da sempre, di vista. A
pelle però, chissà per quale strano meccanismo, ho sempre avuto scariche
elettriche negative. La credevo altera, austera, rigida, fredda. Mi ero
sbagliato. Di grosso. Approfitto di questa occasione per chiederle
pubblicamente scusa, ma senza Care mi
sarei probabilmente incartapecorito sulle mie intuizioni decisamente goffe e me
ne sarei fatto una (pessima) ragione.
Quando sono uscito di casa per andare a
Lo Spazio, nel pomeriggio, in via
Buonfanti, dove abito, è passata un’automobile con una ragazza al volante, che
dopo aver dato un piccolo colpo di clacson, mi ha salutato. Ho cercato di
capire, senza riuscirci, chi fosse e allargando sconsolato le braccia, ho
continuato a camminare.
Quando sono arrivato nella sala da the,
Linda Tonti mi ha detto che era lei, poco prima, in macchina, che mi aveva
salutato.
Certe volte, basta davvero poco. Certe
volte, basta un sorriso. Per continuare.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 29 marzo 2013 | 19:33 - © Quarrata/news]
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