mercoledì 20 marzo 2013

L’IMMOBILIARE/FONDAZIONE CARIPIT E IL COMUNE: E LA DATA DEL 31 MARZO CHE INCALZA PER CONCLUDERE L’AFFARE UNISER O NO

di FELICE DE MATTEIS

Qual è il motivo che sembra trascinare per le lunghe la stipula del contratto Paci/Bertinelli? Uno sguardo a quel macello che sono le Ville Sbertoli

PISTOIA. Il 31 marzo si avvicina ed entro quella data, dando credito a quello che scrive un quotidiano locale, la Fondazione/Immobiliare Caripit del Chiar.mo Prof. Papa/Papà/Io/Lui/ Ivano Paci (da questo momento Ivano I) ed il Filosofo (!)/Sindaco Bertinelli, dovranno stipulare l’atto di acquisto dell’immobile Uniser per € 2,7 milioni.
È probabile che l’acquisto sia stato a suo tempo motivato con le finalità istituzionali della Fondazione: lo Statuto, infatti, parla chiaro quando, al Titolo I, art. 2, 1 sta scritto che “La Fondazione persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione di sviluppo economico nell’ambito dei settori previsti dalle leggi vigenti”.

Che Uniser quando nacque perseguisse scopi di utilità sociale è probabile: se poi si aggiunge che corsi di laurea fotocopia, quali economia e commercio, siano serviti, come suol dirsi, anche per Cicero pro domo sua, questo è il sistema italico e nessuno può, purtroppo, farci nulla. Anche i compagni lo hanno fatto e lo hanno lasciato fare da sempre, come ben si vede nella nostra storia recente.
Che poi, adducendo i tagli imposti dalla riforma Gelmini, i corsi siano quasi tutti spariti e la nuova dirigenza abbia intelligentemente sollevato il problema dell’esistenza e del potenziamento di Uniser solo in funzioni di master, dottorati di ricerca e quant’altro, con specifici riferimenti alle realtà locali – tipo il settore vivaistico – è un buon segnale di corretta previsione gestionale.
Ma a noi interessa soprattutto prevedere quale sarà il futuro di questo “capannone” inserito in un contesto urbano che, ma è solo il parere “plebeo” di chi scrive, è già simile ad una “Fornaci 2”, con l’unico fiore all’occhiello di una Biblioteca che, per quanto sovradimensionata, rappresenta pur sempre un servizio ottimale per la città ed un ritrovo gratuito per gli studenti che lì, talvolta, bivaccano e fanno tranquillamente forca a scuola.
Dunque, l’immobile Uniser è di proprietà del Comune e tutti sanno che il Comune, quanto a finanze (e nonostante le multe da autovelox e porte monitorate), è con l’acqua alla gola: un consigliere comunale, in un suo intervento in Consiglio ebbe ad affermare che la vendita del capannone, alla Immobiliare/Fondazione, sarebbe stato ossigeno puro per le casse comunali.
L’Immobiliare/Fondazione, quindi, corre in soccorso del Comune con 2,7 milioni di euro per acquistare il tutto. Attenzione, però, perché il Chiar.mo Prof. Ivano I non vorrà perdere l’occasione di una postilla contrattuale che preveda il cambio di destinazione d’uso del capannone per farci magari appartamenti.
È una voce più che insistente e motivo di contendere per arrivare alla stipula finale. La zona, infatti, è vincolata perché il piano urbanistico non prevede simili fattispecie di impiego né tantomeno appartamenti in luogo di immobile adibito a ben altri scopi.
Come la mettiamo, dunque? Chi l’avrà vinta? L’Immobiliare/Fondazione o il Comune dei filosofi?
Ma se il Comune non cede, addio soldini, e allora? Siamo curiosissimi di vedere come andrà a finire: però un altro calcolo della serva vogliamo farlo, a dispetto di tutto e di tutti – che fischiettano e guardano altrove, fingendo di non vedere e non sapere niente secondo l’ottica del riborda! e siamo alle solite!
Se ai 2,7 milioni di euro sommiamo i 4 milioni e 173.287,16 per “acquisto del piano terra e porzione del piano primo di Palazzo Buontalenti” per la “conservazione e restauro patrimonio culturale”, come da bilancio di missione 2011, arriviamo alla ragguardevole cifra di ben 6 milioni e 873.287,16 di €.
Tutto per il nobile scopo – come da Statuto – di perseguire una finalità sociale, etc. etc.
Le foto allegate a questo post riguardano uno dei luoghi più belli di Pistoia, le Ville Sbertoli. Un luogo di sofferenza e di dolore. Anche un luogo di storia e di solidarietà.
È un complesso di edifici con una villa, un tempo bellissima, che ospitava quella tipologia di malati che Basaglia, con le sue teorie “progressiste”, si rifiutava di definire tali e che, attraverso una legge che porta il suo nome, trascinò all’esterno, in un mondo che non era più il loro e dal quale (mondo) sono stati ancor più emarginati. Con il risultato che è sotto gli occhi di tutti.
Per semplicistico contrappasso, questi ambienti di proprietà dell’Asl 3, e questa zona, avrebbero potuto avere ben altra sorte, una volta chiuso il manicomio, con un indotto di attività e servizi collaterali di indubbio interesse e beneficio per tutta Pistoia.
Per questo aspetto saremmo interessati ad una valutazione da parte di quegli amanti del territorio che, purtroppo per loro e per noi, sono esclusi dai luoghi “delle decisioni importanti” perché spiriti liberi, autonomi e non dipendenti da alcuna “parrocchia”. Ci sono, oh, se ci sono!
Per il momento, tutti proni al signore di turno: sia esso il Comune del Filosofo (!) Bertinelli, sia esso l’Immobiliare/Fondazione di Ivano I e dei suoi satelliti-cardinali. Tutti rigorosamente di curia e italiani, purtroppo.
Comunque sia, il 31 marzo è alle porte e “questo contratto s’ha da fare”.
O no. Forse, chissà…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Le immagini ‘storiche’ sono delle Ville Sbertoli.
[Mercoledì 20 marzo 2013 | 10:13 - © Quarrata/news]

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