martedì 26 marzo 2013

QUARRATA. ADOZIONE VARIANTE 4 RU, PIANO ATTUATIVO APD 1.2: L’INTERVENTO DI ALESSANDRO CIALDI IN CONSIGLIO


QUARRATA. Alessandro Cialdi (Udc) ci ha inviato il suo intervento di ieri sera (25 marzo) in Consiglio Comunale.
Da qui potete scaricare l’intervento di Gaggioli – quando era Assessore all’urbanistica – all’INU a Livorno.

Finalmente siamo arrivati a parlare di qualcosa che riguarda le famigerate aree APD.
Quelle aree che dovevano risolvere l’edilizia di Quarrata e del mondo ma che, a tutt’oggi, nessuno ha ancora visto e nessuno ha preso a modello; le aree della meraviglia, tutti le vogliono e nessuno le piglia.
Ma c’è poco da scherzare, in realtà.
Incidentalmente voglio ricordare all’Assessore Marini, al Sindaco e a tutta la Giunta, che il Regolamento Urbanistico ha durata cinque anni e, se non ho sbagliato i calcoli, essendo stato approvato definitivamente il 30 luglio 2008, andrà a scadere prima delle prossime ferie.
A che punto siamo con il successivo?

Dicevo che le aree APD dovevano essere la panacea di tutti i mali dell’edilizia, l’allora Assessore Gaggioli credeva di aver approvato lo “strumento del secolo”; queste aree hanno prodotto, per ora, soltanto ICI e IMU da pagare per gli inconsapevoli e incolpevoli proprietari.
Oggi, da un giorno all’altro, cambia il mondo; non so dire se per fortuna o per disgrazia, ma il mondo viaggia vorticosamente e quello che andava bene ieri rischia di non essere più attuale oggi.
Allora chiedo, che valore può avere uno strumento che, dopo oltre tre anni dall’approvazione del bando di gara (31/3/2010) è ancora nella fase di “adozione della variante al regolamento urbanistico per un piano attuativo”?
Un progetto “partorito” tre anni fa, e ancora nella fase del piano attuativo, è ancora attuale?
Noi non abbiamo niente contro i proponenti, ci mancherebbe altro.
Non condividiamo, e non da ora, l’intera impostazione delle aree APD.
Tutta questa operazione è stata sbandierata come una sorta di rivoluzione urbanistica che avrebbe determinato un grande “ritorno pubblico” e una grande opportunità per integrare interessi privati e interesse pubblico.
Niente di tutto questo, e ve lo dimostro.
E’ stato reso edificabile un terreno di 22.627 mq. con una superficie edificabile di mq. 6000, di cui mq. 5.400 di tipo abitativo e mq. 600 commerciale, peraltro andando a cancellare l’ultimo boschetto di pioppi esistente in centro a Quarrata.
Il cosiddetto ritorno pubblico per far costruire queste 60 unità immobiliari è costituito da un giardino in fregio alla Fermulla, un orto sociale, parcheggi per un totale di 83 posti auto, la donazione di un terreno di circa mq. ….. per la rotonda su via Folonica e un contributo di € 112.000,00 per ampliamento della scuola.
Il tutto per un costo complessivo stimato dai proponenti di € 1.325.000,00
Bene, per fare questo, non pagheranno oneri per € 1.002.414,00, pari al 76% delle opere eseguite.
Il 75% delle opere pubbliche da realizzare vengono scomputate a TUTTI gli interventi, anche diretti, che vengono richiesti; è successo anche a me e sarà successo anche ad altri tecnici che sono in questo Consiglio.
Anch’io, ad esempio, per realizzare il complesso edilizio dove ora abito, ho dovuto progettare, eseguire e cedere gratuitamente l’area destinata a strada, con tutti i servizi e sottoservizi, marciapiedi, illuminazione ecc. potendo scorporare solo il 75% degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria.
Quindi, dov’è la differenza? Non c’è.
Ed è quello che andiamo dicendo da sempre, inascoltati.
Fate costruire, abbastanza a caso, migliaia di mq. di costruzioni, in terreni agricoli, senza un VERO ritorno pubblico; e senza incassare un euro!.
Se il RU, invece di premiare questo tipo di procedure, fosse stato pensato per operare una necessaria ricucitura dell’esistente, andando a far costruire aree di completamento di zone già urbanizzate, a parità di costruito quel milione di euro sarebbe nelle casse comunali.
Sapete quante opere pubbliche si possono fare con un milione di euro?
A chi serve, se non ai residenti, un giardinetto in fregio al Fermulla, collocato tra il torrente e tre palazzi? Agli abitanti di Caserana o Ferruccia, o di Montemagno?
Ho sempre pensato che il tempo è galantuomo, ed ora ci siamo.
Ricordate la mia polemica con l’allora assessore Gaggioli, al quale rinfacciavo che andasse dicendo menzogne sulla vera natura di queste aree, quando andava a dire, anche al Convegno Nazionale dell’Istituto di Urbanistica, (Livorno, 8 aprile 2011) che con il sistema delle aree APD il Comune riceveva, in cambio dell’edificabilità, moltissime opere pubbliche oltre che, NATURALMENTE, gli oneri di urbanizzazione?
Quindi, secondo l’assessore “inventore” delle aree APD, chi voleva costruire doveva realizzare giardini, parcheggi, strade e quant’altro e cederli al Comune e, contemporaneamente, pagare gli oneri.
Leggendo la convenzione non mi pare sia così, tutt’altro.
Ricordate come fui trattato?
Chi mentiva, sapendo di mentire, tra me e lui?
Concludo; Abbiamo sempre votato a favore di qualsiasi intervento che prevedesse la crescita della nostra città.
Siamo per fare, e non per disfare, e, lo ripeto, non vogliamo entrare nel merito del progetto.
Ma questa volta non ci sentiamo di avallare una scelta che riteniamo sbagliata per la città e controproducente per la nostra amministrazione, che, una volta eseguiti i lavori, si dovrà anche far carico di mantenere la piazzetta, i percorsi, il verde e la viabilità che serviranno quasi esclusivamente i residenti delle 60 unità immobiliari che nasceranno al posto del boschetto di pioppi.
Alessandro Cialdi
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 26 marzo 2013 | 10:53 - © Quarrata/news]

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