mercoledì 20 marzo 2013

RICORDI E IMMAGINI DI MATRIMONIO FLUVIALE

di LORENZO CRISTOFANI

PISTOIA. È ancora una volta da una tavola del maestro Ireneo Biagini che si materializzano lontani e vigorosi ricordi della Pistoja com’era. Un susseguirsi di immagini vive, aneddoti, abitudini e relazioni che qui, dove la Brana e il Rio Diecine celebrano il loro matrimonio fluviale, si ampliano a dismisura. Oltre il ponticello di legno, sostituito oggi dalla grande costruzione in cemento armato che unisce il viale Arcadia con la zona industriale, sorgeva, da fine Ottocento, la fabbrica di concimi chimici Lazzeroni e Bonelli.
Erano, quelli al di là della Brana, luoghi destinati al deposito dei resti della macellazione animale, dal recupero dei quali era stato possibile alimentare, in parte, la produzione di perfosfati e fertilizzanti. Denominati da tempo immemore “ La Sardigna”, proprio lì, addirittura dal periodo mediceo, erano state trasferite le concerie anticamente ubicate nel quartiere acquitrinoso di San Bartolomeo.

Fino ad una quarantina circa di anni fa i pistoiesi potevano permettersi il lusso di fare il bagno nelle limpide acque del torrente. Per questo c’erano dei “bozzi” creati con delle opportune “chiuse”: alcuni avevano un nome, come ad esempio il “bozzo altura”, il “bozzo alla filanda”, il “bozzo alle donne”.
Nel dipinto, precluso ad una autentica e dinamica fruizione in quanto prigioniero, assieme agli altri della collezione donata al Comune dalla famiglia del pittore, nell’ufficio tecnico di via dei Macelli, si assiste all’incontro di una coppia di innamorati che si è data appuntamento su quel ponticello fatiscente ma tanto ricco di poesia e… del gracidare delle rane.
Non si nota invece la torretta del Bastione Lavarini, il piccolo bastione restaurato in stile eclettico-storicistico a inizio Novecento dalla ricca famiglia proprietaria del più assortito e grande emporio cittadino.
Ma riflessioni e sentimenti, abbassando lo sguardo nel punto in cui il Diecine getta le sue acque –la fogna, di fatto, delle Fornaci – nella Brana e uniti ormai indissolubilmente corrono via, potrebbero davvero non finire…










La foto della fabbrica di concimi appartiene alla collezione di Giovanni Innocenti. Quella del bastione Lavarini è di Luigi Pulcini.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 20 marzo 2013 | 15:58 - © Quarrata/news]

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