sabato 23 marzo 2013

A UN BIVIO EPOCALE, VIA I CAMALEONTI E LARGO AI NUOVI SPIRITI

di Paolo Caselli [*]

«Taluni come camaleonti, sono pronti a mutar colore ad ogni piè sospinto, a farsi paladini della novità, quasi si attuasse in loro una sorta di reincarnazione che elimina immediatamente l’uomo vecchio»

PISTOIA. Forse siamo giunti veramente ad un bivio epocale: possiamo percorrere la strada che conduce inevitabilmente all’autodistruzione, caratterizzata dal perseguire i nostri interessi personali facendo del Bene Pubblico solo o prevalentemente un esercizio dialettico di belle ma sterili parole (caratteristica ben evidente negli attuali pubblici amministratori) oppure iniziare un percorso difficile ma entusiasmante che, attraverso una vera e propria metanoia (cambiamento di mente) individuale e collettiva porti veramente a una Realtà nuova, dove siano affermati ed attuati gli autentici valori dell’uomo.

Ora, io mi domando spesso: com’è possibile che le stesse persone protagoniste dell’antico mondo, incapaci di autocritica, di un gesto dignitoso quale il mettersi da parte, tenacemente attaccate al loro potere, con la presunzione incredibile di essere ancora indispensabili, possano attuare un simile programma?
Taluni come camaleonti, sono pronti a mutar colore ad ogni piè sospinto, a farsi paladini della novità, quasi si attuasse in loro una sorta di reincarnazione che elimina immediatamente l’uomo vecchio.
Credo che a questo punto, soprattutto chi ha il potere di accendere gli Spiriti e di offrire quindi quella energia interiore che sola può determinare la vera novità, dovrebbe con coraggio e senza compromessi intervenire. Sì, dovrebbe essere testimone di Luce, portare gioia dov’è sofferenza, entusiasmo dov’è pessimismo, condividere e distribuire beni essenziali dove questi mancano.
Mi sembra che al vertice della Chiesa Cattolica, cioè universale ed ecumenica, qualcosa si stia muovendo e sarei felice che, come una reazione a catena questa nuova dimensione pervadesse anche le nostre comunità. Sì, anche nelle nostre comunità sarebbe necessario richiamare alle proprie responsabilità chi ha in mano il Bene Pubblico e il potere economico, perché utilizzi le risorse non per fini personali o con la logica del do ut des, ma con la ferma determinazione di elargire a chi ha più bisogno, rifiutando energicamente le imposizioni dei poteri forti. Credo che non sia più tempo di ambigui compromessi che inevitabilmente conducono a ricatti reciproci. È l’ora della chiarezza, con piena assunzione di responsabilità, costi quello che costi!
Per chi crede, ma anche per tutti i cercatori della verità, è davvero il momento di operare secondo l’esempio dei nostri Primi Padri e di procedere senza paura verso la “vita senza fine” come Padre Giovanni Vannucci ci indicava, contrapponendo l’uomo nobile, che imposta la propria vita sull’amore e la generosità , indipendentemente dal ceto, dalla razza, dalla nazionalità, all’uomo infimo, che ha fatto dell’egoismo e dell’autoreferenzialità il fine della propria esistenza: “Quando andiamo vicino alla tomba di un uomo grande, ci sentiamo presi da qualcosa. Questo qualcosa è legato ai miliardi di cellule che sono state deposte in terra. Io credo che lentamente tutta la terra , attraverso questa deposizione di una carne santificata, si trasfigurerà. E così, di fronte ad una persona cara morta, noi dobbiamo continuare a credere alla vita di questa persona, che non è nella forma che ha deposto. Credere alla risurrezione è questo. Io penso che quando varcheremo la soglia della terra ed entreremo nella dimensione dell’al di là, ognuno porterà con sé la gradualità del suo essere. Un essere infimo, che non ha conquistato niente sulla terra, nella vita eterna rimarrà infimo. Un essere nobile entrerà a servizio delle grandi idee che dirigono la formazione e l’ascesa del cosmo. C’è un linguaggio razionale che non può penetrare in queste cose, ma ci sono dei momenti di contemplazione, di silenzio assoluto, nei quali queste cose scendono in noi e diventano certezze. Allora le sveliamo attraverso l’immagine, attraverso un linguaggio del tutto insufficiente. Confrontando poi la nostra esperienza con l’esperienza di altri spiriti, abbiamo una buona possibilità di certezza”.
Penso che il seme gettato da tanti uomini, conosciuti e sconosciuti, potrà veramente fecondare la terra e far germogliare nuovi Spiriti, protesi verso la Reale Novità.

[*] – Ex allievo del Liceo Forteguerri e medico ospedaliero

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[Sabato 23 marzo 2013 | 12:14 - © Quarrata/news]

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