giovedì 28 marzo 2013

L’OSPEDALE PACINI E UN SINDACO DA PRENDERE A FISCHI


di FELICE DE MATTEIS

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Sinteticamente e senza fronzoli: il nuovo Ospedale di Pistoia, che fa parte del comparto sanità della Regione Toscana, deve essere aperto in tutti i modi e le 13 sale operatorie devono funzionare a pieno regime. Se non si trovano pazienti, cani e gatti randagi saranno i benvenuti.
L’Ospedale di Pistoia, costruito laddove non avrebbe dovuto, ma dichiarato idoneo perfino dalla Rsu addetta agli incidenti sul lavoro, tipo pavimenti scivolosi od altro (e comunque roba da pazzi) vuole, in ossequio alla razionalizzazione dei costi, in maniera sciccosa chiamata spending review, delle vittime: l’Ospedale Lorenzo Pacini è fra queste.

SINDACHE & SINDACI…

In quarantasei anni di attività giornalistica (di cui 40 con iscrizione all’Albo professionale) quanti ne avrò visti di Sindaci? Almeno un treno. E un treno carico, visto che negli anni 70-80 ero segretario della Uil Enti Locali e trattavo con le amministrazioni della nostra provincia.
Per usare la forma stupidamente “comunistic correct” ho scritto Sindache & Sindaci, come se il rispetto fosse la posizione, prima o dopo, delle parole.
La prima Sindaca da me conosciuta, è stata Rosita Testai, a Quarrata. E la ricordo perfettamente come un’ottima Sindaca, pur con i limiti che ogni essere umano ha. Ma corretta e limpida, lei socialista di sinistra, come certi Signori (maiuscolo) Comunisti (maiuscolo) dinanzi a cui levarsi tanto di cappello: parlo di Luciano Caramelli o anche del suo Vice Bertocci. Ci scontravamo a morte: ci rispettavamo a morte.
Poi ho avuto la disgrazia di conoscere tre Sindache in fila: la peggio Sindaca di Quarrata, Sabrina Sergio Gori; la non meglio Sindaca di Agliana, Eleanna Ciampolini; Missis Brera da Milano, sua eccellenza Silva Cormio di San Marcello, che non sembra neppur sapere dove stia di casa la correttezza, la capacità di orientarsi nel mondo civile, e, soprattutto, l’educazione.
La Cormio vive nella sua bolla di sapone fatta di Facebook e di aperitivi in piazza, e, in ossequio al principio del pluralismo democratico (come del resto i suoi consiglieri, da Adamo Bugelli in giù – Adamo che poi rivedrete nel filmato qua sotto), solidarizza con la stampa e i giornalisti di casa sua: gli altri sono tutta merda (come quella di piccione di cui il suo Comune è costellato) da evitare opportunamente. Complimenti!
Ditemi dunque se certe cosiddette quote rosa meritano attenzione, dati questi presupposti.
Arrogante nel suo silenzio, Sindaca non di tutti ma di sé stessa (e lo ha fatto vedere nel suo mandato, ogni giorno, finora), Missis Brera-Cormio  sembra scappata da una commedia all’italiana, dal cliché in cui le ‘milanesi’ sono insopportabili e degne degli acidi commenti romaneschi dell’Albertone classico nazionale. Fate voi.
Per lei – riflettete bene – governare una comunità, che non è affatto la sua e rispetto alla quale è una perfetta estranea, significa solo assecondare in ogni modo il rispetto delle strutture politico-sociali sovrastrutturate: sia pubbliche (Asl, per esempio) che private (Pd, per esempio). Prendersi in carico le croci del suo popolo, questo non le passa nemmeno per la capa, non le sfiora il cervello.
È la risposta di chi non ha intelligenza politica, ma solo ambizione.
A chi l’ha votata, però, a San Marcello, gli sta proprio bene – non è vero, Adamo?
Edoardo Bianchini
L’operazione serve anche a coprire il buco dell’Asl di Massa che, dice l’intelligente consigliere Venturi, sarà spalmato negli anni e quindi indolore e non producente danni alla comunità: intelligente modo di ragionare, ripetiamo, visto che parla di soldi nostri e non suoi. A ciò si aggiungano gli avvisi di garanzia, in numero di due, recapitati all’ex direttore generale Scarafuggi, oltre a quello per il buco di Massa. Scarafuggi, come sapete, è la stessa persona che ha comandato a Massa e a Pistoia.
Ci siamo fin qui? Con una gragnuola di chiacchiere e discorsi inconcludenti, il Sindaco di San Marcello, Missis Brera, si presta a fare da “servo sciocchino” a tutta l’operazione: accusa i social network (noi?) di fare del terrorismo fra la popolazione dimenticando che le persone sono molto più intelligenti di lei e non vanno a tingere o “restaurare” cappelle altrui.
Addirittura invia i Vigili Urbani a rimuovere uno striscione posto all’ingresso dell’Ospedale nel quale era scritto “ci fanno morire, siamo persone, non numeri!” perché, di concerto con l’Azienda Sanitaria, sostiene che la proprietà dell’immobile non è della popolazione, per lascito di Lorenzo Pacini, ma dell’azienda sanitaria stessa. Altra fregnaccia!
Se l’immobile è dell’Asl in base a queste sgangherate leggi, moralmente, eticamente e storicamente, il fabbricato è della popolazione montana.
Molto più intelligenti gli amministratori del secolo scorso che non mandavano i vigili a rimuovere i cartelli ma questi stessi cartelli seguivano ed approvavano.
L’architetto Prioreschi, che ringraziamo, ci ha inviato un filmato del 1987 relativo ad una manifestazione assai partecipata a difesa dell’Ospedale Lorenzo Pacini che poniamo alla vostra attenzione.
Leggetevi i cartelli: sono di estrema attualità.
Ci voleva una meneghina a cercare di prendere per i fondelli? E il caccia – intercettore S.S. Gori, Assessora inviata dalla Piana quarratina dove è sparita? È nascosta sotto la pensilina “rovesciata” di Gavinana della quale la Cormio, come se fosse analfabeta, non ha letto e non ha risposto non a noi, ma ai suoi elettori di Gavinana?
L’argomento è talmente serio che, forse, il tono ilare di queste righe, è fuori posto. Però ha un significato semplicissimo: si può parlare di cose serie con “gente” che la serietà amministrativa/politica nemmeno sa dove stia di casa?
A voi l’ardua risposta.

15 novembre 1987

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[Giovedì 28 marzo 2013 | 10:49 - © Quarrata/news]

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