Presa di posizione del Comitato
per la difesa idrogeologica di Gello e di Legambiente dopo il disastro dei
giorni scorsi
PISTOIA. Il Comitato per la
difesa idrogeologica di Gello e Legambiente ci scrivono:
Marzo
2013, pomeriggio di lunedì 18. Ecco, ci risiamo. La piana è tutta allagata. I
torrenti, a monte, tutti, hanno fatto paura, tanta era l’acqua e i detriti
trasportati. Il nostro Vincio di Brandeglio, monitorato dal comitato di Gello, ha
raggiunto un livello impressionante. Comunque un po’ meno della piena del 23
ottobre del 2002. Adesso ci saranno le solite polemiche mentre si incomincia a
fare l’elenco dei danni che questa ennesima alluvione ha causato.
Teniamo
presente, mentre i danni sono ancora sotto gli occhi di tutti e ci si leccano
le ferite (ferite strutturali, ferite ambientali, ferite economiche, ferite morali,
ferite di esistenza, ferite di affetto, ferite di fiducia) come sia importante
avere viva la consapevolezza dei costosi rischi idrogeologici. Ricordiamoci,
quando torna il sole, delle cose che si devono fare per migliorare in futuro e
soprattutto delle cose che assolutamente non bisogna fare. Non bisogna creare
nuove zone a rischio. Quelle che si allagano sono già tante. L’impegno di tutti,
proprio di tutti, deve essere quello di ridurle. Chi è il responsabile di
questi danni? Ce n’è forse uno? Nessuno. Non proprio nessuno, la colpa è sempre
dei soldi che non ci sono mai.
Quindi
sulle scelte sbagliate e gli interventi non fatti o fatti male, che è ancora
peggio perché si sono sprecati i soldi della comunità, se non si trova alla
fine un responsabile, o i responsabili, e nessuno si assume le proprie
responsabilità, si continuerà ancora di questo passo fino all’infinito. Chi
deve porre rimedio a tutto questo? Forse il buon senso di tutti? Forse una
nuova etica per tempi tosti? Sarebbe utile, ma non basta.
La
politica decide, i tecnici eseguono, chi controlla? Se vogliamo andare verso
tempi migliori il controllo tocca a noi cittadini/elettori. Come sempre del
resto, ma adesso è diverso, bisogna esercitare questo diritto. In tutto questo
discorso la parola chiave è la conoscenza, che deve essere patrimonio di tutti.
Conoscere per deliberare, conoscere per poter esercitare i propri diritti. La
conoscenza è la chiave che apre tutte le porte, ma bisogna averla in mano per
poterla utilizzare.
Chi
pensa di fare una diga nel torrente Vincio di Brandeglio, sopra Gello e sotto
Statigliana, nel greto del torrente, per laminare le piene, si assume una
grande responsabilità. Come abbiamo già detto in altre occasioni con la natura
non si può scherzare, esige rispetto e cura, e solo così, può avere rispetto
per noi. Quando si interviene su di essa non si possono porre limiti che non
devono essere valicati perché prima o poi saranno superati e chi li ha previsti
sarà smentito. Noi possiamo essere solo testimoni, forse.
Per
laminare le piene ed evitare o meglio ridurre l’allagamento della piana si
devono costruire le casse di espansione, che come il vecchio bacino di Gello si
congelano e si scongelano ormai da troppi anni.
Visti
i disastri delle alluvioni, il Presidente della Regione Toscana Rossi dice che
negli investimenti sul territorio bisogna stare più attenti. Visti i regimi
climatici che sono imprevedibili e il maltempo che colpisce anche spazi
relativamente piccoli, si deve pensare che il peggio può sempre arrivare. Vista
la piena spaventosa di lunedì 18 del torrente Vincio di Brandeglio, che ha mostrato
la sua pericolosità sia in quantità che in velocità, come si fa ad essere
favorevoli alla costruzione di una diga, in terra battuta, che aumenta pure il
territorio sotto rischio idrogeologico? Inoltre non si sa che cosa succederà ai
tanti corpi di frane attive e di pericolosità elevata che sono disseminate sia
sul versante di destra che di sinistra a monte dell’ubicazione della diga.
Ormai
tira una nuova aria. Aria che trabocca come la lava di un vulcano. Aria che ci
ha fatto riappropriare della speranza di un futuro migliore, se non per noi per
i nostri figli e i nostri nipoti e che tutti dobbiamo perseguire con
determinazione. Questa aria necessaria come l’aria che respiriamo non è ancora
sfociata in rabbia con manifestazione di piazza ma è fatta di buon senso, di pretesa
di una nuova etica in tutto ciò che si muove, di un atteggiamento più
responsabile verso l’atto dello spendere i soldi. Nel vivere quotidiano è in
atto una specie di atteggiamento di rigidità e di radicalizzazione, che non
consente più sconti a nessuno di nessun genere. Ci vuole chiarezza e responsabilità
in tutto quello che si fa e al contrario del passato non siamo più disponibili
a lasciar correre.
Chi
riesce a tradurre nell’agire quotidiano queste sensazioni è già un passo avanti
agli altri. Ma solo se si sa quello che si fa, se si è coscienti e consapevoli
fino in fondo di quello che si persegue e ciascuno si fa guidare dalla propria
coscienza, dal buon senso e dal senso di responsabilità, non può che trovarsi
sulla strada maestra del conoscere per deliberare e del conoscere per poter
esercitare i propri diritti.
Sabato
scorso abbiamo distribuito a tutta la popolazione di Gello, l’allegato
volantino, per dare sfogo ad un impegno morale d’informazione che ci pesava. Nei
tre giorni indicati abbiamo ricevuto 61 persone in rappresentanza di 40 famiglie.
Persone che avuto il primo ragguaglio sulla nuova diga nel Vincio di
Brandeglio, a monte di Gello, hanno fatto tutti la stessa domanda: “E il bacino
di Gello? Perché questi tre milioni già disponibili non si spendono per quello?
Arrabbiati e sconcertati, sono pronti a dare il proprio contributo.
Comitato per la difesa idrogeologica di Gello
Legambiente
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[Giovedì 21 marzo 2013 | 07:36 - © Quarrata/news]
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