martedì 19 marzo 2013

AGLIANA, UNA MISERICORDIA PER POCHI


di ALESSANDRO ROMITI

Dal caffè della macchinetta a 65 centesimi, alla mancata realizzazione del ‘cucinotto dei volontari’ per il quale si parla di una raccolta di 16mila euro di cui sembra essersi persa traccia – E di notte la gente in servizio dorme… al terzo piano

AGLIANA. Dice il comunicato dedicato ai “dibattiti” di Misericordia on line che un “movimento” è tale se «...il dibattito, il confronto di idee e di posizioni, anche se rigoroso e acceso, vi si svolge in modo trasparente e aperto. Se ciò non fosse – riporto pedissequamente – ci troveremo di fronte ad un’azienda, nella quale solo a pochi “azionisti” è consentito di dibattere e discutere della sua vita, della sua organizzazione, del suo futuro» (vedi).
Ripartiamo dunque da questa solenne predicazione, fatta proprio dalla base delle Misericordie, così come affacciate sul Web tramite i propri volontari. Dobbiamo specificare alcuni piccoli esempi – emersi dalla nostra inchiesta – che sono però dimostrazione compiuta della mancanza di democraticità e chiarezza.

Una giovane volontaria, ci ha chiesto di rivolgere – e così contestare – al Presidente Artioli la circostanza che il caffè erogato dal distributore di bevande (disponibile per i volontari) è relativamente costoso (0,65 €): certamente di più di quanto lo pagasse lui (Artioli – n.d.r.) alla Cariprato. Comunque, il caffè è assai più caro di quello che è erogato all’ospedale di Prato o Pistoia.
Altro capitolo le merendine. I sacchettini delle macchinette che sono distribuite ai volontari con i distributori automatici a pagamento, sono offerte a costi di convenienza o no? E chi ha in gestione le macchine, è consapevole della necessità di assicurare dei prezzi “misericordiosi” almeno nei confronti dei volontari?
Quale altro modello di applicazione dei diritti e tutela dei volontari ha modo di rivendicare questa gestione ultradecennale?
Ma sembra esserci un’altra ciliegia sulla torta: che fine hanno fatto, si chiedono in diversi, i 16mila euro raccolti fra i volontari per la realizzazione di un cucinotto di servizio per loro quando sono ei turni di notte? E come mai al posto della cucina è stato posizionato un più remunerativo bancomat? E la cucina, allora, è stata solo un gioco di prestigio?
E infine, quale profondo ragionamento logistico ha giustificato che la stanza degli alloggi degli operatori del turno di notte venisse posizionata al terzo piano del nuovo edificio?
Alla gente che dovrebbe essere assistita è stato detto che i volontari devono farsi le scale di corsa, perdendo, se va bene tre minuti, prima di salire sull’ambulanza di servizio e rischiando di cadere per la corsa a rotta di collo nell’eventualità caso di un “codice blu”?
Queste sono solo alcune delle note di dolore che vengono riferite con pena e imbarazzo.
Da quegli stessi volontari che, però, hanno sottoscritto – prima ancora delle elezioni ‘democratiche’ per il rinnovo della direzione – il ‘patto di stabilità di Artioli’ alla guida della Misericordia per chissà quanti altri mandati.
Ma vi sembra normale?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 19 marzo 2013 | 07:50 - © Quarrata/news]

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