di ALESSANDRO
ROMITI
Dal
caffè della macchinetta a 65 centesimi, alla mancata realizzazione del ‘cucinotto
dei volontari’ per il quale si parla di una raccolta di 16mila euro di cui
sembra essersi persa traccia – E di notte la gente in servizio dorme… al terzo
piano
AGLIANA. Dice il comunicato
dedicato ai “dibattiti” di Misericordia on
line che un “movimento” è tale se «...il dibattito, il confronto di idee e
di posizioni, anche se rigoroso e acceso, vi si svolge in modo trasparente e
aperto. Se ciò non fosse – riporto pedissequamente – ci troveremo di fronte ad
un’azienda, nella quale solo a pochi “azionisti” è consentito di dibattere e
discutere della sua vita, della sua organizzazione, del suo futuro» (vedi).
Ripartiamo
dunque da questa solenne predicazione, fatta proprio dalla base delle
Misericordie, così come affacciate sul Web tramite i propri volontari. Dobbiamo
specificare alcuni piccoli esempi – emersi dalla nostra inchiesta – che sono
però dimostrazione compiuta della mancanza di democraticità e chiarezza.
Una
giovane volontaria, ci ha chiesto di rivolgere – e così contestare – al
Presidente Artioli la circostanza che il caffè erogato dal distributore di
bevande (disponibile per i volontari) è relativamente costoso (0,65 €):
certamente di più di quanto lo pagasse lui (Artioli – n.d.r.) alla Cariprato.
Comunque, il caffè è assai più caro di quello che è erogato all’ospedale di
Prato o Pistoia.
Altro
capitolo le merendine. I sacchettini delle macchinette che sono distribuite ai
volontari con i distributori automatici a pagamento, sono offerte a costi di
convenienza o no? E chi ha in gestione le macchine, è consapevole della
necessità di assicurare dei prezzi “misericordiosi” almeno nei confronti dei
volontari?
Quale
altro modello di applicazione dei diritti e tutela dei volontari ha modo di
rivendicare questa gestione ultradecennale?
Ma
sembra esserci un’altra ciliegia sulla torta: che fine hanno fatto, si chiedono
in diversi, i 16mila euro raccolti fra i volontari per la realizzazione di un
cucinotto di servizio per loro quando sono ei turni di notte? E come mai al
posto della cucina è stato posizionato un più remunerativo bancomat? E la
cucina, allora, è stata solo un gioco di prestigio?
E
infine, quale profondo ragionamento
logistico ha giustificato che la stanza degli alloggi degli operatori del
turno di notte venisse posizionata al terzo piano del nuovo edificio?
Alla
gente che dovrebbe essere assistita è stato detto che i volontari devono farsi
le scale di corsa, perdendo, se va bene tre minuti, prima di salire sull’ambulanza
di servizio e rischiando di cadere per la corsa a rotta di collo nell’eventualità
caso di un “codice blu”?
Queste
sono solo alcune delle note di dolore
che vengono riferite con pena e imbarazzo.
Da
quegli stessi volontari che, però, hanno sottoscritto – prima ancora delle elezioni
‘democratiche’ per il rinnovo della direzione – il ‘patto di stabilità di
Artioli’ alla guida della Misericordia per chissà quanti altri mandati.
Ma
vi sembra normale?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 19 marzo 2013 | 07:50 - © Quarrata/news]
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