Era stato
scritto prima della scomparsa di Marco Vettori – e lo si vede da una della
frasi finali. Ma è una testimonianza, oltre che piena di effetto, carica anche
di severità e di durezza nei confronti della politica pistoiese e del Comune.
La
proponiamo emblematicamente come riepilogo di una ‘oscenità’
politico-istituzionale di quelle che, nella storia d’Italia, costellano la
nostra esperienza di ogni giorno e segnano, in maniera assai poco benevola, la
sensibilità dei nostri poveri, piccoli politici.
Sull’amianto
torneremo: è una promessa.
e.b. blogger
HO UNA STORIA CHE VOGLIO RICORDARE
di Cecilia Turco [*]
Ho una
storia che voglio ricordare.
Alcuni
anni fa quando iniziava il processo ad alcuni dirigenti della Breda per la
morte di tanti operai per mesotelioma ed altri tumori mi fu chiesto di
affiancare il legale della Cgil, Carlo Scartabelli, che seguiva da sempre e con
grande abnegazione le cause davanti al Giudice del Lavoro.
Questa
volta si trattava di processo penale e Carlo, insieme a Marcone chiesero a me
penalista di dare una mano nel processo.
In
quella occasione ho avuto sempre tanto vicino Marco Vettori, quando le
pressioni per ritirarsi dal processo erano fortissime, quando occorreva parlare
con le famiglie degli operai e spiegare loro i meccanismi tecnici, a volte
incomprensibili, del processo e quando, soprattutto, si chiedeva all’amministrazione
comunale di Pistoia di costituirsi parte civile.
Non ci
fu verso.
Tanti
dissertavano sulla possibilità tecnica di farlo, sulla giurisprudenza
applicabile, sulle leggi, su quale danno poteva vantare il Comune.
Ma si
poteva fare!
Non
sarebbe importato l’esito del processo penale ai singoli imputati, era la
presenza della Città e delle Sue istituzioni che era importante. In quell’aula
si provava a ricostruire una storia, anche intima, di tanti uomini, del loro
lavoro, della vita quotidiana, della loro malattia, perché non stare loro
accanto?
Marco c’era
sempre a tutte le udienze.
Bastava
essere presenti, anche silenziosi, e Lui lo sapeva. Non era un fatto privato di
tante famiglie.
Allora
penso alle occasioni perse, agli indugi, alla mancanza di coraggio.
Marco
non ha indugiato, non ha perso le occasioni, ha avuto coraggio.
Quando
ci stringeremo intorno a Lui per salutarLo l’ultima volta proviamo a pensare
che comunità vogliamo essere e cerchiamo di essere coerenti
[*] – Avvocato
del Foro di Pistoia
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[Lunedì 18 marzo 2013 | 11:56 - © Quarrata/news]
Gentile Avvocato,
RispondiEliminala coerenza non può essere praticata in modo sporadico e circostanziato in un occasionale evento processuale. Un politico, di qualunque livello, deve farsi coraggio e far emergere la Verità, non quella di utilità e rilevanza politica, ma quella più amara, che non piace e non conviene, perchè insulta la comunità dei politici, assegnando loro precise responsabilità. Questo non è mai stato fatto da Pistoia, nemmeno da Marco: non credo l'abbia fatto in modo energico, con atti sferzanti e dirompenti per come necessari a far emergere con dignità le vere responsabilità di chi ha voluto sfuggire, sapendo di potersi far "coprire le spalle" dalla città, ovvero dalla sua classe politica.Quando la Città si sovrappone a una classe dirigente, forgiata in un partito, allora, la città è svuotata dalla sua anima. Niente potrà fare.
MDB
Il comune di Pistoia non volle costituirsi Parte Civile nel processo contro la Breda...
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