sabato 30 marzo 2013

LA FIAMMA OSSIDRICA E LA PASQUA DI RESURREZIONE

di Paolo Caselli [*]

Anche a Pistoia una processione di ‘omuncoli’ della politica dello spreco e del clientelismo che fino ad oggi hanno privilegiato solo i loro interessi personali

C’era una grossa e massiccia sbarra d’acciaio, di purissima lega iniziale. Fu, un tempo, la chiesa cristiana. Sostenne, da sola, tutta l’ossatura di una unitaria dimora umana. Poi, la pingue e pesante umidiccia atmosfera del benessere e della potenza, provocò una coltura di miriadi di microrganismi parassitari, che ne intaccarono la adamantina levigatura e ne corrosero lentamente il midollo. Incapace di difendersi e di recuperare la sua saldezza originaria, si spezzò clamorosamente in molteplici frammenti. Ora sono in molti a tentarne la ricostruzione originaria. Ma il metallo non si rifonde se non si fonde.
Giustapposizione orizzontale di piastre e di foglie, non è rifusione. E la ricostruzione unitaria dell’organismo ecclesiastico non ha nulla di comune con una apertura di porte in un cadente edificio, in cui gli uomini non han più vaghezza di trovare ricovero. Occorre la fiamma ossidrica che liquefaccia il materiale della vecchia sbarra fatta a pezzi e la ricostituisca leva formidabile della afflosciata ed esanime spiritualità collettiva. E la fiamma ossidrica, nella fattispecie, è la santità. Non la santità bigotta e bacchettona delle canonizzazioni ufficiali. Ma la Santità austera e audace, di cui il Vangelo dice che è la giustizia superiore a quella di tutti i fariseismi. Occorre accendere il fuoco divorante dei grandi ideali di Dio e della solenne visione del Regno Suo. Tutto il resto verrà da sé. Parola evangelica. 
 Don Ernesto Buonaiuti (1938)

Mai come in questo periodo torna attuale il profetico pensiero di don Ernesto Buonaiuti, evocato, pensate, nel 1938.
E, se è vero che la Chiesa sta cercando, pur fra mille difficoltà, di recuperare questi meravigliosi valori, mi sembra che la società e soprattutto chi la dovrebbe guidare, dando in primis un esempio personale, ne sia ben distante. Questa esemplare riflessione del Buonaiuti è facilmente trasferibile alla nostra classe politica.
Un tempo, specificamente nell’immediato dopoguerra, una comunità di uomini saggi, onesti, disinteressati (De Gasperi, La Malfa, Parri, Amendola, Vanoni, tanto per citarne alcuni) ricostruirono il nostro paese dalle macerie della guerra. Poi, “la pingue e pesante umidiccia atmosfera del benessere e della potenza provocò una coltura di miriadi di microrganismi parassitari, che ne intaccarono la adamantina levigatura e ne corrosero lentamente il midollo.” Ecco infatti comparire i vari corifei dello spreco e del clientelismo, in tutti i partiti, che sempre in maggior misura, fino ad oggi, hanno privilegiato i loro interessi personali.
Com’è possibile che ovunque ed in larga misura anche nella nostra piccola ma pregevole città, assumano da anni la responsabilità del bene pubblico e della rappresentanza politica, piccoli uomini, privi di cultura elementare, pronti a ripetere a memoria frasi fatte senza contenuto, incapaci di progettare un futuro credibile ed attuabile, che non hanno mai dimostrato quello che dovrebbe essere l’elemento discriminante per ogni ruolo di rilievo nella società civile, cioè il merito?
Siamo ormai inquilini di un “cadente edificio”, che non si può ricostruire se non con nuovi costruttori e nuovi materiali. Ed anche in questo caso occorre la “fiamma ossidrica” che liquefaccia la disonestà, la superficialità, l’immoralità, l’egoismo, la prepotenza, i fariseismi imperanti, e faccia riemergere il buon governo, la credibilità, l’ottimismo, l’autocritica, la grande Speranza per il futuro. E tutto questo può essere realizzato solo da Spiriti rinnovati, che possano credere fermamente in una resurrezione laica. Ma poiché domani è la Santa Pasqua di Resurrezione, fulcro assoluto per i Cristiani di ogni confessione, desidero concludere con un Pensiero di Padre Giovanni Vannucci: “Vivere la Resurrezione! Ma la Resurrezione non si vive riflettendo per pochi istanti, per ritornare subito dopo alle vecchie cose. Non si vive la Resurrezione ricordandoci ciò che fummo e turbandoci di ciò che saremo domani. Essa annulla l’ieri e ignora il domani. La Resurrezione è l’oggi perenne, continuo, costante; in essa tutto è bruciato, ciò che rimane brucia della propria natura. Allora cerchiamo di fare nostra questa realtà, ci è necessario credere alla Resurrezione partecipandovi”.

[*] - Ex allievo del Liceo Classico Forteguerri e medico ospedaliero

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 30 marzo 2013 | 12:17 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. grazie della bella e profonda riflessione che faccio subito mia e propongo all'attenzione degli amici più cari.
    MDB

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.