di Patrizio La Pietra [*]
Mentre sembrano saltare gli impianti di
Case Passerini, Testi e Selvapiana, il Pir prevede l’ampliamento di quello
della Piana – E intanto il Sindaco Scatragli è stato estromesso dal Consiglio
direttivo dell’Ato Toscana Centro – Dovremo ricorrere a un referendum?
MONTALE. Alcune
proposte fatte dall’Ato Toscana Centro, unite a voci sul futuro dell’impianto
di Case Passerini, e alcuni comportamenti, primo fra tutti, l’esclusione dal
consiglio direttivo dell’Ato del Sindaco di Montale, ci fanno pensare, con grande
preoccupazione, al futuro dell’impianto di Montale.
Per capire meglio la questione, bisogna fare un
piccolo passo indietro nel tempo.
A dicembre dello scorso anno, il Consiglio Provinciale
di Pistoia, contemporaneamente ai consigli di Prato e Firenze, ha approvato a
maggioranza il piano interprovinciale dei rifiuti Pir).
Le motivazioni di questa contrarietà furono molte, ma
le principali erano sostanzialmente due, una conseguente dall’altra.
Avevamo sostenuto che i dati relativi alla produzione
dei rifiuti dell’Ato Centro, riferiti agli anni 2009 e 2010, erano troppo alti
rispetto alla realtà odierna, caratterizzata da una forte contrazione dei
consumi: da tutti gli indicatori si poteva credibilmente prevedere una
sostanziale diminuzione dei rifiuti anche per gli anni successivi, il che
avrebbe prodotto un sovradimensionamento degli impianti, anche alla luce di un
incremento della raccolta differenziata. Conseguenza a tale riflessione era l’inutilità
dell’ampliamento dell’impianto di Montale.
Per quanto riguarda il piano dei rifiuti, voglio solo
aggiungere, che la sua approvazione è stata di fatto blindata fin dall’inizio,
impedendo alle minoranza di fare quei correttivi che a nostro avviso erano
necessari, così come aver fatto giudicare le osservazioni al piano, non da un
organo terzo, ma da un ufficio di diretta emanazione delle strutture
provinciali, ci è sembrato una inopportuna forzatura.
Comunque il piano è stato approvato.
Fatto questo passaggio, il piano passa alla struttura
dell’Ato, che, sulla base degli obiettivi e delle relative capacità
impiantistiche, contestualizza il tutto in un piano industriale e emana un
bando di gara.
Queste le dovute premesse.
Passiamo ai segnali di preoccupazione.
Negli ultimi tempi abbiamo sentito girare voci sulla
necessità di realizzare o meno l’impianto di Casa Passerini. I dubbi sono sorti
perché da una parte qualcuno si è reso conto che la produzione dei rifiuti è
calata sensibilmente e contestualmente i risultati di raccolta differenziata,
dove è stata introdotta, sono stati molto soddisfacenti. Questi elementi hanno
innescato i primi dubbi.
Ma il fattore più importante è di carattere politico,
dove dobbiamo registrare una sostanziale rottura all’interno del Pd, soprattutto
fiorentino, sostanziata dalla delibera del comune di Sesto Fiorentino che si
esprime contro la costruzione dell’impianto di Casa Passerini.
Contemporaneamente non è chiaro cosa stia succedendo
all’impianto di Testi e di Selvapiana che al momento sembrano essere stati
bloccati.
Di fatto l’unico impianto di incenerimento dell’Ato
Centro rimane quello di Montale, di proprietà del Cis, quindi dei Comuni di
Agliana, Quarrata e Montale.
Negli ultimi giorni, arriva una proposta dell’Ato
Centro che propone di cambiare il rapporto con l’impianto di Montale: non più
in convenzione, ma in concessione o addirittura di vendita al gestore unico
vincitore della gara. Proposta che di fatto toglierebbe il controllo dell’impianto
dalle mani dei comuni.
Spero anche che qualcuno non pensi di annullare la
convenzione, e quindi il conferimento di rifiuti nell’impianto per distruggere
finanziariamente il Cis, come ritorsione per il mancato accordo sulla cessione
di proprietà. Sarebbe un comportamento a dir poco ricattatorio.
Se a questo si aggiunge l’estromissione del Sindaco di
Montale dal direttivo dell’Ato Centro, organismo decisionale delle politiche
industriali dei rifiuti, il quadro che raffigura il futuro dell’impianto di
Montale non è grigio, ma assolutamente nero.
La mancata realizzazione di Case Passerini, il
passaggio di proprietà dell’impianto dai Comuni al futuro gestore, significa
che l’impianto sarà sicuramente ampliato e la sua vita operativa sarà prolungata
ed estesa ai prossimi trent’anni.
Queste le nostre preoccupazioni, che abbiamo voluto
rendere pubbliche, affinché i cittadini possano conoscere e essere informati
sulle decisione, che all’interno di qualche stanza, vengono prese sopra le loro
teste.
Non vogliamo destare allarmismi, anzi speriamo che
queste siano solo ipotesi e che qualcuno le possa smentire: ma come diceva
qualcuno, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.
Detto tutto ciò, il problema resta cosa fare.
Noi pensiamo che era necessario e doveroso, prima di
tutto, informare i cittadini e lanciare questo segnale d’allarme.
Successivamente crediamo sia giusto coinvolgere i
cittadini sulle scelte future con tutti i mezzi che la legge ci mette a
disposizione, ipotizzando anche un percorso partecipativo o addirittura un
referendum per far esprime i cittadini sul futuro dell’impianto.
Infine è anche giusto ribadire le nostre posizioni, in
maniera molto netta e chiara.
Siamo contro l’ampliamento dell’impianto, come
previsto dal Piano Interprovinciale dei Rifiuti.
Siamo contro ogni tentativo di espropriare i Comuni del
controllo sull’impianto.
Vogliamo portare l’impianto a dismissioni nel tempo
necessario per esaurire il suo ammortamento o a riconvertirlo in un impianto “verde”.
[*] – Coordinatore Vicario Pdl Pistoia
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[Venerdì 29 marzo 2013 | 07:44 - © Quarrata/news]
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