lunedì 18 marzo 2013

MISERICORDIA DI AGLIANA, E CHI HA DETTO CHE L’INCHIESTA È CHIUSA?


di ALESSANDRO ROMITI

AGLIANA. I lettori che hanno temuto l’abbandono dell’inchiesta sulla Misericordia per esaurimento di argomenti, sono sùbito rassicurati: abbiamo – come si dice – palle e polvere. Stiano certi.
L’affaire Misericordia prosegue rinvigorito e, dopo l’assemblea dei soci del 4 marzo – partecipata con un inconsueto tifo da stadio –, è arrivata una quantità d’interessanti indiscrezioni che dimostrano e sorreggono la volontà di estendersi all’infinito dell’intramontabile impero artioliano: del Presidente, cioè, che prese la Misericordia bambina e casta e, in oltre 10 anni di ‘elefantato’, la trasformò in adulta procacciatrice di affari, cangiandola in Unimise S.r.l. – magari bloccando per anni l’iscrizione dei nuovi soci per timore di essere disarcionato come Orlando a Roncisvalle.

QUATTRO CHIACCHIERE
A SPROPOSITO
E UNA QUERELA

Già! Proprio come Quattro matrimoni e un funerale.
Tutti a sbracciarsi per convincere i volontari della Mise aglianese che Quarrata/news si è ammutito perché non ha più argomenti.
In realtà di argomenti ce ne abbiamo ancora un vagone, un carro bestiame stipato come quelli dei treni di Auschwitz. E non dubitate che tutto quello che abbiamo da dire lo diremo, Presidentissimo o no: ma piano piano e con le cadenze che stabiliremo noi e non l’emerito duca Artioli.
Che sembra stia pensando e meditando di farci querela e che – purtroppo – arriva già tardi anche su questo: perché forse lui non lo ha detto, nell’assemblea del 4 marzo, ma lo abbiamo già querelato/denunziato noi di Quarrata/news in partenza.
Lo abbiamo fatto il 13 febbraio stesso, alla Caserma di Agliana, alle ore 16:10,  perché Artioli e il suo avvocato ci avevano proprio rotto le scatole con le loro minacce tendenti a farci smettere di esercitare la nostra libertà di critica e di cronaca garantìtaci sia dalla Costituzione, art. 21 e dalla legge 69/1963, art. 2.
E qui torniamo su un’altra “falsa opinione” che i dirigenti della Misericordia stanno facendo circolare anesteticamente fra volontari e soci: che noi non siamo giornalisti. Si accomodino. E la pensino come vogliono l’emerito duca e le sue fide guardie del corpo.
Personalmente invito tutti i curiosi di Agliana lunedì 25 marzo 2013 all’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Folco Portinari 5, ore 15:30), dove si svolgerà oltre che l’assemblea annuale dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, una cerimonia durante la quale mi sarà consegnata la medaglia d’argento per i miei ormai più che 40 anni di iscrizione all’Albo della Toscana.
Venga anche il geometra Artioli, ex direttore di banca: che così potrà di nuovo respirare, sia pure solo per un pomeriggio, l’aria buona dei soldi che aleggia nelle banche, vero ossigeno per i suoi polmoni.
E che così potrà anche smettere di infinocchiare i suoi sfruttati adoratori.
Edoardo Bianchini
E questo blocco delle iscrizioni, in nome della misericordia divina e per i santi fini della solidarietà sociale, è avvenuto e prosegue in assoluto spregio alle stesse indicazioni e proposizioni d’intenti che sono ben stabilite a livello nazionale dalla confederazione delle Misericordie (vedi comunicato), laddove si auspicano massime iniziative di “democratico dibattito”, che ad Agliana sembra democraticamente diretto dal triumvirato in corso legale.
All’assemblea ha partecipato anche il consulente Rag. Fabrizio Poggiani, in presenza del sindaco revisore Rag. Bruno Gori, oltre alla figura del probiviro (che dovrebbe garantire e controllare il rispetto dello Statuto) Gaetano Maniscalco. Assente, ma rammentato, il “Correttore Morale” (virgolettato, vista la presa di posizione di don Paolo su quella anacronistica figura), che comunque è stato più volte nominato da alcuni soci per il suo reiterato e poco comprensibile “silenzio”.
Dopo la serie di domande proposte all’assemblea (vedi domande), solo due hanno avuto risposta. E che risposta!
Alla prima: “Perché sono state sospese le iscrizioni a socio quattro anni or sono e sono state riaperte solo adesso, ma con criteri ristrettivi di accesso?”, i chiarimenti forniti appaiono stupidamente illogici: “La chiusura delle iscrizioni a socio è stata richiesta per necessità dalla ridotta partecipazione degli associati alle assemblee. Adesso è stata riaperta!”: insomma, siccome solo pochi soci partecipavano alle assemblee, allora meglio chiudere le iscrizioni, così si faceva prima!
Se non ci fosse da piangere, a causa delle incredibili dichiarazioni rilasciate al blog dalla sig.ra Adele (ascolta la clip audio), bisognerebbe sganasciarsi dalle risate, perché siamo dinanzi al teatrino dei clown del Circo Togni: neanche Bertoldo avrebbe saputo fare di meglio e siamo convinti che Crozza sarebbe in grado di imbastirci sopra un intero spettacolo (e diciamo non Grillo, ma Crozza, che va d’accordo anche con il Presidentissimo…).
La risposta è di quelle che non possono che lasciare basiti: o replichi sùbito, o lasci stare e passi ad altro perché resti senza parole. E sembra che così abbiano fatto i soci dell’assemblea del 4 marzo.
L’ultimo problema trattato dal consesso (al quale Artioli aveva fatto firmare una lettera di scelta incondizionata del condottiero della Misericordia per i prossimi trent’anni) è davvero decisivo per comprendere il livello di indipendenza morale dei consulenti della Mise: “Se è vero che il geometra Corrado Artioli è Presidente della Misericordia e se è altresì vero che è anche Presidente della Fondazione della Misericordia, il “direttorio” non pensa che questa doppia carica rappresenti un evidente conflitto di interessi?”
Su questo tema il fiscalista Fabrizio Poggiani – il quale si è negato più volte a noi che volevamo fargli delle domande necessarie al chiarimento di tante difficoltose e insuffragabili sue affermazioni – ha effettivamente riconosciuto che la coincidenza, nello stesso soggetto, del “duplice ruolo” di Presidente di un ente e di Presidente della Fondazione del medesimo ente, è quanto meno “anomala” per la coincidenza nel controllo di interessi contrapposti e divergenti: per questo è consuetudine che vengano nominate distinte figure al vertice di questi enti o società; figure ben distinte giuridicamente, ma governate in modo “controllato”.
Lo stesso Poggiani, ha precisato che l’anomalia resta, però, un semplice pregiudizio di carattere morale, ma non rileva ai fini di legittimità e rispetto di qualunque norma applicata al caso. Insomma siamo dinanzi a niente più che una semplice ‘caccola al naso’ che, se è moralmente deprecabile, non è legalmente eccepibile. Alla faccia dell’accomodamento con le mane, come si direbbe ad Agliana.
Ma di questo non c’è affatto da meravigliarsi.
Loro – i Signori della Misericordia – sono sostenuti e motivati, in certe situazioni moralmente deprecabili ma legalmente ineccepibili, da una lunghissima assuefazione a quel che accadeva nel MPS. E il presidente della Mise, il geometra Artioli, se ne intende di queste cose, visto che è stato direttore di banca per una intera vita.

P.S. – A proposito, il termine «condottiero della Misericordia» sembra che in latino si dica Misericordiae Dux

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 18 marzo 2013 | 11:27 - © Quarrata/news]

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