VALDINIEVOLE. Il Sindaco Daniele Bettarini ci ha trasmesso il
documento sulla Tares che segue e che è condiviso da tutti i primi cittadini
della Valdinievole.
In un mondo fatto sempre più di acronimi (Iva, Irap,
Imu, Tia, Tarsu ecc.) noi cittadini abbiamo imparato che spesso dietro ad una
sigla si nasconde un balzello e una vessazione.
Non fa eccezione l’ultima trovata, la Tares,
acronimo di Tariffa Rifiuti e Servizi.
La nuova imposta andrà a sostituire, in parte,
la precedente tariffa sui rifiuti, che per i comuni della Valdinievole si
chiamava Tia (Tariffa Igiene Ambientale), oppure Tarsu (Tassa Rifiuti Solidi
Urbani).
Dicevamo in parte perché il nuovo balzello
cela in realtà un altro tributo, infatti insieme alla spazzatura tutti noi
pagheremo 0,30 € a metro quadro per coprire (in parte) i cosiddetti “servizi
indivisibili” (pubblica illuminazione, manutenzione strade, verde pubblico, ecc.).
Il balzello, già negativo di per sé, nasconde più di
una negatività.
Infatti sulla parte relativa allo smaltimento dei
rifiuti, si continua a mantenere il conteggio calcolato sulla superficie dei
locali (abitazioni, uffici, negozi, laboratori, ecc.), senza inserire il
parametro, più equo, della quantità dei rifiuti prodotti. Così facendo si
penalizzano, quelle comunità che, rispondendo alla legge e al senso civico,
hanno una maggiore attenzione all’ambiente rispetto ad altre.
Inoltre la nuova tassa dovrà essere pagata con il
modello F24, come abbiamo pagato l’Imu e quindi un ulteriore costo per il
cittadino che, probabilmente, dovrà farsi compilare il modulo dal
commercialista, piuttosto che dal sindacato o altro e questo per quattro volte
all’anno.
Il paradosso è che, nonostante tutti noi verseremo i
30 centesimi a mq. calcolati sulla superficie dei locali (appartamenti, negozi,
laboratori, ecc.), i Comuni non avranno maggiori risorse, da destinare alla
pubblica illuminazione, la manutenzione strade e verde pubblico, ecc. da
destinare alla polizia municipale, in quanto le maggiori somme derivanti da
questo introito saranno detratte dallo Stato nei trasferimenti agli stessi comuni, come si dice dalle nostre parti “poggio e buca
fanno pari”. Tutto ciò senza migliorare né la pubblica illuminazione, né le
strade, né altro.
E’
pertanto del tutto evidente che la nuova tassa è assolutamente iniqua e va ad aggravare una situazione già
pesante per cittadini e per le aziende.
Di fronte a tutto questo non vogliamo restare inermi
e ragionare in soli termini contabili, per dovere di legge, ma intendiamo
portare alto il grido di “NO NON CI STIAMO “, chiedendo con forza e con
tutti gli strumenti possibili due cose :
- la prima di far slittare l’introduzione della Tares almeno di un anno, (è prevista la prima rata a luglio prossimo);
- la seconda è di allestire, insieme a rappresentanti istituzionali (locali e nazionali), categorie economiche e semplicemente cittadini, una forte campagna affinché sia rivista in maniera sostanziale la nuova tariffa, improntandola al principio secondo cui “chi produce più rifiuti, più paga”.
Intendiamo assumere un preciso impegno con le nostre
comunità per la difesa degli interessi collettivi, perché troppo spesso dal
governo centrale si è preteso, in nome di una “solidarietà a senso unico”
(dalla periferia al centro), di concorrere al risanamento della spesa pubblica.
Con il risultato che mentre i nostri comuni non producono debito (per legge e
moralità amministrativa i nostri bilanci sono in pareggio), da parte dello
Stato centrale si è vista tutta un’altra storia.
Se le cosiddette autonomie locali hanno una funzione
di soli gabellieri, come quello a cui siamo relegati adesso, allora, in modo
provocatorio, è meglio riconsegnare le chiavi (di cartone) delle città ed un
grigio burocrate sia l’attuatore dei vari balzelli.
A chi amministra è chiesto un altro ruolo e l’auspicio
è che da Roma arrivino segnali che siamo cittadini e non sudditi, come invece
sta avvenendo da qualche anno a questa parte.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 29 marzo 2013 | 15:17 - © Quarrata/news]
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