di LUIGI SCARDIGLI
Katia Beni e Anna Meacci
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CASALGUIDI. Hanno voluto dare un piccolo colpo alla botte – velando di
politicamente corretto uno spettacolo assolutamente ironico e carino –, prima di congedarsi dal pubblico, che le ha applaudite,
divertendosi parecchio, costantemente. Ma sarebbero bastati quelli inferti al
cerchio, per oltre un’ora e mezzo, per ricevere il passaporto della comicità e
andare avanti.
Anna Meacci e Katia Beni, artefici
esilaranti, ieri sera, al teatro Francini di Casalguidi con la messa in scena
di Ticket & Tac, del resto, con
le risate ci vivono e convivono da parecchi anni, ormai. Senza strafare, questo
è vero, ma senza nemmeno mai scadere e decadere. Sono state parecchi anni in
silenzio, ad osservare e ora hanno tirato fuori dal loro cilindro questa serie
innumerevole di micro gag, quasi radiofoniche, con le quali consentono e
autorizzano i visitatori dei loro show di sganasciarsi.
La falsariga sulla quale camminano in
punta dei piedi, senza mai urlare, è quella della malasanità, ma da un punto di
vista tragicomico, che prende spunto dal cronico disservizio sanitario e dalla
secolare dislessica preoccupazione dei pazienti. Italiani. Che subissano di
telefonate inutili, spesso incredibili, parecchio grottesche e molte volte
comiche nemmeno fossero studiate, i centralini ospedalieri. Quello di Careggi,
è quello al quale le due attrici comiche toscane fanno riferimento, una sfilza
di Pronto, ospedale e via con una
serie di inesattezze e storpiature attinte dai registri del nosocomio
fiorentino, dunque, reali ed altre frutto della fantasia, possibilista, degli
autori dello spettacolo.
Ci voleva, però, un tuffo nella sana
comicità dell’accoppiata Beni-Meacci, che nelle circa due ore di spettacolo a
ritmi asfissianti si concedono solo qualche parolaccia, ma di quelle che non
stonano, che non offendono, che possono sentire anche i bambini, sorridendo e
senza avvertire poi la necessità di ripeterle.
Le conosco da tempo, entrambe, ma non
ci vedevamo da molto e alla fine della rappresentazione, dopo essersi messe in posa
sul palco durante l’ultimo scroscio di applausi, ho aspettato che si
riprendessero un po’ dalla fatica della diretta per salutarle e complimentarmi
con loro. Sia Katia che Anna, stringendomi la mano, mi hanno detto, come se si
fossero messe d’accordo, ci conosciamo,
ma non ricordo dove ci siamo visti.
Nemmen io ricordo dove ci si sia visti,
ma è successo in un posto qualsiasi, dove voi eravate sul palco a provare,
riuscendoci, a far sorridere il vostro pubblico ed io, confuso tra gli
spettatori, a prendere appunti da trascrivere ai lettori. Mi auguro di
somigliarvi un po’, con il mio lavoro, che faccio con immensa passione, la
stessa che muove le vostre recite, ma senza prendermi troppo sul serio.
Proprio come voi due.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 17 marzo 2013 | 09:23 - © Quarrata/news]
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