di Lorenzo Cristofani
PISTOIA. Sono molte, da alcuni
giorni, le email di lettori che chiedono informazioni circa la chiusura del
convento dei frati cappuccini. È apparsa, su di un quotidiano locale, la
notizia di un molto probabile trasferimento dei padri, dal loro convento di via
degli Armeni a quello Montecatini, ma non è dato sapere molto di più.
Ormai a
Pistoia questa notizia è sulla bocca di tanti, se ne sente parlare al mercato,
persino in certi bar, nei posti più impensati insomma. Si percepisce
sostanzialmente un senso diffuso di malessere da parte della popolazione, con
cui questi padri, presenti in città dal 1541, hanno stretto un legame davvero
profondo. Del resto basta pensare all’assistenza spirituale all’ospedale e al
carcere di Santa Caterina. Per non parlare del servizio mensa per i meno
abbienti, della distribuzione di viveri e vestiario alle famiglie disagiate e
la formazione dei giovani.
In un
periodo di crisi come questo pare che l’intera città non voglia proprio
sentirne parlare di un’ipotesi del genere. Il convento è poi utilizzato dai
Terziari francescani, anch’essi una presenza viva e strutturata. Si è letto che
il motivo del trasferimento non è di carattere economico, dal momento che nella
gestione ordinaria i frati sono autonomi ed indipendenti.
In
particolare, i frati attualmente residenti in via degli Armeni verrebbero
accorpati al convento dei cappuccini di Montecatini, dove fanno riferimento
anche ad una parrocchia: a Pistoia invece, la chiesa di San Francesco di Paola,
annessa al convento, non fa parrocchia. Ma allora cosa se ne vorrebbe fare di
quel complesso conventuale, che tra l’altro racchiude un piccolo grande eden,
purtroppo poco conosciuto? Verrebbe lasciato in abbandono e così precluso a
tutte le attività che oggi vi hanno sede?
Qualcuno
arriva addirittura a vociferare che il trasferimento sia motivato dalla volontà
di vendere il convento per una ghiotta speculazione. Pregevoli appartamenti di
lusso nei caratteristici locali antichi e parcheggi al posto del piccolo
paradiso costituito dall’orto giardino.
A questo
punto la parola non può che passare al Ministro Provinciale, fratello
Stefano Baldini, e anche al fratello Valerio Mauro, Vicario Provinciale, nonché
ai fratelli Piero Vivoli, Mario Testa e Alfredo Paladini, con la carica di
Definitori.
Potranno
infatti rassicurare le molte persone turbate da questa possibile perdita,
quella cioè della chiusura del convento. Alla luce della reazione popolare che
si prospetta, i padri superiori potrebbero direttamente riconsiderare la
decisione di trasferire i frati cappuccini da Pistoia, dove sono ormai un’
istituzione (una delle più antiche presenze in Toscana),
consapevoli che la città tutta, collaborerà ad una soluzione condivisa. Si sa
che alcune persone della società civile sono già attive nella raccolta di firme
per evitare la chiusura del presidio pistoiese. E questa è solo l’inizio di una
mobilitazione che scalderà un’estate già abbastanza torrida.
Sembra
che, costi quel costi, i pistoiesi non accetteranno in nessuna maniera di
separarsi dai loro fraticelli.
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[Giovedì 5
luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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