domenica 21 aprile 2013

MATTEO L’AMERICANO

di Andrea Gorone [*]

Mi è capitato di vedere Matteo Renzi dalla Bignardi e, in quella intervista troppo lunga e di gusto discutibilissimo, ho avuto modo di riflettere sugli atteggiamenti del “nuovo che avanza”.
Meno male che scappava da ridere anche a lui quando ci ha raccontato che mentre corre ascolta in cuffia i discorsi di Obama.
Mi domando, in che lingua li ascolta? Mi sembra ovvio, in inglese, non esistendo, spero, una versione italiana del discorso sullo stato dell’unione. Ma allora, il nostro è fluent in inglese per capire un discorso complesso e lungo come quello? Ma allora perché dopo qualche istante ci spara un Tacson, quando anche il gatto (americano) sa che la città dell’Arizona si pronuncia Tucson [ˈtuːsɒn]?
Piccolo dettaglio, direte voi. Non penso.
All’attento osservatore non è sfuggito certamente che il nostro conta le dita iniziando dal mignolo. Tale pratica, tipica di americani e britannici, non si è mai vista dalle nostre parti. A Rifredi, dove sono nato e cresciuto, le dita (i diti???) si cominciano a contare dal pollice. E non credo che a Rignano si faccia come in Arkansas (pronuncia [ˈɑrkənsɔː])
Non è finita. Per la sua campagna delle primarie ha usato un avverbio, “adesso”, che un fiorentino non userebbe mai. A Firenze si dice “ora”. Dove voglio arrivare?
Questo ragazzo così pieno di talento e di ambizione mi fa venire in mente Michael Jackson che si schiariva la pelle.
Il povero Michael, senza rinnegare il proprio colore della pelle si faceva dare delle belle smacchiate. Tant’è che alla fine era diventato di un colore inesistente in natura. Né nero né bianco.
Non vorrei che anche Renzi diventasse una creatura artificiale, costruita in laboratorio e sostenuta da uno strenuo impegno personale. Non si passa indenni attraverso un’esperienza di boy-scout a Rignano ed è questo che probabilmente a Renzi pesa.
Locale e globale, in Renzi, entrano drammaticamente in rotta di collisione. 
Vuole mostrarsi come uno di noi, ma sogna un c.v. da LSE o MIT.
Caro Matteo, ti sarà capitato di mangiare nei ristoranti dei grandi alberghi o, peggio ancora, andarci a un matrimonio. I piatti sono multicolori e di grande impatto visivo. Ma quando li assaggi, che delusione! 
Non voler diventare un’aragosta in bella vista, tutta immagine e niente gusto.
Riscopri il boy-scout che è in te, e vedi di mettere mano ad un problema spaventoso che incombe su Firenze.
Siamo ad un passo dalla liquidazione del Maggio Musicale Fiorentino. Sarebbe come dire, per noi fiorentini, che chiude il campanile di Giotto o che a palazzo Pitti apre l’Ikea.
Hai fatto la tanto discussa riunione a porte chiuse con esponenti della finanza internazionale. Facci vedere il boy-scout nella stanza dei bottoni che spiega a questi signori, che probabilmente non conoscono Bruckner o Mahler, quanto è importante per tutti un’istituzione come il MMF e che mettessero mano al portafoglio per tappare questa spaventosa voragine. Fatto questo, caro boy-scout, facci capire come si è arrivati a questo punto. La Toscana aveva una delle istituzioni musicali più prestigiose del mondo ed una delle banche più antiche del mondo, MPS. Guarda dove siamo arrivati.
Accantona, per il momento, Obama, Franco e Valeria Marini, ricomincia dal pollice a contare le cose importantissime che devi fare.
Ora o Adesso. Scegli Te.
Con simpatia

[*] – Fiorentino

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[Domenica 21 aprile 2013 | 09:06 - © Quarrata/news]

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