mercoledì 24 aprile 2013

REPOWER. LA POSIZIONE DEL PDL IN CONSIGLIO PROVINCIALE



PISTOIA. Ecco l’intervento di Patrizio La Pietra durante la seduta consiliare di mercoledì 24 aprile:

Vorrei cogliere l’occasione di questo dibattito sulla Repower per fare alcune considerazioni non solo sullo specifico caso, ma anche di carattere più generale.
Voglio partire dalla prima riflessione che è tutta interna alla provincia.

La firma del protocollo
Tante, molte, purtroppo troppe volte il nostro gruppo ha chiesto che i protocolli di intesa, essendo atti di indirizzo, dovevano, e devono, essere argomento di discussione in consiglio.
Questo probabilmente avrebbe permesso di evidenziare già allora tutte le contraddizioni e, a mio parere, le criticità del progetto.

In quest’aula non si è mai parlato della vicenda se non una volta grazie ad una interrogazione, peraltro del Pdl, e questo, credo sia stato un grave errore. Mi si potrebbe rispondere che è stata riunita la commissione ambiente per informare i consiglieri sullo stato dell’arte della procedura. Vero. Ma un conto è informare e dibattere in commissione, altro conto e discutere e prendere delle posizioni in consiglio. 
Tralascio al momento le considerazioni di carattere tecnico, in particolare gli aspetti ambientali su cui comunque ritornerò successivamente. 
Voglio invece, per prima cosa soffermarmi su una delle motivazione principali che hanno portato alla firma del protocollo.

Il ricollocamento di lavoratori

PER CHIARIRE MEGLIO

Ecco l’intervento integrale fatto oggi nel Consiglio Provinciale di Pistoia in merito alla discussione sulla Centrale Repower.
In esso viene spiegata la posizione del Pdl in Provincia, da sempre contrario a questo progetto.
Niente abbiamo contro l’azienda Repower, così come siamo favorevoli ad una reindustrializzazione dell’area senza tralasciare che ogni azione per la creazioni di nuovi posti di lavoro non può che avere il nostro appoggio.
Ma questo progetto non soddisfaceva le condizioni essenziali, sia ambientali che sanitarie.
Patrizio La Pietra
E su questo vorrei sottolineare come la propaganda demagogica di comune e provincia sia stata prevalente rispetto alla realtà e come questa propaganda demagogica abbia mancato di rispetto alla stessa dignità dei lavoratori, ingannati da false speranze.
A questo proposito voglio ricordate le affermazioni fatte dall’allora assessore comunale alle attività produttive, che a mezzo stampa, sosteneva come questo progetto avrebbe salvaguardato, non solo i lavoratori della ex Radicifil ma anche i lavoratori della Mas di Bottegone. Infatti su un articolo apparso sulla cronaca locale del Tirreno del 20 luglio 2010 si leggeva: “l’impegno della Repower è quello di riassumere, dopo un periodo di formazione e riconversione, gli ex dipendenti della Radicifil e, se ci sarà bisogno, anche quelli della Mas. E questo processo dovrebbe prendere il via fin dall’apertura dei cantieri per la realizzazione del nuovo stabilimento”.
Affermazione che denota o una manifesta volontà di propaganda ideologica, a cui accennavo prima, o molto più semplicemente una incompetenza di fondo rispetto alle problematiche di ricollocamento dei lavoratori. Come si poteva realisticamente pensare di ricollocare più di 200 persone in progetto di questo genere? Poi grazie anche alla pressione dell’opinione pubblica cominciano a filtrare i numeri di questa ipotetica ricollocazione. Forse 20/30 persone di cui la maggior parte altamente specializzata per la condizione di una centrale di questo tipo. Nel protocollo si faceva riferimento alla possibilità di adoperare anche in fase di cantiere lavoratori ex Radicifil. Ma, anche qui, cosa avrebbero dovuto fare i lavoratori? Forse i guardiani! 
Provate ad immaginare come possa essere un cantiere per la realizzazione di una centrale con tecnologia avanzata. Un cantiere dove sicuramente le opere cementizie dovranno essere molte e di alta qualità. Dove occorrono lavoratori altamente specializzati.
Carpentieri, ferraioli, professionalità che non si possono formare con nessun corso ma solo con l’esperienza. E qui apro una parentesi per sapere quali corsi sono stati aperti specificamente per preparare i lavoratori ex Radicifil alla loro formazione per i cantieri o le lavorazioni in centrale. Credo nessuno. E allora di cosa stiamo parlando? Come possiamo pensare di usare manodopera convertita per costruire ciminiere di 45 metri. Ma chi vi ha raccontato questa favoletta. E cosa ancora peggiore come avete potuto raccontarla ai lavoratori?
E qui voglio rivolgermi ai sindacati e in particolare alla Cgil che è stata molto polemica verso la scelta di non proseguire nel progetto Repower, perché a loro dire questo mancato investimento penalizzerà il mondo del lavoro. Allora chiedo alla stessa Cgil di impegnarsi per la conclusione di una vicenda che vede un imprenditore che ormai da due anni aspetta una risposta dagli enti per costruire un punto di ristorazione a pochi metri dal complesso dell’Ipercoop di Montecatini che potrebbe consentire l’assunzione di 40 persone. E ancora di attivarsi nei confronti della Coop per acquistare il materiale di una azienda cartotecnica del territorio invece di comprarli da un distributore che acquista dalla Cina. Peraltro con poco risparmio. E permettere a questa azienda di mantenere il livello occupazionale. Con piccole azioni concrete si possono salvare decine di posti di lavoro oppure crearne di nuovi. Torniamo al nostro protocollo.

Benefici per il territorio sul piano energetico
Siamo partiti dall’ipotizzare lo sfruttamento del vapore prodotto per scaldare il nuovo ospedale. Poi ci siamo accorti che il progetto era sbagliato perché era sbagliata la localizzazione dell’ospedale rispetto alla centrale. Poi siamo arrivati ad ipotizzare di scaldare le serre. Ma qui non siamo a Pescia. Poi ancora con il calore scaldiamo le case oppure infine lo usiamo per condizionarle. Insomma non si sapeva più cosa inventarsi. Il dato finale è che il vapore se si vuole l’azienda lo mette a disposizione “a bocca di azienda” cioè l’impianto per la distribuzione del vapore è a carico di chi lo vuole. Quindi nessun vero vantaggio energetico del territorio. Ma anzi investimenti e costi che ricadevano poi sui cittadini. Altra questione più volte enunciata per la positività del progetto.

Investimenti per il territorio
Si parlava di 90-100 milioni di investimento, o forse di più. Si ma quanto effettivamente sarebbe rimasto sul territorio? La maggior parte serve per l’acquisto dell’impiantistica, e per la costruzione della sottostazione elettrica, peraltro non prevista nel progetto iniziale, per il collegamento alla rete nazionale. Tutta attrezzatura non prodotta nel territorio.
Così come prima mi sono rivolto alla Cgil, voglio rivolgermi anche alla associazione industriali. Non entro nel merito della polemica fra i comitati e il presidente Oriana per la sua dimissione. Mi sembra una polemica sterile e fuori luogo. Ma se nella nostra provincia è in netto calo la produzione industriale e siamo di fatto agli ultimi posti della classifica regionale, qualche perplessità, al netto della vicenda Repower, sulle politiche industriali del territorio andrebbe fatta. E non sono certo io a voler difendere sia la presidente Fratoni o il sindaco Bertinelli. Ma sicuramente il comparto industriale pistoiese non è stato capace di attirare investimenti per le aziende del territorio e ricordiamoci che il lavoro lo creano le imprese e gli enti devono da una parte agevolare le imprese ma dall’altra garantire il loro territorio e i loro cittadini.
Non entro nella discussione rispetto all’impatto ambientale e sanitario dell’impianto visto che sia la regione che la Asl e Arpat si sono espressi per la non pericolosità dell’impianto. Su cui personalmente nutro molti dubbi. E permettetemi anche un po’ di polemica, con una certa amarezza. Anche per lo smantellamento dei 120.000 metri quadrati del tetto in eternit dello stabilimento Breda di via Ciliegiole fra la fine degli anni 80 e inizio anni 90 la Asl e Arpat dissero che tutto era a posto, che le procedure erano corrette e che non c’era pericolo. Su questo non credo siano d’accordo quei lavoratori che purtroppo hanno respirato quelle polveri e che sanno di avere percentuali di fibre di amianto nei polmoni superiori alla media.
E qui, ritornando alla Repower, hanno ragione gli abitanti della zona che hanno già da subito iniziato una battaglia contro la centrale perché preoccupati della loro salute. 
Così come non entro nel merito dell’impatto che questa centrale potrebbe aver avuto sulle produzioni vivaistiche.
Voglio invece sottolineare come, a mio avviso, questa centrale avrebbe avuto un impatto negativo per il comparto turistico. Ma provate a pensare l’impatto visivo di queste ciminiere alle porte della città quale effetto avrebbe avuto sui turisti, purtroppo non molti, interessati alla visita della nostra città. Ai vari agriturismi del Montalbano, ad esempio, con un panorama turbato dalla presenza di queste ciminiere.
In sostanza se mettiamo sul piatto della bilancia i benefici da una parte e le criticità dall’altra sicuramente sarebbero molto di più gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi.
Concludo esprimendo la mia soddisfazione per la conclusione della vicenda.
Ma non posso che sottolineare l’arroganza e la distanza dalla gente che hanno dimostrato sia l’amministrazione comunale che provinciale per il modo in cui hanno gestito la vicenda nei confronti della popolazione.
Per il modo con cui hanno tenuto sospeso un investimento di una azienda per tre anni.
E soprattutto non posso non sottolineare come la vera motivazione del no di comune e provincia non sia dovuta a ripensamenti o a dubbi sanitari o ambientali, ma semplicemente sia dovuta ad una situazione politica derivante dalla debolezza della maggioranza in comune, dove non esistevano più i numeri per far passare una variante al regolamento urbanistico.
Questo è il vero motivo. La presidente, poi non poteva che approfittarne per togliersi una bella patata bollente.
Se il dibattito fosse giunto in questa assise, sarebbe stato interessante sapere quale posizione avrebbe preso il consiglio. Ma questo, come dicevo all’inizio del mio intervento non si è voluto fare.

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[Mercoledì 24 aprile 2013 | 21:43 - © Quarrata/news]

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