giovedì 25 aprile 2013

MELOS E ‘PARENTHETICAL GIRLS’ (CHE A ME NON PIACCIONO)


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. A me non piacciono, affatto, ma questo non vuol dire assolutamente nulla. E poi, il concerto dei Parenthetical girls, ieri sera al Pianeta Melos, altra tappa poliedrica del percorso cittadino ideato dall’Atp e patrocinato dalla Fondazione Caripit, dalla Regione Toscana, dal Comune di Pistoia e con il contributo Unicoop di Pistoia, ha sortito l’effetto delle aspettative: allargare la città, spiazzando l’epicentrismo della Sala.
Non gradisco il pop sperimentale, perché non gradisco gli effetti scenici, in musica, che spesso sovrastano il suond, fino a renderlo secondario, subalterno alle immagini e il quartetto statunitense, di Portland, li adora, in questo mix tra dark ed emo che non riesce proprio a scalfire la mia sensibilità.

Però la sala dell’ex centro di Quartiere, che uno staff di persone sta cercando di trasformare – e sono convinto che ci riesca –, era piena e tutti quelli che la popolavano sorridevano alla stravaganza di Zac Pennington, un giovanissimo personaggio di questa musica che sta raccogliendo plausi ed incoraggiamenti cosmici. Con la sua voce sillabica, monocorde, che nasce da un diaframma tenuto rigorosamente esteso grazie ad un portamento ingessato, ma assurdo che incappa ed inciampa in vari contrordine classici: abbandonare il palco, uscire dal cono di luce dei riflettori, cercare il contatto con il pubblico, invadendolo. Operazione riuscita.
Torniamo al Melos, però. In sala, al di là del naturale pubblico degli appassionati, guidati dal folletto per eccellenza, Lorenzo Maffucci (adoro la sua indole seraficamente anfetaminica), c’erano anche musicisti di ben altra estrazione, un’Elena Becheri poco assessore e molto sprit’z e un ringiovanito Giovanni Tafuro, che inizia a scaldare i motori per la nuova scommessa di piazza del Duomo, quella del 34esimo Festival Blues.
È sintomatico – e a mio presuntuosissimo parere –, fondamentale , che le forze terminali della città si ritrovino a convivio e strategizzino il piano d’attacco alla città: Pistoia è nostra, non solo come contribuenti, ma anche e soprattutto come fruitori di informazioni e suggeritori di formazione.
Infanzia e città, questa risposta energica che Pistoia sta dando a chi ha creduto che rispetto alla Toscana, la nostra Provincia meritasse un plauso maggiore tanto da indurre la Regione ad incrementare, considerevolmente, lo stanziamento, è un buon viatico, iniziato con La Commedia di Emio Greco e Pieter Scholten e che, dopo aver dato albergo ai Parenthetical girls si ritroverà, domani sera, al teatro Bolognini, con Perdere la faccia, di Daniele Ciprì.
Salite in carrozza, diamine, il viaggio è solo all’inizio.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 25 aprile 2013 | 11:22 - © Quarrata/news]

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