di Luigi
Scardigli
PISTOIA. Non c’erano dubbi: per rileggere Ibsen occorreva confidare
su un cast d’eccezione.
È quello che ha detto oggi pomeriggio Piero Maccarinelli,
regista di John Gabriel Borkman,
nella rituale conferenza stampa organizzata dall’Associazione manzoniana nel
Saloncino del Teatro, all’indomani dell’ouverture.
Lo staff artistico è tutto qui, seduto a semicerchio al di
qua del pianoforte che campeggia sul piccolo palco della sala delle conferenze,
che fa da spalliera alle signore; gli uomini sono scoperti.
Ma Massimo Popolizio non si scompone e racconta che questa
pietra miliare di Ibsen è probabilmente il prologo
di Dinasty. Un dramma esistenziale che si esaurisce nella morte del protagonista,
che solo con il distacco totale dalle passioni e dalle falsità riesce
finalmente a sanare la sua più grande disgrazia: l’incapacità di realizzarsi.
Ognuno, come da copione – scusate il gioco di parole –
offre, dalla visuale del proprio personaggio, una proiezione della
rappresentazione, un’interessante delucidazione per quelli che hanno assistito
la sera precedente e uno stimolo a una fatale (forse) attrazione, per quelli
che non sono ancora stati a vederlo.
La saletta è gremita, come il teatro ieri sera del resto.
Stona, con un briciolo di incredulità, l’assenza del nuovo
Presidente a questo doppio battesimo, soprattutto perché a certi livelli
occorrerebbe essere, necessariamente, anche diplomatici…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 13 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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