FIRENZE. È finito da poco il Consiglio Regionale e Caterina Bini
annuncia, non senza legittimo orgoglio, che la mozione che chiedeva la revoca
della delibera dei tagli, quella voluta da Ceccobao, è stata votata all’unanimità.
Scambiamo poche, ma significative
battute, al telefono: «La
nostra mozione – ci dice –, quella che avevamo scritto io e Venturi con gli altri
due colleghi del Pd di Lucca, Ardelio Pellegrinotti e Marco Remaschi, è stata
ripresa, questa mattina, in un testo unificato al quale hanno contribuito anche
il Pdl e la Federazione della Sinistra. Con tale testo abbiamo deciso di
presentarci in Consiglio per avere più forza».
Dopo gli interventi dei giorni
scorsi di Bini e colleghi, infatti, si erano mossi, con proprie mozioni, anche
il Pdl e la Fds: «Ma
non era il caso – ha chiarito Bini – si spezzettare le forze e gli impegni. Per
questo siamo passati al testo unificato. In séguito – ha aggiunto – abbiamo
chiesto firme di impegno ad alcuni consiglieri di tutti i gruppi consiliari e
stasera, al momento del voto, la cosa è andata da sé: la mozione è passata all’unanimità
senza alcun intoppo. Ed era quello che volevamo».
Il lavoro di Bini è stato
ineccepibile. Ha saputo ben dirigere le operazioni, con un impegno concreto e
visibile, che sembra aver dato un buon risultato.
«Siamo
soddisfatti anche perché stasera a Borgo c’è, appunto, l’assemblea pubblica per
parlare proprio di questo e almeno avremo un punto da cui partire, qualcosa di
concreto. L’appuntamento – conclude Bini – è al Cinema Gambrinus. Da lì
inizieremo il nuovo percorso per cercare di dare ascolto ai veri bisogni della
gente».
Daniele Bettarini, raggiunto al
cellulare, conferma la sua soddisfazione per il risultato ottenuto. E lo fa con
la sua solita prudenza: «Una
prudenza – dichiara – che è dettata dalla consapevolezza che il voto, pur
unanime, non è un automatico annullamento della delibera di Ceccobao. Certo –
prosegue – il Consiglio è l’organo più importante e un suo pronunciamento ha un
bel peso: ma è solo un punto da cui partire per portare avanti la battaglia con
tutte le sue difficoltà, che non vanno taciute né sottovalutate». Il Sindaco, però, è
sereno come chi, almeno qualcosa, può dire di averlo fatto e anche ottenuto.
Nel frattempo dalla Regione sono
partiti il comunicato stampa e il testo della mozione, che riportiamo qui di
séguito.
e.b. blogger
FIRENZE. È stata approvata all’unanimità, pochi minuti fa, la
mozione unitaria (presentata da consiglieri di tutti i gruppi politici in
Consiglio regionale) che “impegna la giunta regionale a revocare la delibera n.
859/2012 ed attivare prontamente un tavolo di confronto con gli enti locali
interessati al fine di concordare con essi i criteri di rimodulazione dell’offerta
sulle tratte interessate e addivenire ad una nuova decisione che contemperi,
come possibile, le esigenze di contenimento dei costi a seguito della c.d.
spending review con quelle degli utenti del servizio ferroviario, nell’ottica
dell’incentivazione dell’utilizzo del trasporto su ferro su tutto il territorio
regionale”.
Soddisfazione è stata espressa
dai consiglieri del Pd, Caterina Bini, Gianfranco Venturi, Ardelio Pellegrinotti
e Marco Remaschi, che si sono impegnati per giungere al risultato finale del
voto unanime.
Qui sotto il testo integrale
della mozione approvata:
OGGETTO: Mozione per il ritiro
della DGR n. 859 del 1/10/2012 “Ulteriore rimodulazione del contratto di
Servizio Regione Toscana – Trenitalia Spa”
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO CHE
- La Giunta Regionale, con
delibera n. 859 del primo ottobre 2012, ha rimodulato il contratto di servizio
con Trenitalia compiendo un intervento sulla linea Firenze-Lucca-Viareggio e
attuando una “riduzione dell’offerta tramite interventi diffusi sulla
periodicità su tutte le linee” che interessano oltre alla linea citata la Linea
Aretina, la linea Pisana – Tirrenica Sud, la Linea Pisa la Spezia e la Linea
Faentina; entrambi gli interventi con decorrenza da dicembre 2012;
- per quanto riguarda la linea
Firenze-Lucca-Viareggio, sono stati eliminati “27 treni nella tratta
Lucca-Pistoia e 17 treni nella tratta Lucca Viareggio, passando cosi da 2
treni/ora ad 1 treno/ora nelle stazioni della tratta Pistoia-Lucca-Viareggio
che rimangono in esercizio” e si sono chiuse 7 stazioni (Serravalle, Buggiano,
Montecarlo, Porcari, Tassignano, Nozzano, Massarosa) con un presunto risparmio
di circa 4 milioni di euro;
- nelle stazioni richiamate, non
vi è più il servizio di biglietteria e dunque non si comprende in cosa possa
consistere il risparmio, mentre l’intervento riguarderebbe 570 passeggeri, che
saranno adesso costretti a recarsi a stazioni contermini oppure ad utilizzare
servizi sostitutivi;
RITENUTO CHE
- i tagli operati dai Governi
nazionali ai fondi per il trasporto pubblico non appaiono corrispondenti ad una
politica di rigore che sia correlata a contenuti di equità soprattutto verso le
fasce più deboli oltre che di effettivo sostegno alla tenuta sociale ed alla
competitività dei territori;
- le risorse destinate al
trasporto ferroviario nazionale non possono essere dirette soltanto verso l’alta
velocità, destinata ad una utenza di élite e non anche alle reti regionali e ai
servizi quotidiani dei pendolari.
- pur considerando i vincoli
imposti dal Governo alla spesa pubblica e la conseguente riduzione dei
trasferimenti verso le regioni dei fondi destinati al trasporto pubblico locale
che ha assunto anche in Toscana dimensioni pesanti, non appare tuttavia
sostenibile che la ridefinizione del contratto con Trenitalia spa colpisca
pesantemente e ancora una volta la tratta Firenze-Lucca-Viareggio;
- l’utilizzo dei mezzi pubblici
debba essere agevolato sia per ridurre l’utilizzo del mezzo privato e garantire
una mobilità sostenibile e sia per assicurare il diritto alla mobilità
soprattutto a quanti hanno maggiori difficoltà a disporre di un mezzo proprio;
tanto più in un territorio quale quello compreso tra Pistoia e la Versilia, dove
i centri abitati sono sparsi e già oggi distanti diversi chilometri dalle
stazioni esistenti,
CONSIDERATO CHE
- In un momento di profonda crisi
economica, non sia sufficiente tenere conto dei soli dati quantitativi sulla
frequenza dei servizi, quanto della necessità di assicurare una pari
opportunità di accesso da parte di tutti i cittadini ai servizi essenziali
tanto più quando a fruirne sono lavoratori e studenti pendolari;
- un taglio indiscriminato del
servizio di trasporto così come configurato dalla citata delibera provoca una
indiscriminata riduzione del servizio con una conseguente ricaduta negativa
sulle condizioni economiche e sociali delle comunità interessate, peraltro già
alle prese con i disagi più complessivi che ripetuti tagli ai servizi vanno
provocando nelle aree periferiche;
- non appaiono condivisibili le
modalità con le quali sono state effettuate le rilevazioni circa l’utilizzo
delle stazioni e delle corse considerato che le stazioni così dette
“sottoutilizzate ed in stato di abbandono” lo sono soprattutto per disservizi e
disagi causati da Trenitalia, nonostante l’impegno profuso dagli Enti Locali
nel farsi carico di ogni intervento utile a favorirne la funzionalità nell’ambito
delle proprie competenze e possibilità.
- non può essere pertanto
accettabile una linea d’intervento che anziché eliminare e ridurre i
disservizi, elimini invece i servizi medesimi incrementando così i disagi per i
cittadini e gli utenti, tanto più nel momento in cui questo si accompagna ad un
aumento dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti ferroviari con il
risultato di avere minori servizi ad un costo maggiore.
- il taglio dei treni sulla linea
Pistoia – Viareggio, non è certo compensato dall’introduzione di alcune linee
fast, ma appare piuttosto destinato nei fatti a produrre una riduzione del
servizio reso ai cittadini, con conseguente sovraffollamento degli altri
convogli in particolare nelle ore centrali, il ché non appare certo coerente
con la volontà, più volte reiterata, di agevolare l’utilizzo del servizio
ferroviario;
CONSIDERATO INFINE CHE
- il complesso degli interventi
non è stato assolutamente concertato con gli enti locali interessati ma solo
comunicato agli stessi quando la delibera era già stata adottata;
- non può essere condivisibile l’assunzione
di determinazioni così rilevanti senza alcun confronto preventivo nel merito,
tanto più in considerazione del fatto che la nostra Regione fa della
consultazione preventiva, ad ogni livello, un metodo essenziale per la
definizione delle scelte amministrative e di governo.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
A revocare la delibera n.
859/2012 ed attivare prontamente un tavolo di confronto con gli enti locali
interessati al fin di concordare con essi i criteri di rimodulazione dell’offerta
sulle tratte interessate e addivenire ad una nuova decisione che contemperi,
come possibile, le esigenze di contenimento dei costi a seguito della c.d.
spending review con quelle degli utenti del servizio ferroviario, nell’ottica
dell’incentivazione dell’utilizzo del trasporto su ferro su tutto il territorio
regionale.
Firenze, 22 Ottobre 2012
Ciro Becchimanzi
ufficio stampa
e comunicazione gruppo Pd
Consiglio
Regionale dellaToscana
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[Lunedì 22 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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