SAN MARCELLO-MONTAGNA. Il titolo non è affatto una metafora.
Lunedì scorso, 22 ottobre – e lo potete vedere dal timbro
del protocollo del Quirinale – un rappresentante del Comitato per il recupero
ammanco ha davvero preso il treno ed ha salito – come si dice – il Colle. E lì,
dove un tempo stavano i papi, poi il re e, infine, il Presidente, ha depositato
– con tanto di richiesta al
Primo Magistrato d’Italia di dare una scossa alla Procura di Pistoia – 119 moduli con 1.482 firme di cittadini
della Montagna che chiedono giustizia; la copia della lettera di intenti del
Comitato, redatta nel giugno scorso; la copia della lettera che il 17 luglio la
portavoce del Comitato, Graziella Cimeli, inviò alla Procura della Repubblica
di Pistoia, indirizzata al procuratore facente funzione dottor Grieco, e, per
finire, la lettera del 10 agosto che il Comitato – non senza un pizzico di
delusione – inoltrò di nuovo alla Procura della Repubblica di Pistoia e, per
conoscenza, ai Procuratori Generali della Repubblica di Firenze e di Genova.
È inutile aggiungere altro. È solo il caso di far parlare il
Comitato attraverso il suo stesso scritto:
Al Sig. Presidente della Repubblica
Italiana
Dott. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale – 00187 ROMA
Ill.mo Sig. Presidente,
con la presente ci rivolgiamo a Lei, quale Presidente della
Repubblica nonché Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura,
confidando in un Suo diretto interessamento che possa favorire la conclusione
di una vicenda che andiamo – per sommi capi – ad esporLe.
Nella Provincia di Pistoia, esisteva una Comunità Montana –
adesso commissariata – che dalla sua costituzione (1982) alla denuncia di
consistenti ammanchi nella sua gestione, avvenuta nei primi giorni di Marzo
2011 e segnalata per dovere d’ufficio alla competente Procura presso il
Tribunale di Pistoia negli stessi giorni, ha generato nei cittadini sgomento ed
incredulità.
La consistenza dell’ammanco – si parla di milioni di euro
fra sottrazioni e danni erariali – ha mosso spontaneamente alcuni cittadini
della Montagna a creare un Comitato le cui finalità sono riportate in allegato
alla presente, nonché a raccogliere 1.500 firme in poco più di una settimana
per reclamare chiarezza e giustizia.
Avevamo chiesto al Sig. Procuratore Capo della Repubblica
f.f., Dott. Giuseppe Grieco, di poter consegnare a lui simbolicamente e “brevi
manu” le firme raccolte quale espressione di sostegno all’opera della Magistratura
che, avendo avuto la notizia criminis direttamente dai vertici della Comunità
Montana aveva provveduto a nominare un esperto che relazionasse sulle varie
ipotesi di reato consumate: fra l’altro lo stesso perito incaricato dalla
Procura – il Dott. Luca Eller Vainicher – era stato nominato anche dalla Giunta
della Comunità Montana come perito di parte.
Il dualismo di funzioni, per l’Ente e per la procura, già ci
appariva e ci appare quantomeno irrituale, strano e confliggente per ovvii
motivi. A parte ciò la relazione, pubblica, ed in quanto tale, non messa all’Albo
della Comunità e quindi non consultabile, ci è stata negata sia dall’allora
Presidente della Comunità Montana, sia dal Commissario della stessa, adducendo
motivi di pubblico interesse che confliggono con il principio della pubblicità
degli atti.
Le parti secretate della “relazione” Eller, sono state
infatti inviate dal medesimo alla Procura direttamente e non alla committente
Giunta della Comunità Montana e non sono e possono essere giustamente rese di
pubblico dominio. Di qui la irritualità della doppia nomina di cui sopra.
A prescindere da queste valutazioni, che attengono al merito
e al metodo, ci duole che il Procuratore Capo della Repubblica f.f. non abbia
inteso rispondere con un minimo gesto di cortesia, non solo istituzionale, alla
nostra richiesta, e che ci abbia, di fatto, costretti ad inviare i fogli con le
firme direttamente per posta.
Per non parlare poi dei politici che si sono succeduti nella
direzione dell’Ente, negli anni, e che non hanno ritenuto – nessuno escluso –
di dover dare spiegazione alcuna, tutti compattati da un significativo e
connivente silenzio.
Non sfuggirà alla S.V., esperto in somma misura di
meccanismi e ritualità politiche, come il comportamento dei suddetti politici
non possa esaurirsi in un silenzio che è chiaro indice di corresponsabilità
sicuramente politica. Per altri profili di responsabilità, confidiamo nell’opera
della Magistratura che non tarderà ad arrivare grazie al Suo certo
interessamento.
Come Ella certo saprà nelle Sue vesti di Presidente del
Consiglio Superiore della Magistratura, il Procuratore Capo della Repubblica di
Pistoia, Dott. Renzo Dell’Anno, non è stato confermato alla direzione della
Procura Pistoiese, salvo poi averlo – ancora una volta piuttosto irritualmente
– riammesso nell’organico del Tribunale di Pistoia con la qualifica subordinata
di ‘sostituto’ rispetto a quella inizialmente ricoperta di Procuratore Capo e
nel medesimo ufficio.
Come può ben comprendere la situazione necessita di
autorevoli interventi quale solo il Suo può essere, per restituire al cittadino
quella fiducia nel diritto e nella Magistratura in genere che in questa vicenda
appare un poco sopita.
Al momento di tutta questa poco dignitosa vicenda, solo un
dirigente della Comunità Montana ha ammesso di essere responsabile di ammanchi
vari nella gestione amministrativa dell’Ente e non ci risulta abbia subìto
misure di garanzia per non inquinare ulteriormente gli atti.
Il Comitato, Sig. Presidente, e – ne siamo certi – tutti i
cittadini della Montagna Pistoiese, ha compreso le responsabilità politiche che
da trenta anni si sottendono alla conduzione di questo Ente commissariato, e le
complicità che la stessa relazione Eller denuncia più volte, a più riprese e su
più piani.
Adesso attendiamo che la Magistratura, di cui Lei è la
massima espressione, faccia il suo corso: anche se ci appare strano, nonostante
le vicende stringatamente sopra esposte, che dalla prima decade di Marzo 2011
alla data della presente, non un “alito di vento” si sia mosso.
Siamo pertanto cortesemente a chiederLe, Sig. Presidente, un
Suo personale interessamento sul “caso”: per i Cittadini della Montagna e per
tutti coloro che, nonostante tutto, vogliono continuare a credere e sperare in
un domani migliore e serio.
Con i più deferenti ossequi.
Comitato Recupero Ammanco in Comunità
Montana
Il Portavoce
Graziella Cimeli
Per la cronaca, il protocollo del Colle è il n. 00306632.
La gente sacrificata spera molto in Napolitano. Ma non è
escluso che pensi anche ad altre soluzioni. Chissà…
Q/n
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[Giovedì 25
ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Un grande grazie a tutto il Comitato ed alla sua bravissima portavoce Graziella Cimeli.
RispondiEliminaBravi e ... speriamo, anche se spero, promitto e iuro vogliono sempre l'INFINITO FUTURO.
Devo dire che l'iniziativa è giusta e il testo al Capo dello Stato è scritto davvero bene. Complimenti !!!
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