di Lorenzo Cristofani
Se il
piano di recupero non è mai stato votato dal Consiglio Comunale ed è solo ad un
livello preliminare e incompleto, da cosa nascerebbe il danno da risarcire? – Bertinelli contrario all’opera: ce lo aveva detto il 27 agosto durante un colloquio
PISTOIA. Siamo davvero alle
comiche finali? Alle comiche di quella S.p.A. napoletana che intendeva
spregiare, contro il volere di tutti i residenti e di tutti commercianti
interessati, i luoghi storici e le potenzialità del quartiere di San
Bartolomeo?
Guardate
il comunicato sulla Nazione di stamani e leggete attentamente il
documento ufficiale del Comune di Pistoia sul piano di recupero/parcheggio in
San Bartolomeo, che vi mostriamo, per debito confronto.
Non è già
irrituale che uno dei proponenti, la Napoletana Parcheggi S.p.A., cambi oggi
misteriosamente il nome in Quick Parking? Ma andiamo al sodo: questa Napoletana Parcheggi S.p.A. compare nei
documenti ufficiali nella sua veste di promittente
acquirente in virtù dei preliminari di compravendita di porzione delle aree con
la parrocchia di San Bartolomeo e con l’asilo Regina Margherita.
Cosa
significa questa formula lo può – e a questo punto lo deve – spiegare alla città il
Vescovo di Pistoia, che si è speso di persona e che aveva affermato di accettare serenamente
qualunque decisione in merito alla vicenda.
La
precedente dizione dovrebbe infatti implicare il verificarsi di alcune
condizioni per determinare il passaggio – della Napoletana Parcheggi – da promittente acquirente a comproprietaria dell’area. In base a cosa,
dunque, questa S.p.A. napoletana, ripetiamo, ancora promittente acquirente dell’area, può oggi presentare queste rivendicazioni,
se il piano di recupero non è stato votato dal consiglio comunale ed è solo ad
un livello preliminare e incompleto?
Non ha
forse più senso che siano i proprietari dell’area (legalmente e non i promittenti
acquirenti) a metterci la faccia e a minacciare richieste di danni? Bisogna
però precisare alcuni punti fondamentali. Non esistono, o almeno non sono
pubblici, elementi scritti per i quali la cancellazione del progetto
comporterebbe, da parte del Comune, il risarcimento economico. E infatti il
Vescovo Mansueto Bianchi e i progettisti del parcheggio sono stati i primi a
sapere che l’ipotesi del parcheggio non verrà mai presa in considerazione.
Questo è
lo stato dell’arte: il sindaco Bertinelli ha chiarito anche noi di Quarrata/news,
in un colloquio del 27 agosto scorso, inerente ai vari aspetti di alcune scelte
urbanistiche, che il parcheggio negli orti monastici di San Bartolomeo non
rientrava nel suo programma amministrativo e, non essendo ancora l’iter a un
punto di non ritorno, sarebbe diventato solo un ricordo.
Pertanto
se quelle di stamani, da parte della Quick/Napoletana, volevano essere delle
minacce, è forse il caso di dire che non si comprende in base a cosa dovrebbero
e potrebbero giungere in porto. Altrimenti che alle minacce si affianchino
chiaramente documenti e carte in nome dei quali si intendono chiedere i
risarcimenti senza limitarsi alle parole.
A questo
punto è essenziale aggiungere delle riflessioni. Da questo blog abbiamo fatto
leggere la lettera dell’ordine dei Geologi della
Toscana in cui venivano denunciate irregolarità e sostanziali
imperfezioni nelle procedure dell’iter; abbiamo segnalato la pubblicazione che descrive l’incompatibilità
del progetto con i regolamenti comunali – si pensi, solo per esempio, al
divieto di intercettazione della falda idrica. Ebbene, veniamo all’aspetto
forse più inquietante della vicenda: come è possibile che nel gennaio 2012 il
progetto sia stato trasmesso al consiglio comunale con parere di regolarità
tecnica a firma del dirigente all’urbanistica, se l’analisi della falda idrica
è terminata solo nell’estate del 2012? Come si spiega la differenza delle date?
E non sembra un fatto inammissibile che un ufficio tecnico dia un parere
favorevole senza che sia terminato il monitoraggio alla falda, il requisito,
cioè, fondamentale per la fattibilità del progetto?
A questo
punto parrebbe proprio ineluttabile che la comunità pistoiese tutta, contraria
all’ipotesi del parcheggio, dovesse sottoporre questi permessi, rilasciati dall’ufficio
tecnico alla Napoletana, al vaglio della Procura.
Forse dovremo
anche parlare di un filone collegato, che eventualmente potrebbe portare la
Corte dei Conti a chiedere – alla vecchia amministrazione – chiarimenti per
presunti o presumibili danni erariali. Si tratterebbe di una permuta di una
proprietà del Comune di Pistoia, situata nel complesso di San Bartolomeo, con
un piccolo locale della Diocesi in Sammomè. Il consigliere Giampaolo Pagliai
segnalò quest’operazione, all’epoca funzionale a favorire il parcheggio, ma che
oggi potrebbe risultare un impedimento-boomerang.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica
28 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Come abbiamo fatto in campagna elettorale, ci opporremo con tutte le forze alla costruzione di questo mostro. Non lo faranno mai.
RispondiEliminaGiacomo Del Bino