di Luigi
Scardigli
Sabato scorso, allo stadio di Livorno, durante la partita di
campionato cadetto Livorno-Verona, alcuni deficienti (che nella circostanza
sono stati chiamati anche tifosi!) hanno intonato lo slogan Morosini figlio di puttana.
Morosini ha avuto, in vita, da calciatore, il torto di
essere livornese e ora che è morto – è successo l’anno scorso, in campo, per
arresto cardiaco – alcuni supporters gialloblù – altra definizione data a
questi cerebrolesi – hanno deciso di infangarne la memoria del carissimo
ragazzo scomparso additando la mamma come una
poco di buono.
Giovedì sera, allo stadio di Milano, per una gara di Europa
League, l’Inter ospiterà gli avversari del Partizan Belgrado, società, questa,
con al seguito tra le tifoserie più violente della terra: si temono scontri e
si teme per l’incolumità di quelli che – la stragrande maggioranza – giovedì
andranno allo stadio solo e soltanto per godersi una partita di calcio.
Le Questure di Verona e Livorno hanno già individuato,
grazie ad alcuni filmati, alcuni imbecilli nella curva ospite labronica, ai
quali verranno inviati dei daspo, che
sono un divieto formale a seguire manifestazioni sportive.
Così succederà anche a Milano, con le forze dell’ordine
impegnate a sedare eventuali e scongiurate risse e violenze tanto inaudite
quanto ingiustificabili.
Se al posto del daspo
si passasse direttamente ai trattamenti sanitari obbligatori (vedi),
credo si starebbe tutti meglio.
E non solo allo stadio.
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[Mercoledì 24 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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