di Alessandro Romiti
Esempi e
confronti con ciò che non si riesce a fare a Pistoia
PISTOIA-PIANA. Tra gli aumenti delle tasse per servizi
comunale, quello della Tia è davvero spregiudicato e insopportabile perché,
crescente da ben sette anni con un aumento progressivo che sembra raggiungere
il raddoppio esatto.
Tale costo non è
solo economico ma anche sociale, dato che su di esso incombe un’ipoteca non
trascurabile confermata nella minaccia sanitaria causata dall’inquinamento
ambientale: le predicazioni degli amministratori sono sempre “politicamente corrette
e rassicuranti”, ma nient’affatto definitive e logiche. Infatti, chiunque di
costoro, interpellato sull’eventualità dell’ipotesi di raddoppio dell’inceneritore,
vi confermerà che ciò sarà possibile solo dopo che le indagini epidemiologiche
saranno concluse con esiti rassicuranti.
Intanto che
anche la scadenza del 2011 (primo termine utile indicato dall’Asl 3 per la
presentazione dei dati) è stata ampiamente superata, la delegazione del
Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore ha saputo (il 21 settembre scorso)
che il lavoro di “trattamento dei dati” avrà inizio non prima del prossimo
gennaio 2013 e che, il probabile termine utile per la disponibilità dei dati
epidemiologici d’interesse alle attese valutazioni d’indirizzo politico è semplicemente
“indeterminabile”: s’ha a andà bene!
dunque.
La Presidente
della Provincia Federica Fratoni –
intanto – a fronte delle
fallimentari iniziative populistiche di sostegno e sviluppo della Rd (Raccolta
Differenziata), sembra completamente dimenticare (o, forse, addirittura
ignorare) che il raggiungimento del 65% della stessa ha una scadenza cogente
ben diversa: essa è stata fissata tra appena due mesi dalla legge nazionale (con
termine del 31.12.2012) e che, certamente, non sarà derogabile per quanto
autonomamente predeterminato dall’Ato o dalle Province Fi-Pt-Po con il contestatissimo
Pir (Piano Interprovinciale Rifiuti).
Insomma, sulla
vicenda “rifiuti” sembra scatenarsi un’autentica rissa, anche considerando l’esito
della dimostrativa e illuminante lacerazione apparsa nel P(artito) D(ominante)
nella recente assemblea dei comuni appartenenti all’Ato (vedi).
Ma dunque, andiamo
alla tasca dei contribuenti/cittadini. Cosa succede nelle realtà territoriali
che, diversamente da noi, hanno promosso una raccolta differenziata spinta vòlta alla politica delle “3R”, con
un recupero massimizzato e così eliminando il prevalente incenerimento dei
rifiuti? Una ricerca effettuata in provincia di Treviso, mi ha permesso di
raccogliere delle interessanti informazioni gentilmente confermate dal
responsabile della soc. Contarina (www.contarina.it).
La raccolta
differenziata sul territorio servito dalla società raggiunge livelli dell’80%
con un residuo del 20% di rifiuti indifferenziato e, di quest’ultima quota,
solo un terzo recuperato come Cdr, ovvero combustibile da rifiuti (vedi), come
si assume anche dall’esperienza di Vedelago, tanto richiamata dai cittadini,
quanto ignorata dalle istituzioni inceneritoriste (www.centroriciclo.eu).
Le cifre utili
alla comprensione delle relazioni dirette sono facilmente rappresentate dalla
tabella a fianco, nella quale sono poste a confronto le tariffe Tia (al netto d’imposte)
comparandole in colonna in vari territori.
Il valore della
Tia applicata al consorzio Priula è medio e quindi, ha valori minimi
ulteriormente ridotti per quei cittadini che sono molto virtuosi e riescono a ridurre
gli “svuotamenti”: il numero degli svuotamenti arriva – in alcune utenze – a coprire anche le tre settimane.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 29
ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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