Lettera aperta al Sindaco dei residenti
di Via delle Pappe, Via Filippo Pacini, Via San Pietro, Via Bonfanti, Via San
Bartolomeo, Piazza San Bartolomeo, Via San Marco e zone limitrofe
PISTOIA.
Caro
Bianchini, ti invio una lettera di circa 100 abitanti di San Bartolomeo e zone
limitrofe che dicono la loro sulla Ztl.
Se
puoi pubblicala sul tuo blog.
Grazie,
Antonio Sessa
Con
questa lettera aperta vogliamo parlare del futuro della nostra città, un futuro
che ci auguriamo non tanto lontano e, soprattutto, un futuro che non sia solo
un traguardo, ma un punto di partenza per qualcosa d’altro. Per qualcosa di migliore.
Un
futuro che inevitabilmente passa da una proposta, quella della nostra Pubblica Amministrazione
di estendere l’attuale Ztl ad altre e centralissime aree della città, quelle
immediatamente a est di Piazza del Duomo.
A
tal proposito, in queste ultime settimane, sono state intraprese iniziative e dette
molte cose, in toni più o meno pacati, da parte di alcune categorie di persone.
La stampa ha dato giustamente voce a queste esigenze, importanti anche, ma che
non sono le sole realtà della città. Ce ne sono altre che sono rimaste
silenziose, ma attente a quanto è stato fin qui fatto e detto. Silenziose anche
perché non avendo interessi materiali da difendere (per materiali intendiamo
quelli economici) hanno saputo aspettare.
Gli
interessi che queste persone devono difendere sono quelli molto più semplici e
umani di avere tutto in quelle aree. Una casa, una famiglia, delle necessità, i
propri sogni. La vita stessa.
Queste
persone siamo noi: i residenti. Esseri umani che non alzano quasi mai la voce
che, però, hanno una propria idea etica e anche pratica della città che vivono.
È
per tutti questi motivi che abbiamo ritenuto fosse giunto il momento di esprimerci
e lo abbiamo fatto con questa lettera aperta e con una raccolta di firme a
sostegno della proposta del Sindaco di allargare la Ztl.
A
supporto della nostra tesi abbiamo individuato alcuni importanti punti che di
seguito elenchiamo.
1°.
Restituire le piazze e le strade (una volta che saranno liberate dal traffico)
alla loro vera funzione, che è quella per le quali erano state concepite: una dimensione
urbana, più vivibile e sostenibile.
Una
dimensione che faccia ritrovare ai cittadini la propria identità e il senso
comune dello stare insieme, che è quello di condividere liberamente qualità e
bellezza della città.
2°.
Capire che essere a 50 metri (ripetiamo e sottolineiamo: cinquanta metri) dal
centro della città, dal suo cuore pulsante che è la piazza del Duomo, non vuol
dire trovarsi in una periferia suburbana. E che se, a considerare così questo spazio
(suburbano anziché urbano), si è sbagliato fino ad adesso, non significa che si
dovrà continuare a sbagliare.
A
questo proposito c’è da aggiungere una statistica. La nostra è l’unica città
toscana che non ha ancora sviluppato tutto il suo potenziale architettonico,
artistico e urbano (il rapporto abitanti/Ztl è il più basso in assoluto).
È,
quindi, indubbio che l’itinerario turistico e culturale di Pistoia per usufruire
di tutti i suoi sbocchi, dovrà iniziare a utilizzare anche quelli fin qui
inespressi o sotto-utilizzati.
3°.
Pensare che una città non può essere vivibile se non si modificano alcune
deleterie abitudini e se non si dà un senso al suo traffico veicolare. Una
città deve necessariamente avere al suo interno più verde da respirare (e non benzina-verde).
Le
macchine devono avere dei punti su cui convergere (parcheggi), e lì devono
fermarsi. Non possono continuare a girare intorno a qualcosa, alla ricerca di
qualcos’altro che non esiste.
Questo
è quanto accade oggi. Le auto e chi le guida sono prive di una meta, continuano
a girare intorno, a transitare in queste strade nella speranza di trovare
quello che non c’è (perché per ogni posto con le strisce blu, ci sono cento
macchine che lo agognano e che sono costrette a fare più giri intorno a un
lungo percorso, nella speranza, prima o poi, di trovare libero quel posto).
Quindi
la prima abitudine mentale da cambiare è quella di sapere che occorre lasciare
la macchina cento, duecento metri più in là, ma in un posto certo e sicuro. Da
dove, se si vorrà, si faranno due passi a piedi, altrimenti si prenderà un bus
che ci condurrà dovunque.
4°.
C’è infine (e forse in assoluto la cosa più importante di tutte), da
comprendere che se in via Filippo Pacini (una delle strade che, senza il
rinvio, a giorni avrebbe già potuto usufruire del nuovo piano urbano) venisse
fatto un monitoraggio per rilevare il tasso di inquinamento, così come stanno
le cose e con questo traffico, ci accorgeremmo che, non solo la strada è una
delle più inquinate della città, ma addirittura una delle strade più inquinate
d’Italia.
In
Via Filippo Pacini, a causa della sua conformazione, gli scarichi immessi dalle
auto che vi circolano, non vengono dispersi in alcun modo, ma vi stazionano a
lungo.
Questo
è dovuto alle notevoli dimensioni dei suoi palazzi che chiudono l’uscita delle
polveri verso l’alto e, soprattutto, dal dislivello in cui la strada si trova
rispetto alla piazza sovrastante.
Quindi,
anche per il bene nostro e dei nostri figli, è disumano e insensato continuare
così.
* * *
Questi
quattro argomenti sono soltanto un piccolo spunto per comprendere da dove
occorre partire per andare verso qualcosa di migliore, e quando diciamo
migliore, intendiamo migliore per tutti, non per pochi. Intendiamo migliore
anche per chi in tali aree ha un’attività commerciale (non per nulla diversi
commercianti hanno firmato la nostra petizione). Sicuramente avere la sede
della propria attività in un’area qualificata ha un’enorme importanza; basti
pensare alle differenze che ci sono tra un fondo commerciale posto nel bel ‘salotto’
cittadino e un analogo fondo che si trova in un’area degradata e periferica
(pur con un traffico intenso).
La
nostra speranza è sicuramente quella che in futuro non debbano più esserci
nella nostra città zone degradate. E questa speranza è confortata dal fatto che
sono tanti quelli che la pensano come noi. È con i loro suggerimenti che è
stata scritta questa lettera.
Da
notare che i firmatari della petizione sono veramente tanti, al momento su un
centinaio di persone interpellate, solo una era contraria. Se non è una
speranza questa!
E,
comunque, riteniamo anche che questo non sia più soltanto il momento di
parlare, ma sia arrivato anche quello di fare. E per cominciare a fare è
importante anche che i cittadini suggeriscano le proprie idee all’Amministrazione
che li governa.
Ma
sarebbe auspicabile che tali suggerimenti venissero anche analizzati da un’attenta
stampa che non può che essere vicina alle idee della gente, di tutta la gente (non
solo quella che appartiene ad alcuni gruppi o categorie), e che sia altresì attenta
e propositiva con le esigenze di chi ci amministra.
I residenti favorevoli alla Ztl di Via delle Pappe,
Via Filippo Pacini, Via San Pietro, Via Bonfanti, Via San Bartolomeo, Piazza
San Bartolomeo, Via San Marco e zone limitrofe
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 26 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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