di Marco Ferrari
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Sono di rientro dall’assembleone del Comunone/Dynamone/San
Cutiglione/Abetone, ultimo e probabile nome dell’addivenire nuovo ente.
In pole position i Sindaci. Tra
il pubblico anche Graziella Cimeli, portavoce
del Comitato recupero ammanco comunità montana. Tanta gente, la sala della
Baccarini era gremita.
Evidentemente la fusione inizia a scaldare
il cuore dei montanini.
Mi sono sorbito, in ultima fila, oltre due
ore e mezzo d’interventi aspettando pazientemente. Avevo perso le speranze; non
un minimo accenno alle questioni postate su Q/n. Possibile?
Ma sul finire, proprio il coordinatore
Orlandini ha sventolato una bandiera a scacchi liberatrice. Dopo una serie
incessante d’incensanti interventi da parte dei presenti, il comitato promotore
della fusione non era ancora appagato: voleva vincere facile. Voleva anche
passare da buon padre di famiglia che non dà troppo peso alle marachelle dei
più discoli, auspicando perfino un confronto. Ma come!? Proprio loro che non
rispondono alle questioni postate su Quarrata/news, genericamente
indicata come internet, ma che leggono eccome se la leggono, classificandole
come polemichette, ti vengono a rinfacciare il peccato di cui loro per
primi si sono macchiati?
Più che una bandiera a scacchi ho visto
rosso e come il toro sono partito a testa bassa. Mi sono presentato, ho preso
il microfono e ho puntualizzato che quelle che il loro comitato ha classificato
come polemiche sterili, neanche degne di una benché minima risposta,
sono questioni argomentate fatte proprio per capire. E l’informare e il far
capire è proprio uno degli obbiettivi che il comitato promotore della fusione
si prefigge. Domandare è lecito rispondere è cortesia. Le domande che avevo
preparato a casa sono diventate carta straccia, sono andato a braccio in una
sala completamente ammutolita.
Ho iniziato comunque soft, evidenziando
due cose su cui mi trovano d’accordo.
La prima auspicabile: quale è il fine
ultimo di questa strana operazione e cioè la fusione; e la seconda,
condivisibile che è l’analisi fatta, nel corso della serata dai componenti il
comitato, sullo stato comatoso della nostra Montagna, anche perché, basata su
fatti e numeri oggettivamente incontrovertibili. Spopolamento, scarsa natalità,
emigrazione dei più giovani, lavoro che manca, età media della popolazione
sopra gli indici nazionali, deindustrializzazione, mancata vocazione turistica
eccetera, eccetera, eccetera, eccetera.
Numeri e dati statistici che fanno
male, molto male, per chi, come me, ha deciso di legare la propria vita a
questo territorio. Una fotografia perfetta del declino della montagna, ma anche
una fotografia della sconfitta della politica e dei politici, che per
trent’anni hanno governato la montagna con non scelte – e lasciando anche rubare a man bassa. Non scelte che ora
loro per primi si rammaricano di non aver effettuato: bravi!
Il solo pensare che fra virgolette “la
palla” debba ritornare ai politici, perché a loro e solo a loro potrà tornare
in modo che l’operazione fusione vada quantomeno avanti, mi dà pensiero.
Proprio quei politici che ultimamente si sono occupati dell’operazione
“Uniamoci”, affrontata con un atteggiamento ondivago. Prima sì e poi no. Ma
questo “no” dov’è riportato? Dove sono le delibere comunali che lo sanciscono?
Solo questo blog tramite le testimonianze di Luisa Soldati, del consigliere
provinciale Rita Monari e del
consigliere comunale di San Marcello Pistoiese Davide Ferrari, ha cercato di
portarlo all’attenzione di tutti. Una questione per niente chiara.
Quindi prima di pensare e di procedere
a un qualsiasi riassetto territoriale e istituzionale della nostra Montagna,
deve essere chiarita la vicenda della mancata Unione dei Comuni e soprattutto
quella ben più grave legata alla Comunità Montana, dove millecinquecentoerottefirme sono lì a
testimoniare la richiesta di chiarezza: a cui i signori schifiltosi del Comunone/Dynamone/San Cutiglione/Abetone non intendo dare risposte.
P.S. – Avrei
voluto scrivere del 2014 come termine ultimo datosi dal comitato per la
fusione, dei risparmi che porta con sé l’operazione d’accorpamento dei
comuni, dei finanziamenti che spettano a chi presenta il progetto di fusione
(così almeno ho capito) e di tante altre cose dette.
Ma per queste ed altro ci sono i giornali:
che non fanno polemica e che saranno molto più graditi al systema yntegrato dynamone…
Vedi anche:
1. UNIONE
DEI COMUNI, UNA POLITICA CHE NON HA RISPETTATO NIENTE E NESSUNO – domenica 23 settembre 2012.
2. MONTAGNA
& CRISI. SVILUPPO? UNA PAROLA FIN TROPPO ABUSATA PER RITA MONARI DI
RIFONDAZIONE COMUNISTA – lunedì 8 ottobre
2012.
3. SAN
MARCELLO. QUEL GRAN PASTICCIO DEL ‘COMUNE UNICO’ GENERATO ANCHE DAL SINDACO
CORMIO – lunedì 8 ottobre 2012.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 26 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Io non conosco Marco Ferrari. Non so chi sia. Ma a pelle mi pare uno bravo.
RispondiEliminaBuono, ad esempio, questo suo resoconto che però manca di una cosa: qual'è stata la reazione dei presenti (in particolare dei dirigenti del Dynamone) ai suoi opportuni rilievi?
Sul "caso" Comunità Montana - che in effetti dovrebbe essere preliminare, come necessità di ottenere la necessaria chiarezza su dioversi froti. Anche quello politico/istituzionale attorno alle eventuali responsabilità nell'ammanco - il "Dynamone" ha qualcosa da dire oppure preferisce che "la nottata" passi e possibilmente nel silenzio generalizzato in modo che chi ha "dato" abbia "dato" e chi ha "avuto" abbia "avuto"?
Esistono, su questo non lieve aspetto, un po' di differenze nei politici della nostra montagna fra "sinistra" e "destra" oppure sono tutti appassionatamente uniti nella speranza che tutto termini nel dimenticatoio?
Qualcosa passa sopra le nostre teste, qualcuno ha già deciso ... Personalmente non credo che cambierà niente avere un comune o averne di più. L'attenzione al territorio resterà inesistente, come superflua sarà ritenuta, da parte degli amministratori, l'attenzione ai cittadini. Resteremo in un turbine di burocrazia, territorialmente più o meno esteso, senza nessun vantaggio reale ma soprattutto senza contare niente verso le istituzioni superiori. Ci saranno 3 soldi da spendere, anzi da sciupare, e poi null'altro. Sono scettico, lo so, deriva da troppe esperienze negative. Se ci riuscite stupitemi e sono pronto a darvene atto. Farete le elezioni nel 2014, i primi risultati si vedranno quando? Ci sarà ancora la montagna pistoiese? Speriamo di SI, altrimenti faremo il comune di Pisotione, anzi di Tristoione!
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