sabato 20 ottobre 2012

ALESSANDRO CENI E IL SUO ‘PARLARE CHIUSO’


di Luigi Scardigli

PISTOIA. È preferibile, quando si ha a che fare con un personaggio non banale, evitare di fare domande che scatenino, automaticamente, il rimpianto del silenzio.
Sono alla libreria Lo Spazio, in via dell’Ospizio, a Pistoia e con Alessandro Ceni, invitato a presentare il suo ultimo libro, Parlare chiuso, c’è Gianluigi Paganelli, «una di quelle persone – ha detto il poeta prima di iniziare a parlare di sé – che la città, Pistoia, dovrebbe forse sfruttare meglio».

Alessandro Ceni, del resto, è uno di quei poeti che autorizza l’altro, chiunque altro, soprattutto i colleghi, a ritenerlo tale, perché la poesia di Ceni è veramente una forma musicale che incide, fa sanguinare e riesce a produrre dolore.
È del resto questo il significato poetico delle poesie, lo stesso della musica, della pittura, dell’arte nella sua forma più subdola, infida, detestabile, violenta, distruttrice. Parole di amore profondo, solido e solidale, una ricerca spasmodica del piacere che non si può cercare, prima che trovare.
E dopo la lettura di qualche poesia e un attimo dopo aver ascoltato gli incomprensibili, ma comunque musicali, intra del vecchio e dotto relatore, preferisco chiudere e suggerirvi la lettura della raccolta.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nella foto – di Luigi Scardigli – Ceni (in primo piano) e Gianluigi Paganelli.
[Sabato 20 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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