venerdì 2 dicembre 2011

GOVERNO & SACRIFICI. ONORI AGLI EROI NAZIONALI


Ormai è più che evidente a tutti, perfino a Bersani, che la crisi in cui ci siamo infilati come in un culo di sacco, non dipende da Berlusconi e delle sue serate (e)scortate.
È chiaro a tutti che ciò che ci sta toccando viene da più lontano che da Arcore, da Palazzo Grazioli, dai vizi del Governo ‘uscito’: e soprattutto è chiaro – anche se vi diranno il contrario – che questo tunnel non è la punizione divina per le stupidaggini del Cavaliere.

Altra cosa è il cielo e altra la terra. E sulla terra ha iniziato Fini, sùbito dopo le elezioni amministrative e i successi della destra, a dare di matto e a fare le bizze.
Da quella crepa, che il Cavaliere non ha saputo né affrontare né gestire (e qui ce ne ha messo, del suo!), è nata la catastrofe del Vajont, lo sbriciolamento della diga: fino alle dimissioni di Silvio e alla nascita del Santo Governo di Monti, benedetto da tutti.
Questi i passi, anche per chi non la vede così. I fatti sono fatti e restano tali.
Ma l’aspetto più grave – che sta emergendo sempre più chiaro in quest’ultima settimana – è che i provvedimenti del Governo di Supermario altro non sono che i contenuti (cronicizzati e peggiorati) della famosa lettera che Silvio presentò all’Europa, dalla quale, peraltro, ebbe il placet a condizione che si passasse ai fatti.
Ma sarebbe stato troppo semplice, per le beautiful minds della politica italiana, prendere il coraggio a due mani (o forse meglio a quattro zampe) e procedere. C’era un piccolo problema da risolvere, prima: levarsi Berlusconi dai piedi, dalla vista, dalla vita. Troppo importante fare pulizia e… vivere in più spirabil aere, avrebbe detto Manzoni. Il Palazzo puzzava troppo: occorreva, prima, fare pulizia.
Da Bersani in giù, tutti d’accordo, Chiesa compresa, per togliere di mezzo il premier, scomunicato e pervertito, delle vergogne con le donnine di facili costumi – peraltro poi perfino riconosciute come parte lesa.
Lo avete visto tutti: al momento del lascio, festa nazionale e – fosse stato possibile e Bertone avesse detto di sì –, si sarebbero fatte suonare le campane di tutta Italia e si sarebbero intonati milioni di Te Deum di ringraziamento.
Così ci siamo liberati del Cavaliere. Così – è stato detto – la politica ha cambiato stile.
E io aggiungo anche abito, perché la politica si è tolto il vestito buono, anche se vecchio e liso, per indossare saio e stracci, a cui manca solo il vile cilicio penitenziale.
Ma forse no, ho detto una stupidaggine.
Il cilicio c’è eccome. Ed è rappresentato da quella decina/ventina di miliardi di tagli in più che dovremo fare perché, nell’euforia ingorda di esserci tolti Berlusconi dai corbelli, da Bersani in giù – cattolici compresi – tutti hanno lasciato che la sfiducia e la finanza selvaggia facessero lievitare il debito pubblico fino a una metastasi deficitaria che ora il popolo è chiamato a tamponare mettendoci la propria faccia e il proprio culo.
Tutti eroi nazionali, questi ramazzatori di Berlusca che, per questo Natale, stanno chiudendo questo bel pacchettino per il popolo italiano e ora – con Bersani stesso in prima fila –, dopo aver fatto aumentare il debito nazionale, alzicchiano la voce e chiedicchiano l’attenzione di Supermario.

Nel decreto di Roma Capitale, approvato a corsa da Supermario, inseriamoci anche la costruzione di una Piazza degli Eroi come quella di Budapest. Magari facendola inaugurare dal Presidente Napolitano, che Budapest la conosce bene.

e.b. blogger
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[Venerdì 2 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

3 commenti:

  1. Non sono completamente d'accordo.
    Che la crisi non dipenda da Berlusconi è chiaro a tutti.
    Ma non scordiamoci che ciò che viene imputato a Berlusconi è di essersene fregato della crisi che stava per investire anche l'Italia, per dedicarsi ai suoi affari.

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  2. Egregio Professor Bianchini,
    anche questa volta ha perfettamente ragione! L'importante era mandare a casa il 'Berlusca', tutto il resto non aveva importanza perché si sarebbe risolto automaticamente, come d'incanto.
    Sandro

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  3. Ho dimenticato un particolare sostanziale: che anche il Pdl (con i suoi scodazzanti onorevoli) ha moltissime colpe nel tentennamento del Cavaliere e nella sua incapacità/impossibilità di agire. Ce n’ha la Lega. Eccome. Ma quante ne ha, di colpe, la sinistra di Bersani e dei catto-com! Resto ammirato e commosso nel vedere che i “servi del popolo” marxo-evangelisti hanno caricato sul popolo un altro bel basto di miliardi da pagare, mentre Supermario annaspava tra Roma e il cuore d’Europa per farsi vedere, anche lui, scodinzolante con i fidanzatini Merkozy, peraltro separati in casa alla fine, e in pieno litigio subacqueo. E questa sarebbe… l’Unione Europea.
    Invece di stare a ciucciare il suo mozzicone di Toscanello, Pier Luigi poteva fare uno sforzino e approvare le misure tre mesi fa, evitando anche a Bagnasco e a don Sciortino ogni forma di indignazione per i giochetti erotici di Silvio – dato che anche loro, in casa propria, ce ne hanno da benedire e santificare.
    Dio non voglia, infine, che domani si scopra che erano tutti d’accordo per non fare loro quello che lasceranno fare (dopo un po’ di “ammuina”) a Monti, questo Messia senza corpo elettorale dietro di sé, ma benguardato da tutti. E che gli italiani, alla fine, siano becchi e bastonati, ma contenti.
    Come sempre, del resto…
    e.b. blogger

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