Ormai è più che evidente a tutti,
perfino a Bersani, che la crisi in cui ci siamo infilati come in un culo di
sacco, non dipende da Berlusconi e delle sue serate (e)scortate.
È chiaro a tutti che ciò che ci sta
toccando viene da più lontano che da Arcore, da Palazzo Grazioli, dai vizi del
Governo ‘uscito’: e soprattutto è chiaro – anche se vi diranno il contrario –
che questo tunnel non è la punizione divina per le stupidaggini del Cavaliere.
Altra cosa è il cielo e altra la terra.
E sulla terra ha iniziato Fini, sùbito dopo le elezioni amministrative e i
successi della destra, a dare di matto e a fare le bizze.
Da quella crepa, che il Cavaliere non
ha saputo né affrontare né gestire (e qui ce ne ha messo, del suo!), è nata la
catastrofe del Vajont, lo sbriciolamento della diga: fino alle dimissioni di
Silvio e alla nascita del Santo Governo di Monti, benedetto da tutti.
Questi i passi, anche per chi non la
vede così. I fatti sono fatti e restano tali.
Ma l’aspetto più grave – che sta
emergendo sempre più chiaro in quest’ultima settimana – è che i provvedimenti del Governo di Supermario altro non
sono che i contenuti (cronicizzati e peggiorati) della famosa lettera che
Silvio presentò all’Europa, dalla quale, peraltro, ebbe il placet a
condizione che si passasse ai fatti.
Ma sarebbe stato troppo semplice, per
le beautiful minds della politica italiana, prendere il coraggio a due
mani (o forse meglio a quattro zampe) e procedere. C’era un piccolo
problema da risolvere, prima: levarsi Berlusconi dai piedi, dalla vista, dalla
vita. Troppo importante fare pulizia e… vivere in più spirabil aere,
avrebbe detto Manzoni. Il Palazzo puzzava troppo: occorreva, prima, fare
pulizia.
Da Bersani in giù, tutti d’accordo,
Chiesa compresa, per togliere di mezzo il premier, scomunicato e pervertito,
delle vergogne con le donnine di facili costumi – peraltro poi perfino riconosciute
come parte lesa.
Lo avete visto tutti: al momento del lascio,
festa nazionale e – fosse stato possibile e Bertone avesse detto di sì –, si sarebbero
fatte suonare le campane di tutta Italia e si sarebbero intonati milioni di Te
Deum di ringraziamento.
Così ci siamo liberati del Cavaliere.
Così – è stato detto – la politica ha cambiato stile.
E io aggiungo anche abito, perché la
politica si è tolto il vestito buono, anche se vecchio e liso, per indossare
saio e stracci, a cui manca solo il vile cilicio penitenziale.
Ma forse no, ho detto una stupidaggine.
Il cilicio c’è eccome. Ed è
rappresentato da quella decina/ventina di miliardi di tagli in più che dovremo
fare perché, nell’euforia ingorda di esserci tolti Berlusconi dai corbelli, da
Bersani in giù – cattolici compresi – tutti hanno lasciato che la sfiducia e la
finanza selvaggia facessero lievitare il debito pubblico fino a una metastasi
deficitaria che ora il popolo è chiamato a tamponare mettendoci la propria
faccia e il proprio culo.
Tutti eroi nazionali, questi ramazzatori
di Berlusca che, per questo Natale, stanno chiudendo questo bel pacchettino per
il popolo italiano e ora – con Bersani stesso in prima fila –, dopo aver fatto
aumentare il debito nazionale, alzicchiano la voce e chiedicchiano
l’attenzione di Supermario.
Nel decreto di Roma Capitale, approvato
a corsa da Supermario, inseriamoci anche la costruzione di una Piazza degli Eroi
come quella di Budapest. Magari facendola inaugurare dal Presidente Napolitano,
che Budapest la conosce bene.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 2 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
Non sono completamente d'accordo.
RispondiEliminaChe la crisi non dipenda da Berlusconi è chiaro a tutti.
Ma non scordiamoci che ciò che viene imputato a Berlusconi è di essersene fregato della crisi che stava per investire anche l'Italia, per dedicarsi ai suoi affari.
Egregio Professor Bianchini,
RispondiEliminaanche questa volta ha perfettamente ragione! L'importante era mandare a casa il 'Berlusca', tutto il resto non aveva importanza perché si sarebbe risolto automaticamente, come d'incanto.
Sandro
Ho dimenticato un particolare sostanziale: che anche il Pdl (con i suoi scodazzanti onorevoli) ha moltissime colpe nel tentennamento del Cavaliere e nella sua incapacità/impossibilità di agire. Ce n’ha la Lega. Eccome. Ma quante ne ha, di colpe, la sinistra di Bersani e dei catto-com! Resto ammirato e commosso nel vedere che i “servi del popolo” marxo-evangelisti hanno caricato sul popolo un altro bel basto di miliardi da pagare, mentre Supermario annaspava tra Roma e il cuore d’Europa per farsi vedere, anche lui, scodinzolante con i fidanzatini Merkozy, peraltro separati in casa alla fine, e in pieno litigio subacqueo. E questa sarebbe… l’Unione Europea.
RispondiEliminaInvece di stare a ciucciare il suo mozzicone di Toscanello, Pier Luigi poteva fare uno sforzino e approvare le misure tre mesi fa, evitando anche a Bagnasco e a don Sciortino ogni forma di indignazione per i giochetti erotici di Silvio – dato che anche loro, in casa propria, ce ne hanno da benedire e santificare.
Dio non voglia, infine, che domani si scopra che erano tutti d’accordo per non fare loro quello che lasceranno fare (dopo un po’ di “ammuina”) a Monti, questo Messia senza corpo elettorale dietro di sé, ma benguardato da tutti. E che gli italiani, alla fine, siano becchi e bastonati, ma contenti.
Come sempre, del resto…
e.b. blogger