mercoledì 28 dicembre 2011

GLI AUTOVELOX DELLA PROVVIDENZA


Piaccia o non piaccia – e vi garantisco che piace pochissimo – la funzione della stampa è quella di osservare, riflettere, criticare: e senza troppa diplomazia.
Noi apparteniamo a questa dimensione del giornalismo: non siamo nati come elementi da ricordare fra i ritagli della Carta straccia. E per questo abbiamo come nemici e persecutori tutti coloro che si sentono il ‘fiato della razionalità’ sul collo e non accettano di essere messi in discussione nei loro supremi poteri.

Siamo contrari – e lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le salse – agli autovelox, ai t-red, alle macchine spione, alle telecamere inutili, alle cimici telefoniche, agli interruttori, ai relé e a qualsiasi forma buonista di salvezza promessa e soprattutto imposta se, questa salvezza promessa-imposta, si traduce in milioni di euro che poi vengono osannati come provvidenziali per ripianare i buchi di bilancio aperti da amministratori che tutto hanno fatto fuorché amministrare saggiamente.
Siamo contrari alla ferocia gratuita delle multe camuffate da Corpus Christi e al permissivismo della legge che lascia andare, in poche battute sommarie, gente novantenne che viaggia per 50 km contromano sulle autostrade (non fatemi fare nomi, perché ce li ho), che guida in stato di ebrezza e ammazza senza conseguenze troppo severe, che è drogata al voltante, che distrugge ferocemente la vita e l’esistenza di fidanzati, a Roma, sugli incroci e se la cava con poco, rispetto a chi supera un limite di velocità per mille motivi e ci rimette perfino mezzo stipendio: anche perché è in ritardo al lavoro o incazzato per i tagli di Monti e della Fornero che piange, o per la situazione della Breda, o perché è semplicemente distratto e, come ogni altro essere umano, non può avere soglie di attenzione del 100% in ogni momento dello stesso quarto d’ora, ma di questo non se ne vuole tenere realisticamente e scientificamente conto.
Siamo contrari perché, in questa Italia del perbenismo legalitario conformista, in cui i dirigenti – grazie alle assurde norme della Bassanini – comandano come veri e propri dittatori senza controllo, i cittadini contano men che nulla, e non c’è niente che li tuteli e li salvi dai continui ‘soprusi legali’ del potere – di tutti i poteri dello Stato che ormai non riconosce più nessun diritto: e basta guardare cos’è successo alle pensioni.
Noi non crediamo né alla provvidenza né alla bontà della pubblica amministrazione: e nessuno può condannarci per questo, anche se amerebbe molto farlo.
Ci crederemmo solo se, per salvare la vita e l’incolumità dei cittadini, quelli che ci curano così amorevolmente con gli autovelox ci salvassero con un metodo del tutto contrario: non svuotandoci i portafogli e facendo baldoria per il ripiano di bilancio, ma sottoponendosi, per esempio, a scariche elettriche da 2000 volts per la redenzione dei nostri peccati; oppure cercando semplicemente di convincerci della loro santità con continui scioperi della fame e magari anche senza bere acqua.

E ora chi vuole sentirsi offeso e diffamato, si accomodi e si senta pure e faccia quello che vuole disconoscendo, scandalizzato, il senso satirico/umoristico/grottesco delle nostre battute – e, soprattutto, cercando di chiuderci la bocca!
e.b. blogger

P.S. – Lo ripetiamo a chiare lettere: non abbiamo problemi ci contravvenzioni da autovelox; non abbiamo motivi di rivalsa. Ma non possiamo tacere su quello che consideriamo un insofferibile insulto alla ragione umana.

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[Mercoledì 28 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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