MONTALE-PIANA. Dopo oltre 60 sforamenti al limite del Pm10 dell’aria, il
sindaco di Montale – costretto dalla legge – invoca, con reiterati comunicati
stampa, il supporto degli altri amministratori dei comuni limitrofi, fatto che,
è ben noto, come anche il profano diventa sacro se a proclamarlo tale sono in
diversi.
Scatragli, dopo aver adottato un Pac
surrettizio e inutile alle sue funzioni (ricordo che il Piano di Azione
Comunale è da usare specificamente per contrastare gli sforamenti delle polveri
aeree), dimostra di aver scientemente ignorato gli effetti pratici del parere
emanato un anno fa dall’autorevole Dip. Prevenzione della competente Asl 3:
egli dunque rilancia sulla causa degli “incendi di sterpaglie e riscaldamento
domestico”, invocando la risposta partecipativa degli altri sindaci dopo che
questi hanno praticato astinenza completa sull’argomento (infatti, essi non
hanno centraline di rilevamento sui loro territori).
La prima dei sindaci a rispondere è
stata Ciampolini (gli altri provvederanno a breve statene certi) che, con
apposita struggente, quanto strabiliante ordinanza-beffa introduce il divieto
di bruciare sterpaglie nel suo Comune: e ciò ancorché non se ne vedano affatto
da trent’anni.
L’atto è strumentale a dimostrare una
qualche azione di interesse nei confronti della “salute pubblica”, ma risulta
essere altresì tanto ridicolo quanto pleonastico.
Infatti, tale divieto è già cogente,
per l’art. 7-c7 del regolamento per lo smaltimento dei rifiuti e ciò dal 1990: http://www.comune.agliana.pt.it/regolamenti/SMALTIMENTORIFIUTI.pdf
Appare davvero paradossale che la
sindaca ponga dei divieti già stabiliti e vigenti dai regolamenti comunali del
suo Comune, ferma restando la possibilità di esercitare liberamente atti di
retorica propagandistica utile solo a spennellare ulteriore demagogia sulla
lunga ciminiera dell’impianto del Cis.
Ecco dunque come i cittadini sono
sbeffeggiati, perché costretti a subire oltre al danno la beffa, ovvero la
riduzione del riscaldamento e il divieto delle combustioni di sterpaglie che, a
pensarci bene, sono un pratica ignorata oramai da tutti.
Tali atti sono comunque stati
considerati ed esclusi da ogni prevalente interesse nella responsabilità
dell’inquinamento dal Dipartimento Prevenzione dell’Asl 3 che ha ben
individuato quali azioni esercitare nei momenti di “calma di vento e inversione
termica” ed esattamente: chiudere temporaneamente l’impianto di incenerimento
dei rifiuti.
A presto per le ulteriori
ordinanze-beffa dei mayor confinanti, chiamati a rendere credibile quanto
formalmente escluso dai documenti ufficiali, in una giostra di reticenze miste
a mezze-verità.
Così è, se vi piace!
Alessandro Romiti
P.S. – Nel frattempo leggetevi le
notizie che riguardano l’incremento dell’incenerimento industriale sul nostro
territorio.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 30 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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