domenica 18 dicembre 2011

MONTI. MANOVRA E APOCALISSE



Elsa Fronero, dopo un primo momento di sconforto, si è bell’e consolata e ha smesso di piangere. E Mario Monti – con la sua voce robotica, come sottolinea Crozza – fa dell’ironia.
Un’ironia che non fa ridere proprio nessuno e che, anzi, è destinata a far piangere tutti, perfino la Marcegaglia che, appena qualche mese fa, voleva drastiche soluzioni anticrisi perché non finissimo come la Grecia (riguardate la prima pagina della Repubblica). Oggi i suoi uffici confindustriali parlano di piena tempesta-recessione.

E loro, i Prof. bocconian-cattoliciani, ridono e sorridono con facce da sfinge.
Li hanno voluti tutti: belli e brutti, alti e bassi, destre e sinistre. Tutti. Buoni e cattivi.
Iniziò a evocarli Fini con le sue bizze post-elettorali, quando il Pdl aveva di fatto vinto le elezioni amministrative. Li invocavano – senza sapere che razza di spiriti stessero chiamando – Bersani e la sua sinistra spuria, fatta di ex-Pci e di ex-cattolici, una miscela più corrosiva dell’acido nitrico. Li volevano Di Pietro e Vendola e gli altri. E anche Pierferdinando, affiancato dalla intellighènzia buttiglionica e sorretto, a fianco, da quel brav’uomo di Rutelli, che di politica è fine intenditore, dato che ha militato dovunque ci sia stata una battaglia, un partito e una poltrona.
Finché si è risvegliato perfino Re Giorgio, paladino della Costituzione (inapplicata) e, in quattro e quattr’otto, anche grazie ai tradimenti striscianti all’interno del Pdl, il Cavaliere è stato costretto a cedere, pensionato e messo alla porta. Ma anche lui, alla fine, è stato d’accordo per quella che è stata definita – e ogni giorno sempre di più – opera di alta macelleria e cucina. Anche lui ha tutte le colpe del caso.
La Lega è rimasta a far baccano. Ma non basterà certo. Sono rimasti anche i sindacati: ma neppure loro andranno più in là di tanto. Nelle grane restano sempre i soliti: il popolo lavoratore, i pensionati, la classe media ormai rimasta senza difesa e malvista.
Quando la politica ha fallito – e ha sostanzialmente fallito perché tutti volevano  solo impallinare Silvio: e non ce ne importa un bel niente se a buon diritto o no, perché non rileva dinanzi al caos in cui tutti, indistintamente, ci hanno scaricato –, quando la politica ha fallito e quando si intestardisce a ripetere che tutta questa strage è necessaria e non se ne può fare a meno, è forse l’ora di ripensare alla struttura generale di uno Stato che non ha più strutture, perché ogni sua struttura sta andando in briciole, si sta consumando in polvere, sta cedendo o ha già ceduto come fosse stata solo sabbia senza cemento.
Scandali che non portano da nessuna parte se non all’erogazione di buonuscite milionarie (vedi Guarguaglini & C.), sanità in pieno fallimento, università allo sbando, magistratura che fugge e sfugge in ogni direzione, forze dell’ordine senza capo né coda che corrono e corrono e a volte a piedi perché non hanno i soldi per la benzina, una scuola che fa acqua sia sotto il profilo educativo che sotto quello dei contenuti e del sapere, treni impazziti: cosa volete di più di questa apocalisse?
Pensate solo anche agli aumenti già profetizzati a inizio anno. Pensate alla battuta di Bonanni riguardo alla manovra Monti: «Poteva farla mio zio» (vedi) – ma un mese fa, mentre tutti brindavano a Monti, io avevo già detto che il mio barbiere di Porretta avrebbe fatto di meglio.
Pensate a questo e poi ditemi se non è il caso di sperare davvero che il 21 dicembre 2012 il mondo finisca come prevede il calendario Maya.

Non sarebbe una soluzione anche questa per chi dovrà comunque – questione di tempo – tornare alla fame grazie a tutti i nostri eroi e geni dell’economia?

e.b. blogger
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[Domenica 18 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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