sabato 17 dicembre 2011

PISTOIA C’È. E C’È ANCHE BARTOLI


di Luigi Scardigli


Tutto sotto controllo, ma tutto, eh! Roberto Bartoli ha capito, o meglio, inizia a farci un pensiero, che il gioco delle primarie è tutto da decifrare, ancora, e che queste festività natalizie giocheranno un ruolo decisivo circa la candidatura di gennaio.

Stamani, nella sala Terzani della biblioteca San Giorgio, l’ex professore Bartoli, da qualche mese divenuto direttore d’orchestra e direttore di produzione comunicativa – ruoli che parrebbero confliggere, tra loro, ma non con lui – ha dato voce, volto e quattro minuti quattro, scanditi dal gongman, Massimo Baldi, a quelli che gli stanno disinteressatamente ma energicamente tirando la volata.
Ha aperto le marcature Elisabetta Meacci, presidente dell’associazione leucemici, dando il via ad una serie di microinterventi sul volontariato, associazionismo e schegge dell’assistenza sanitaria, con Marta Porta, Kira Pellegrini, Rino Agostiniani, Alessandro Vagaggini, Poalo Lippi e Simona Laing (in gran forma) a seguire; step seguito dal blocco successivo che si è occupato di tessere le iniziative di Bartoli circa l’idea sulla imprenditoria (Paolo Cavicchio, Niccolò Begliomini), l’artigianato, la piccola e media impresa, il terziario pistoiese, in parole povere per arrivare al terzo e conclusivo piano simmetrico, quello del lavoro su scala cosmica (Breda), istruzione per l’infanzia e della politica.
Preferisco non dilungarmi sulla salute e l’efficacia dei singoli interventi, perché la mia attenzione tradirebbe il mio interesse, ma mi concentro sull’onemanshow, il presentatore, l’anello di congiunzione e consacrazione tra i vari piano/sequenza, il dettatore/dittatore di tempi tecnici, quelli con i quali si bucano le scatole catodiche, ma anche i cuori e le attenzioni di chi dovrà scegliere a chi affidare l’asta della bandiera per i prossimi cinque anni: Roberto Bartoli.
Per la lungimiranza e la profondità dei contenuti delle sue idee, l’autocandidato alla primarie del centrosinistra per il rinnovo del consiglio comunale primaverile della città, potrebbe delegare anche un semplice messo di fiducia per ricordare e sottolineare la forza e l’indispensabilità del suo trionfale, inaspettabile, ma non più derogabile ingresso a palazzo di Giano.
Ma da consumato giocatore di poker, o calcetto, se preferite, Roberto Bartoli, sa benissimo che la concorrenza interna (esterna non c’è, perché non ci vuol essere), leale, beninteso, ma drogata dalle innumerevoli sovrastrutture, non va semplicemente battuta sul filo aritmetico delle preferenze, ma distrutta, lacerata e violentata nel suo più recondito anfratto ideologico e culturale, per far sì che il suo auspicato e auspicabile quinquennio rappresenti davvero non un’altra pagina della storia di questa città, ma la prima di un nuovo libro, che dobbiamo necessariamente iniziare a scrivere tutti insieme, tenendo sotto braccio quello scritto di ciò che è successo fino ad ora, ma ipotizzando e disegnando il futuro lontano, affidando carte e tecnigrafo ai diversamente abili, poveri, vecchi, donne, bambini e uomini, cercando di costruire oggi, ora, il domani.
Lo si è capito dal video proiettato ad inizio lavori, quale possa e debba essere l’altalena storico-culturale del background di Roberto Bartoli, un mix di vecchie foto ingiallite della Pistoia centro agricolo commisurate a nuove solari immagini di una città che può e deve affrancarsi da se stessa, se gradisce non scendere nell’anonimato, ma essere, divenire e restare, per lungo tempo, dispensatrice di idee, programmazione, ricerca, lavoro.
«Qualcuno, da sinistra – ha chiuso la mattinata Roberto Bartoli, dopo tutti gli interventi in scaletta –, dove siede impropriamente da tempo, ormai, tenta di boicottare la mia idea falsando la necessaria indispensabilità di pubblico/privato come una sorta di liberismo ideologico; non esiste un’altra via di sviluppo, invece: occorre imboccarla il prima possibile, con l’accortezza di saper individuare, scegliere e privilegiare i partners più seri. Pistoia c’è, io pure: scegliamo quella che vogliamo costruire insieme».

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Andrea Mati.
[Sabato 17 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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