di Luigi Scardigli
Tutto sotto controllo, ma tutto, eh!
Roberto Bartoli ha capito, o meglio, inizia a farci un pensiero, che il gioco
delle primarie è tutto da decifrare, ancora, e che queste festività natalizie
giocheranno un ruolo decisivo circa la candidatura di gennaio.
Stamani, nella sala Terzani
della biblioteca San Giorgio, l’ex professore Bartoli, da qualche mese divenuto
direttore d’orchestra e direttore di produzione comunicativa – ruoli che
parrebbero confliggere, tra loro, ma non con lui – ha dato voce, volto e
quattro minuti quattro, scanditi dal gongman, Massimo Baldi, a quelli che gli
stanno disinteressatamente ma energicamente tirando la volata.
Ha aperto le marcature Elisabetta
Meacci, presidente dell’associazione leucemici, dando il via ad una serie di
microinterventi sul volontariato, associazionismo e schegge dell’assistenza
sanitaria, con Marta Porta, Kira Pellegrini, Rino Agostiniani, Alessandro
Vagaggini, Poalo Lippi e Simona Laing (in gran forma) a seguire; step seguito
dal blocco successivo che si è occupato di tessere le iniziative di Bartoli
circa l’idea sulla imprenditoria (Paolo Cavicchio, Niccolò Begliomini), l’artigianato,
la piccola e media impresa, il terziario pistoiese, in parole povere per arrivare
al terzo e conclusivo piano simmetrico, quello del lavoro su scala cosmica
(Breda), istruzione per l’infanzia e della politica.
Preferisco non dilungarmi sulla salute
e l’efficacia dei singoli interventi, perché la mia attenzione tradirebbe il
mio interesse, ma mi concentro sull’onemanshow, il presentatore, l’anello di
congiunzione e consacrazione tra i vari piano/sequenza, il dettatore/dittatore
di tempi tecnici, quelli con i quali si bucano le scatole catodiche, ma anche i
cuori e le attenzioni di chi dovrà scegliere a chi affidare l’asta della
bandiera per i prossimi cinque anni: Roberto Bartoli.
Per la lungimiranza e la profondità dei
contenuti delle sue idee, l’autocandidato alla primarie del centrosinistra per
il rinnovo del consiglio comunale primaverile della città, potrebbe delegare
anche un semplice messo di fiducia per ricordare e sottolineare la forza e l’indispensabilità
del suo trionfale, inaspettabile, ma non più derogabile ingresso a palazzo di
Giano.
Ma da consumato giocatore di poker, o
calcetto, se preferite, Roberto Bartoli, sa benissimo che la concorrenza
interna (esterna non c’è, perché non ci vuol essere), leale, beninteso, ma
drogata dalle innumerevoli sovrastrutture, non va semplicemente battuta sul
filo aritmetico delle preferenze, ma distrutta, lacerata e violentata nel suo
più recondito anfratto ideologico e culturale, per far sì che il suo auspicato
e auspicabile quinquennio rappresenti davvero non un’altra pagina della storia
di questa città, ma la prima di un nuovo libro, che dobbiamo necessariamente
iniziare a scrivere tutti insieme, tenendo sotto braccio quello scritto di ciò
che è successo fino ad ora, ma ipotizzando e disegnando il futuro lontano,
affidando carte e tecnigrafo ai diversamente abili, poveri, vecchi, donne,
bambini e uomini, cercando di costruire oggi, ora, il domani.
Lo si è capito dal video proiettato ad
inizio lavori, quale possa e debba essere l’altalena storico-culturale del
background di Roberto Bartoli, un mix di vecchie foto ingiallite della Pistoia
centro agricolo commisurate a nuove solari immagini di una città che può e deve
affrancarsi da se stessa, se gradisce non scendere nell’anonimato, ma essere,
divenire e restare, per lungo tempo, dispensatrice di idee, programmazione,
ricerca, lavoro.
«Qualcuno, da sinistra – ha chiuso la mattinata Roberto
Bartoli, dopo tutti gli interventi in scaletta –,
dove siede impropriamente da tempo, ormai, tenta di boicottare la mia idea
falsando la necessaria indispensabilità di pubblico/privato come una sorta di liberismo
ideologico; non esiste un’altra via di sviluppo, invece: occorre imboccarla il
prima possibile, con l’accortezza di saper individuare, scegliere e
privilegiare i partners più seri. Pistoia c’è, io pure: scegliamo quella che
vogliamo costruire insieme».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Andrea Mati.
[Sabato 17 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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