Da giorni i candidati alle primarie del
centro sinistra per il Sindaco di Pistoia, Bertinelli Samuele e Bartoli
Roberto, si punzecchiano su chi ha maggiori responsabilità nella recente
cementificazione del territorio, mentre la realtà dice che i nostri due
contendenti, in consiglio comunale hanno votato tutti i provvedimenti
urbanistici contribuendo in maniera determinante a quella cementificazione che
oggi sconfessano con degli ipocriti distinguo postumi.
Dall’altra parte, il candidato Niccolai
Alberto non nasconde il suo impegno per favorire nuovo sviluppo, anche in campo
edilizio, che non è quanto sta scritto nel regolamento urbanistico che la
Giunta Berti di cui fa parte sta approvando proprio in questi giorni in
consiglio comunale e che, di fatto, congelerà la nostra città.
Tutti e tre i candidati, come del resto
la candidata Turco, hanno, però, sottoscritto il cosiddetto programma del
centro sinistra, che tiene insieme dai “no tav”, ai rifondatori comunisti, ai
cosiddetti riformatori moderati.
In altri termini, questi candidati a
Sindaco del centro sinistra sono semplicemente strumenti per realizzare quanto
ha deciso la coalizione, una coalizione fatta a tavolino ed intoccabile: ma
allora non si capisce a che cosa servono queste primarie.
Le primarie hanno un senso se si
confrontano idee e progetti chiari e fra loro diversi. Le primarie in salsa
centro sinistra, invece, sono la celebrazione di una grande ipocrisia. Tutti i
candidati fingono di essere allineati dietro un programma, che, più o meno pubblicamente,
smentiscono o comunque leggono a proprio piacimento, fino ad arrivare, in
incontri privati, a negarne anche scelte sostanziali.
Dalla reale volontà di ripubblicizzare
l’acqua, alla scelta della terza corsia autostradale o al prolungamento della tangenziale
a nord della città, alla esternalizzazione dei servizi: è un continuo negare e
ridimensionare ciò che invece sta scritto nel famigerato programma di
coalizione.
La verità è che questa alleanza del
tutti dentro non è un’alleanza di progetti condivisi, ma è solo un alleanza di
potere: un’invenzione del Pd per raggranellare i voti necessari per vincere e
mantenere ancora un potere che la stessa classe dirigente gestisce ormai da
sessanta anni, mentre ai piccoli alleati toccheranno un po’ delle solite
briciole di incarichi in Giunta o nelle aziende partecipate.
L’auspicio è che, nei prossimi mesi, in
linea con quanto già avvenuto a livello nazionale, si rompa il velo delle
ipocrisie e davvero si costruisca un raggruppamento di forze che vogliono davvero
cambiare questa città, senza infingimenti e senza ripensamenti postumi.
Alessio Bartolomei
[comunicato]
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[Martedì 27 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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