PISTOIA. Si sono trovati a confronto i tecnici delle parti civili, l’oncologa
Patrizia Gentilini e il tecnico della difesa il dott. Riccò, medico legale
veneto.
La dott.ssa Gentilini, prima di
introdurre gli argomenti di interesse tecnico per il diffuso inquinamento della
piana, ha ben specificato che la sua attività è svolta senza alcuna
retribuzione, in soddisfazione del solo profondo spirito di servizio civile, in
difesa delle comunità ignare. La dott.ssa ha così precisato che è libera da
qualunque “conflitto di interesse”.
Tale premessa, non è stata altrettanto
espressa dal Ct della difesa.
I dati della dott.ssa Gentilini sono
stati tratti interamente dalle registrazioni analitiche effettuate dagli organi
di controllo (Arpat e Asl) e pubblicati sul sito della Provincia di Pistoia e
si possono richiamare in pochi punti essenziali:
– l’inquinamento da “polveri fini” è correlato all’inceneritore
dal “Progetto Pathos” del 2005 svolto dalla Regione Toscana, ma è completamente
ignorato dalle autorità sanitarie e gli organi di controllo.
– L’Arpat Regionale aveva ben stigmatizzato nel 2006, con una
relazione della dott.ssa Sonia Cantoni, che l’impianto è da tenere “sotto
controllo” per dimostrate criticità funzionali.
– Nel 2007, causa dell’emissione di diossina, vennero sparse
nell’ambiente quantità di diossine pari alla dose massima consentita per
1.000.000 di persone in un anno (cioè 50 ml di ng). La pericolosità della
diossina, ha proseguito l’oncologa, non deve essere sottovalutata per i dosaggi
apparentemente ridotti: le diossine sono subdole e fortemente bioaccumulabili
negli organismi. L’essere umano è un potenziale “concentratore” di tali sostanze,
altamente tossiche.
Ora:
– il territorio della piana è fortemente inquinato con
dosaggi di 2 ng/kg (con picchi di 3,9 con un limite max. di 4). Da notare che 2
è il 50 % del limite massimo;
– la relazione del Dipartimento Prevenzione Asl 3, curata dal
dott. Roberto Biagini e pubblicata lo scorso 2 dicembre, ha evidenziato un
incremento di malattie e morti per tumore nei comuni circostanti all’impianto.
L’audizione del Ct è stata seguita dai
giudici per oltre due ore e mezza.
Gli avvocati della difesa degli
imputati hanno tentato di introdurre diffuse eccezioni e repliche con argomenti
capziosi e facilmente disponibili per la possibilità di analisi dei documenti
più oblique o trasversali in una materia certamente divenuta complessa e
interpretabile.
L’audizione del dott. Riccò è stata di
tutt’altro tono, vertendo sulla indimostrata relazione di causa: mancano
elementi certi (la c.d. impronta digitale, stigmatizzata a Bologna dal dott.
Paolo Crosignano, epidemiologo dell’Ist. Tumori di Milano), ovvero elementi che
attestano la diretta “relazione di causalità” con le emissioni degli
inceneritori. L’inquinamento è confuso e sovrapposto a più fattori, quindi non
si potrà imputare esclusivamente all’incenerimento dei rifiuti. Chiaro che, per
le tesi degli inceneritoritosti, il fondamentale “Principio di Precauzione” è
una mera esercitazione linguistica da riservarsi alle aule universitarie per
arricchire il vocabolario dei medici futuri.
Solo il vocabolario.
La prossima udienza ci sarà il 25
gennaio 2012, ore 9. Si assisterà all’audizione del teste della difesa Senoner
(il Giudice ne ha disposto l’accompagnamento coatto, visto che è ben due volte
che manca alla convocazione) e altri testi.
La sentenza è programmata per il 6
febbraio. I cittadini attendono, fiduciosi nella Giustizia.
a.r.
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[Martedì 13 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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