lunedì 26 dicembre 2011

PAOLO ROSSI E IL SUO «COME SAREBBE POTUTA ANDARE SE SOLO…»


di Luigi Scardigli

Peccato che la direzione artistica del Nazionale di Quarrata, per la stagione che ha da poco aperto i battenti, non sia riuscita ad ingaggiare anche Ascanio Celestini; altrimenti, il trittico del teatro più bello, sarebbe stato completo.
Dopo l’ouverture affidata al mattatore Alessandro Bergonzoni, infatti, domani sera, 27 dicembre, alle 21:15, al Nazionale arriva Paolo Rossi, con il suo Il mistero buffo nella versione pop 2.0, omaggio spudorato che il folletto politicamente scorrettissimo fa a Dario Fo, che con il suo scherzo originario, Mistero buffo, appunto, ha letteralmente condizionato il modo di fare teatro degli ultimi 40 anni.

Grammelot, si dice in gergo tecnico, che equivale ad un riadattamento sillabico, timbrico, musicale dei suoni emessi dalle parole ed è su questo che il più visionario dei cantastorie, Dario Fo, mise in piedi la sua rilettura evangelica aprocrifica, adattandola alle esigenze dei suoi tempi.
Paolo Rossi ha fatto la solita operazione, riadattando il riadattato, un’ulteriore spremuta di concetti e arance che si adatterà, onomatopeicamente e fisicamente, al pubblico che farà sold out nei teatri dove sarà ospitato. A fianco dell’impertinente Rossi, ci sarà anche Lucia Vasini, bravissima a non decomporre i tempi surreali dell’ideatore della recita, un interscambio popolare di emozioni che condurranno, comunque e inevitabilmente, alla sua inevitabile conclusione, un epilogo telecomandato dalla stratosferica leggerezza del regista, abituato a sopravvivere lungo la linea sottilissima dell’unplagged.
Come Bobby McFerrin, del resto, che con Don’t worry, be happy, la colonna sonora della felicità nascosta, ha rappresentato per tutti i vocalesi del pianeta, dai Manhattan Transfer al Quartetto Cetra, fino ai Neri per caso, l’elogio del diaframma, così Dario Fo, da Mistero buffo in poi, è stato santificato lungo la via, tortuosa e spesso inaccessibile, degli improvvisatori teatrali, preparatissimi girovaghi cantastorie che rimbalzavano di piazza in coorte a raccontare, al potente di turno, come sarebbe potuta andare se solo si fosse stai attenti a…

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[Lunedì 26 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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